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The End of the F***ing World ha affrontato il tema della depressione nel migliore dei modi

In The End of the F***ing World, il personaggio più carismatico è sicuramente Alyssa. Ha così tanta personalità che la si può amare oppure odiare. Nel corso delle due stagioni, abbiamo tutti assistito attoniti o divertiti alle sue reazioni esplosive. La giovane non si risparmiava con nessuno. Così come conosciamo il suo cinismo, ricordiamo anche la sua tristezza perenne. Quest’ultima, viene esternata specialmente nella seconda stagione. Alyssa, infatti, alterna scoppi d’ira improvvisi a un senso di vuoto schiacciante.

Ma Alyssa, la conosciamo davvero? Certo, sappiamo cosa le piace o cosa le dà fastidio, ma niente più di questo: la sua vera personalità è un’incognita. Questo perché noi abbiamo solo conosciuto la depressione di Alyssa. Vediamo di capire perché.

La depressione di Alyssa in The End of the F***ing World

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La depressione è una malattia a tutti gli effetti ed è altamente debilitante: nel 2012 l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva stimato che, esattamente quest’anno, la depressione sarebbe stata la malattia più diffusa al mondo. E in effetti è vero: sempre più persone (nello specifico giovani) soffrono di depressione, attacchi di panico, ansia e stress. Ci sono tantissime ricerche e studi del settore, eppure, troppe persone continuano a non volerla affrontare fino in fondo. I pregiudizi sono duri a morire e molta gente evita di informarsi, rischiando di non riconoscere un amico o un parente depresso. Inoltre, la mancanza di empatia e scarsa conoscenza del problema, rischiano spesso di peggiorare la salute della persona depressa. I sintomi sono fraintesi in troppe occasioni: magari si inizia a pensare che la persona in questione stia semplicemente affrontando un momento di crisi. Oppure, che si tratti di capricci, cinismo, pigrizia o tristezza temporanea. I fatti, però, spesso sono ben diversi.

Alyssa mostra la sua depressione specialmente nella seconda stagione. Gli scatti d’ira improvvisi della giovane, spesso visti con una punta di ironia, in realtà nascondono ben altro. La ragazza è perennemente arrabbiata con se stessa e il mondo. Eppure, la sua rabbia mostra un’aggressività latente. Nessuno comprende il motivo, semplicemente la giudicano come maleducata o, addirittura, la additano come “pazza”. Il supporto familiare si rivela inesistente. Anzi, molto probabilmente le cause del malessere della ragazza sono da attribuire proprio ai suoi genitori, assenti e indifferenti. La sua costante sensazione di vuoto è un tratto distintivo della malattia. Alyssa ricorda più volte ai telespettatori di non riuscire a provare nulla. Si sente in colpa per questo, ma sa di non poter agire. Questo concetto si ricollega al suo cinismo: Alyssa è completamente disinteressata al mondo. Perché davvero non sente nulla. E quando non senti nulla, non provi più interesse.

L’importanza del rapporto con James

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Quel vuoto tanto opprimente, ha cercato di colmarlo attraverso James. Il ragazzo è l’unica persona che, bene o male, riesce a farle scaturire un’emozione. Nonostante il ragazzo sia anch’esso sofferente, riesce a essere un punto di riferimento per Alyssa. Il loro rapporto sarà destinato a crescere e costringerà i due ad acquisire consapevolezze importanti. Non c’è dubbio, i due giovani si amano. Si riconoscono nelle più piccole cose e sono davvero complementari. Ma non possono negare i loro problemi. James, dopo la morte del padre, cercherà di riallacciare i rapporti con Alyssa, credendo ciecamente che lei potrà essere la soluzione a tutti i suoi mali. Questa si rivela essere solo una proiezione. Alyssa glielo farà notare con rabbia, dubitando anche dei sentimenti del ragazzo. James comprenderà le sue azioni e indagherà meglio quel che prova per Alyssa. D’altro canto, l’amore sincero di James costringerà la giovane a riflettere su se stessa. Le consapevolezze arriveranno alla fine della seconda stagione quando Alyssa dirà a James di essere innamorata di lui. Ma non può intraprendere una relazione perché prima deve dare la precedenza ai suoi problemi.

Questo messaggio può essere stato sottovalutato, eppure è essenziale. The End of the F***ing World è una delle poche serie tv (se non l’unica) nella quale non vi è alcuna romanticizzazione delle malattie mentali. Spesso nei teen drama, c’è un’idea distorta di cosa siano le malattie mentali e di come debbano essere affrontate. Fateci caso: ogni volta, quando un personaggio soffre di un disturbo mentale, lo spasimante cerca in tutti i modi di salvarlo, facendosi carico oltremisura del problema. Oppure ancora, lo “salva“ con il suo amore. Niente di più sbagliato. Le malattie mentali devono essere affrontate con un supporto specifico. Le persone possono indubbiamente dare una mano fondamentale, ma non possono e non devono assumersi la responsabilità di risolvere il problema. James e Alyssa non sono perfetti. Riconoscono di avere difficoltà relazionali e lo accettano. Ma si aiutano a vicenda, scoprendo poco alla volta i lati più deboli l’uno dell’altra.

In The End of the F***ing World c’è la piena consapevolezza e il riconoscimento dei propri problemi.

Ed è così che dovrebbero funzionare i rapporti: le persone coinvolte dovrebbero essere complici, aiutarsi e affrontare i problemi. La serie di per sé può essere stata eccessivamente sopravvalutata, ma è importante rimarcare questo aspetto positivo sulle relazioni.

Sempre più serie tv mostrano nelle loro trame disturbi mentali, d’ansia e di personalità. È un grandissimo passo in avanti per la normalizzazione e l’accettazione all’interno della società. Ma è giusto saperli rappresentare con lucidità, non edulcorando tali disturbi. E in questo, The End of the F***ing World riesce benissimo.

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