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10 dettagli maniacali che dimostrano ancora una volta quanto sia straordinaria The Americans

Villette monofamiliari con giardino, garage, vicini che rasano il prato. Giornali consegnati la mattina, area suburbana di Washington, famiglie borghesi che popolano le case bianche di legno. Sono loro The Americans? Forse Elizabeth e Philip Jennings, bozzoli per Nadežda e Misha, le spie russe dormienti fino all’improvviso risveglio? I loro figli Paige e Henry che crescono inconsapevoli delle radici dei loro genitori e vivono l’America come loro unica Patria? The Americans (che puoi trovare qui su Disney+) è “solo” una serie? A questo posso rispondere con precisione.

The Americans è una serie straordinaria anche per l’accuratezza con la quale è stata creata.

1) This is not America(ns)

Il creatore della serie FX (ora disponibile su Disney+), Joe Weisberg, si è ispirato all’Operazione Ghost che nel 2010 ha portato alla scoperta di una cellula di agenti del KGB nel New Jersey. Molto semplice proporre la storia già ambientata ai giorni nostri. Nessun bisogno di complicarsi la vita con un period drama. Ma Joe Weisberg non la pensava così. I primi anni 80 erano il periodo ottimale per ambientare una storia di spionaggio così forte come The Americans per il colpo di reni che Reagan ha dato alla guerra fredda, riacutizzando di fatto la tensione nei rapporti tra l’America e la Russia che viene da lui definito “l’Impero del Male”. Little piece of you, a little peace in me, will die, for this is not America”, cantava così David Bowie nel 1985. Joe Weisberg nella serie ricostruisce anche quello che non era l’America, non come sarebbe dovuta essere.

2) I Spy

Joe Weisberg, il nostro agente in FX. Sembra già questa una storia inventata, eppure i tre anni e mezzo di lavoro operativo come agente CIA del creatore della serie sono stati determinanti per mettere in scena dinamiche più che credibili. Proprio a causa di questa passata militanza, la sceneggiatura di ogni episodio doveva essere presentata alla CIA un mese prima di essere girata. A quanto si sa, nessun episodio è stato bocciato. All’esperienza sul campo è da aggiungere la passione personale di Weisberg per la letteratura e i film di spionaggio che ha permesso a The Americans di avere le giuste sfumature drammatiche.

3) Training days

Il legame con la CIA di Weisberg gli ha permesso di poter effettuare una dimostrazione pratica di tecniche di sorveglianza a tutto il cast artistico e tecnico. Un addestramento che agli attori avrebbe permesso di immedesimarsi in come muoversi, che atteggiamenti del corpo prendere o evitare, al cast tecnico avrebbe insegnato l’approccio migliore per agevolare l’attore e precederlo. Un gioco di spie reso reale che lega ancora di più alla visione.

4) Russians

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I Jennings parlano sempre inglese, con pochissime eccezioni ma tutti gli altri agenti sovietici parlano russo così come tutto il personale dell’Ambasciata, gli immigrati. Per la quasi totalità gli attori scelti sono di madre lingua russa e chi non lo era o non lo parlava perfettamente, ha studiato la pronuncia con un coach professionista. La sceneggiatura era comunque scritta in inglese e gli autori non conoscevano il russo. Semmai le battute non sono state dette per come erano scritte, non lo sapremo mai, ci dobbiamo affidare ai sottotitoli di Disney+.

5) Full Metal Jacket

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Nella seconda stagione, nell’episodio Martial Eagle, la storia tocca gli sforzi del Governo americano per coprire gli aiuti inviati ai Contras, il gruppo controrivoluzionario in Nicaragua, formatosi per eliminare il Governo Sandinista. Un capitolo di storia delicato, tra i tanti, che gli autori volevano descrivere con lo stesso impegno di accuratezza utilizzato per il resto della serie. Oliver North, diventato famoso ai più per il suo programma War Stories su Fox News, è stato chiamato dagli autori in qualità di ex Tenente Colonnello dei Marine. Come figura chiave nello scandalo Iran-Contra (traffico di droga dei Contras coadiuvato dalla Cia e traffico di armi nella guerra Iran-Iraq). Accuratezza storica assicurata. A tal proposito, ecco una lista delle serie tv che sono state più fedeli ai riferimenti storici.

6) Slice Of Life

La Playlist delle canzoni scelte a seguire, sottolineare, amplificare le immagini della serie è un altro punto che certifica la cura maniacale nella realizzazione. La serie inizia nel 1981. Di quell’anno è la canzone di Phil Collins In The Air Tonight che fa da colonna sonora ad un momento toccante e importante proprio del primo episodio. Philip vorrebbe consegnare alla CIA un disertore russo che nel passato è stato l’allenatore di lotta di Elizabeth. Quando capisce che c’è stata violenza da parte di lui su Elizabeth, lo uccide. Il viaggio in macchina con il corpo nel bagagliaio da far sparire, Philip ed Elizabeth muti e attoniti, l’ingombrante carico viene fatto sparire, prima di prendere la strada del ritorno Elizabeth provoca sessualmente Philip. Eros e Thanatos.

Nel pilot c’è già tutta l’anima della serie. Non solo una Spy Story, ma la storia di un legame indissolubile di amore e di appartenenza. Legame l’uno con l’altro e con un paese lontano che pensano di difendere. Canzoni legate agli anni in cui si svolge la storia, che possono essere anche utilizzate a contrasto (More Than This dopo un uccisione di un giovane scienziato che poi si rivelerà essere totalmente innocente), in modo didascalico ma efficace (We Do What We’re Told nella sequenza in cui Elizabeth viene messa a conoscenza di un piano segreto e per questo le viene consegnata una pillola di cianuro semmai dovesse essere arrestata. Vivere non è un’opzione). With Or Without You quando Paige decide di restare in America.

7) L’Empire De Lumière

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Sembra che a Washington non ci sia mai il sole o comunque ce ne sia poco. Anche nelle scene di giorno la luce è opaca. L’Impero della Luce esce sgomitando dalla carta da parati arancione, con disegni optical look della camera di Paige o da un golfino rosa acceso di Claudia, il secondo supervisore di Philip ed Elizabeth. La luce degli interni vira sul marrone e sul giallo. Spiccano dei colori di lampade e oggetti domestici mentre i volti sono spesso spenti, sopraffatti dal gioco delle parti, preoccupati per la prossima missione, contratti per il continuo mentire. La fotografia è parte del racconto (qui trovi altre serie con una fotografia eccelsa) come per la scena finale girata con una cromaticità blu, le mille luci di Mosca fredde in lontananza e il dubbio di aver fatto la scelta giusta

8) TV Talkin’

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I telegiornali sono una continua cassa di risonanza della Storia che accade fuori dal soggiorno dei Jennings e che loro stessi stanno cercando di plasmare a favore della Madre Patria. Il 40mo Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan con le sue dichiarazioni di lotta totale al Comunismo e non più di solo contenimento come per i suoi predecessori, sono la colonna sonora intradiegetica della serie. La televisione è una finestra politica su quanto sta accadendo in America, specchio convesso sulle missioni di Philip ed Elizabeth

9) Back To The Future

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Poco più di 40 primavere ci separano dagli anni 80, sembra poco no? Eppure ricostruire una serie ambientata in quel decennio non è così semplice come si potrebbe pensare. Più “facile” (virgolettato d’obbligo, è sempre necessario un grande lavoro) addirittura ricreare gli anni 50/60, si trova più memorabilia, macchine d’epoca conservate e funzionanti mentre per gli anni 80 le macchine sopravvissute sono già rottami che rischiano di non partire o fermarsi nel mezzo di un percorso. Ricostruzione maniacale degli interni, dei vestiti, degli esterni con trasloco dell’unica cabina telefonica da una strada all’altra. Il prop master ringrazia!

10) Romancing The Jennings

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Romancing The Stone è il film che Stan Beeman, l’agente CIA amico dei Jennings, propone a Philip e Elizabeth impegnati in una normale serata di spie. Questo ultimo dettaglio maniacale è una licenza poetica, poiché non creato dagli autori ma avvenuto per caso e ha fatto la differenza. Mi riferisco alla vera storia d’amore tra i due attori protagonisti, Keri Russel e Matthew Rhys, nata e soprattutto cresciuta durante l’arco narrativo di The Americans. La carica emotiva e sensuale che scaturisce dall’alchimia evidente dei due attori ha fatto onore all’aspetto che Joe Weisberg aveva in mente per questo progetto. Essere spie in una famiglia, trovarsi ad agire con metodi che non coincidono con la cura familiare e costringono a mentire ai propri cari. Come sempre, la vita è migliore di qualsiasi sceneggiatura ma FX prima, Disney+ poi, lo avevano già capito.