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Suburra ha avuto il finale che si meritava?

Poco più di un mese fa si è conclusa una delle serie tv Made in Italy più interessanti che siano mai state prodotte. Suburra è stata la prima produzione Netflix Original italiana e ha fatto da capostipite a tutte le successive creazioni seriali come Curon, Summertime, Baby, Skam Italia e Luna Nera. Il grande merito di Suburra è stato quello di riuscire a convincere Netflix a puntare forte sul nostro paese. Le vicende di Aureliano, Spadino, Samurai e Cinaglia hanno suscitato enorme attenzione sugli utenti europei e statunitensi e la critica ha gradito moltissimo la produzione.

I motivi? Innanzitutto un cast studiato alla perfezione in cui si ergono statuari Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara (qui un focus su di lui). In secondo luogo tutta la serie trae spunto dall’omonimo film che a sua volta si ispira al libro di Giancarlo De Cataldo e di Carlo Bonini. Basi molto solide che contribuiscono al successo dello show. Infine, c’è la bravura degli sceneggiatori e del regista. I primi, capaci di disegnare in profondità personaggi complessi. Il secondo, abile a sfruttare tutte le scene e le angolazioni in maniera ottimale. In questo articolo però vogliamo porci un domanda ben precisa, legata alla conclusione di Suburra.

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Le vicende legate alla città eterna si sono concluse come dovevano?

La risposta non è così scontata. Bisogna analizzare il finale di stagione ma al tempo stesso valutare lo svolgimento complessivo di Suburra dalla prima all’ultima parte. Iniziamo però col fare un resoconto di quanto successo nel finale di stagione, attraverso una chiusura che ci ha lasciato con il cuore infranto. Spadino è su una barca, in mezzo al mare di Ostia, e stringe il cadavere pallido di Aureliano, prima di gettarlo in mare. Lo zingaro ha voluto tenere fede alla richiesta del romano in punto di morte. Infine la telecamera inquadra il mare e iniziano a scorrere i titoli di coda. Un finale perfetto per una grande serie tv, ma il problema che vogliamo evidenziare non è tanto legato agli ultimi minuti quanto piuttosto alle puntate precedenti al finale.

Le prime due stagioni ci hanno abituato molto bene, con uno svolgimento sia verticale che orizzontale della storyline. Come vi abbiamo già detto, gli autori sono stati molto bravi nello sviluppare e allo stesso tempo intrecciare le vicende dei protagonisti in modo da farli convergere sempre intorno a un unico fulcro. Samurai, Aureliano, Spadino, Lele e Cinaglia finivano sempre per allontanarsi, ma solo per prendere una sorta di rincorsa. Un effetto che potremmo chiamare “a elastico” che finisce col radunare irrimediabilmente ogni volta i protagonisti (qui trovate le reazioni degli attori ai tweet dei fan).

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Suburra, una corsa troppo rapida verso il finale

Quello che ci ha però un po’ spiazzati, riguardo alla terza e ultima parte, è il fatto che la profondità delle vicende è venuta in alcuni casi a mancare. Alcune situazioni hanno preso una piega che potremmo definire troppo frenetica. Per dirla in parole povere, Suburra 3 ci è sembrata andare a una velocità eccessiva. Facciamo un esempio: la situazione che ha portato alla morte di Samurai è stata gestita per certi versi in maniera sommaria. In cinque minuti è stato liquidato uno dei personaggi più iconici di tutta la serie. In più appare molto strano che il boss mafioso, data la sua intelligenza e soprattutto la sua conoscenza della Capitale, non abbia fiutato l’agguato.

Anche la stessa morte di Aureliano o, per meglio dire, la dinamica dell’uccisione, ci è sembrata un po’ forzata. Ormai la maggior parte dei nemici era morta sotto i colpi da fuoco dei due alleati e il gesto dell’uomo di uscire da dietro l’auto che lo riparava dai proiettili, sacrificandosi, per proteggere Spadino (praticamente ormai in salvo) ci è sembrato senza logica. Ma più in generale sembra ci sia stata una tendenza a chiudere in fretta l’ultima stagione. I motivi? Sicuramente hanno pesato le interruzioni dei lavori dovute al Coronavirus. Certamente iniziare, poi fermarsi e poi ancora ripartire non ha fatto che consumare risorse di budget necessarie per lo sviluppo della stagione finale.

Inoltre, c’è anche il discorso che per quanto una serie possa essere ottima, in alcuni casi si tende a cercare il pelo nell’uovo.

Parliamoci chiaro, Suburra nel complesso è una splendida serie tv, sorretta da alcune prove attoriali carismatiche e realizzata da registi e sceneggiatori di alto livello. Quindi, al netto di alcuni passaggi a vuoto che abbiamo provato a raccontarvi, se dovessimo rispondere ermeticamente alla questione che ci siamo posti nel titolo iniziale, potremmo darvi una sola e unica risposta. Suburra ha avuto il finale che si meritava? Noi, ricordando tutte le anime belle e dannate del mondo di mezzo che abbiamo imparato a conoscere durante questi anni, risponderemmo semplicemente e decisamente: “Sì”.

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