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Cosa ne pensano all’estero di Suburra?

Negli ultimi tempi la personalità seriale italiana sta cambiando e sta virando sempre più verso prodotti dal successo internazionale. La rivoluzione si è notata già con Romanzo Criminale, si è poi ampliata recentemente con serie tv come Gomorra, The Young Pope, persino Il Commissario Montalbano e, non ultima, Suburra.

Tutti questi prodotti hanno ricevuto all’estero successo e acclamazione. Nello specifico Gomorra è stata addirittura messa a confronto con I Soprano dalla rivista tedesca Der Spiegel. E Romanzo Criminale rimane la prima serie tv italiana a diventare internazionale facendo finalmente conoscere la cultura e il costume italiano all’estero.
Date le premesse, la prima stagione di Suburra non può che essere accolta come il secondo racconto fenomenale che vede Roma di nuovo protagonista e le sue vicende interne messe a nudo. Stavolta la serie prende spunto dal libro di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, la trasposizione cinematografica è invece affidata a Stefano Sollima, regista già noto per molti suoi successi passati. L’interessamento internazionale alla trama avviene già con il film, anche se la serie sta riscuotendo un successo che forse è superiore anche alla sua trasposizione precedente.

Come per Gomorra, anche Suburra offre agli occhi internazionali una realtà strana, esotica, per dirlo con le parole di Sollima.

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A confermare la rivoluzione sorprendente della serie italiana prodotta da Netflix è Riccardo Tozzi. Fondatore della Cattleya, la più grande società di produzione cinematografica e televisiva indipendente italiana, Tozzi ha seguito con certosina attenzione gli sviluppi del mercato seriale italiano e internazionale. Senza contare che è stato lui a portare su Netflix proprio Suburra. È infatti la primissima serie prodotta dalla piattaforma in Italia. Come i film e le serie precedenti prodotti e coprodotti da Tozzi, anche Suburra è richiestissima dal mercato internazionale. Ad aiutare l’esportazione di serie tv italiane all’estero c’è anche il lavoro in fase di scrittura e di produzione in cui deve essere sempre importante tenere a mente che il prodotto uscirà dalla penisola. Quindi anche i copioni nel corso degli anni sono stati modificati portando le nuove serie a essere sempre più decifrabili a livello internazionale:

Quando produci per Netflix, o per una grande coproduzione internazionale di Sky, devi tenere presente che hai come pubblico potenziale il mondo intero.

E Suburra corrisponde esattamente a questi criteri. È una serie elegante, che porta in scena una Roma colorata, eterogenea e al contempo unitaria. Diversa nei colori da Romanzo Criminale, nei luoghi da Gomorra. Rappresenta quindi una realtà originale, descritta e narrata da tanti personaggi, tutti diversi nella loro complessità. Le loro storie continuano in parallelo e improvvisamente trovano un punto di incontro che stupisce, sorprende e intriga. Inutile dire che la bellezza in questo caso è oggettiva e il lavoro compiuto nel dietro le quinte è magistrale e ben palese.

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Come sottolinea Tozzi, i dati del successo delle serie nei singoli paesi non vengono mai diffusi da Netflix. Per ora quindi, l’oggettività assoluta dell’acclamazione di Suburra all’estero è impossibile da avere.

Ma sappiamo come lavora Netflix e quali siano i requisiti essenziali per far sì che una serie venga prodotta dalla piattaforma. Ed è anche evidente che Suburra sia una di quelle serie che non possono non portarsi dietro un gran quantità di pubblico. Anche attraverso le forme di promozione e di pubblicità anche questa serie, come le precedenti di Cattleya, avrà la sua fama proprio come è stato in patria.

Nel frattempo non resta che aspettare la seconda stagione già attesissima in Italia. E forse, prima che arrivi sugli schermi, riusciamo anche a rivederci i dieci episodi della prima stagione. Così, giusto per rimanere concentrati e non farci sfuggire nessun dettagli della trama.

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