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Clay Morrow, la fragilità umana di un leader

A chi non è mai passata per la testa l’idea di essere il “capo” perfetto? Colui che aveva l’ultima parola su questioni fondamentali; come scegliere fra nascondino o ce l’hai nel giardino della scuola? Crescendo, lo spirito di sopravvivenza ha mostrato a noi stolti ricercatori di gloria infantile che essere capitano non è poi così semplice. Significa avere a che fare con la responsabilità, il sacrificio, le scelte. Ed è  per questo che il peso del ruolo del capitano lo possono portare in molti, ma solamente pochissimi possono davvero definirsi tali. E uno di questi è: Clay Morrow; interpretato dal grandioso Ron Perlman nella serie Sons of Anarchy

Clay Morrow

Presidente dei SAMCRO e il più giovane membro originario della banda. Morrow è un personaggio che porta il peso di essere marito, padre e soprattutto capo. Ruoli ereditati da John Teller. Parlare di Clay senza il rischio di risultare “semplicioni” o  “superficiali” è una grande sfida. Gli scrittori non si sono limitati a un irrealistico personaggio bidimensionale, facilmente classificabile come buono o cattivo, ma hanno magistralmente giocato con un’infinità di piani psicologici. Il che rende davvero impossibile stabilire un giudizio chiaro e definitivo su Clay Morrow.

Protagonista, antagonista, eroe o assassino?

Il burbero presidente è consapevole di cosa significhi essere un capo: tutto ciò che fa, o comunque la maggior parte, è volto a mantenere il potere e a proteggere il suo gruppo, anche se molto spesso è lui la causa dei vari problemi. Amare significa distruggere e Clay Morrow ha amato talmente tanto i SAMCRO da compiere qualsiasi azione pur di perseguire il bene, seppure a costo di drammatiche conseguenze, come la rimozione del tatuaggio, simbolo di appartenenza al gruppo.

Non scordiamoci l’aspetto fondamentale della sua leadership: la terrificante freddezza paragonabile a quella di un giocatore nel momento esatto in cui sta per dare scacco matto al suo avversario (ricordiamo l’assassinio di Donna). Questo lato brutale viene controbilanciato dalla tenerezza nei confronti di Gemma Teller, donna che ha sempre amato e che considera la sua regina. Fino al rapporto di rispetto-odio con Jax, il suo figliastro, prossimo erede al trono, la cui visione del mondo molto spesso si scontra.

Clay Morrow

Seguire il leader, significa essere testimoni della sua lenta discesa verso un tunnel senza fine fatto di morti, di sangue, di bugie e sacrifici (se volete sapere leggete qua). Ma per una volta non soffermiamoci sulle colpe, ma sull’uomo che sta dietro la carica. Reso ancora più fragile dalla sua malattia: l’artrite alle mani. È un dettaglio che lo umanizza, che lo rende apparentemente debole Clay Morrow è  l’esempio dell’inarrestabilità del tempo che non risparmia nessuno e, in maniera spietata, colpisce nei nostri punti deboli. Non lo trovate ironico? Il capo di una banda di motociclisti che non è più in grado di guidare la sua moto.

Un Claudio dell’Amleto con giacca di pelle e motocicletta.

Si deve amare, si deve condannare?

Ognuno può leggere la storia di questi pazzi motociclisti come vuole, ma quella ragazzina che pretendeva di decidere se giocare a nascondino o ce l’hai vede in lui l’uomo che ha sacrificato tutto, persino la sua anima. E in uomini che compiono tale scelta, bisogna riconoscere del valore.

Perché lo vogliate o no, Clay Morrow è un cazzutissimo leader.

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