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Solar Opposites è riuscita ad emanciparsi definitivamente da Rick e Morty

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Solar Opposites

La terza stagione di Solar Opposites, rilasciata e terminata dopo undici episodi nel 2022, è davvero riuscita finalmente a distaccarsi da quel confronto continuo con Rick e Morty che ha subìto dalla prima puntata? La risposta è sì. Nessuno può negare che ci siano delle similitudini, quantomeno nello stile di animazione. Justin Roiland è infatti l’autore di entrambe le serie (in Solar Opposites è anche il doppiatore di Korvo) e la sua impronta è sicuramente visibile e soprattutto molto riconoscibile. Anche per questo Solar Opposites ha da sempre dovuto lottare con il suo grande predecessore, Rick e Morty, che ha avuto un enorme successo e la ha avuto per primo secondo una mera questione temporale. Non si tratta però solo del linguaggio, che comunque può sicuramente riconoscersi in un filo comune alle due serie, ma anche di un certo tipo di temi: in Solar Opposites, come in Rick e Morty, si parla di tecnologia avanzata, di scienza, di spazio e di viaggi galattici. Eppure, le differenze ci sono e, soprattutto grazie alle terza stagione, possiamo placidamente dire che Solar Opposites non è affatto una copia di Rick e Morty ma che, anzi, ha una fortissima personalità e non ha affatto paura di metterla in scena. Cerchiamo di capire meglio.

Korvo, Terry e i loro replicanti più una Pupa atterrano su un pianeta già fin troppo sovrappopolato (parole di Korvo, non di chi scrive) dopo che il loro pianeta natale, un paradiso utopico, viene colpito da un meteorite. Quindi ci siamo, parliamo di un viaggio spaziale, di pianeti abitabili oltre la Terra, di verità a noi sconosciute. Potrebbe sembrare familiare. Eppure, Solar Opposites sembra paradossalmente escludere tutto questo. Mentre Rick Sanchez sembra non riuscire in nessun modo ad accontentarsi della sola Terra e ha bisogno di continue avventure in mondi diversi dal suo, Korvo e la sua banda fanno dell’adattamento terrestre una sorta di scienza. Chi più chi meno, chi prima chi più tardi, trovano tutti il modo di farsela andare bene. Con le dovute rivendicazioni ovviamente. La banda di Shlorp ha, inoltre, un’arma segreta: la Pupa. Personaggio geniale che vive una sua vita quasi parallela, quasi del tutto sconosciuta ai suoi coinquilini e protettori, a quella dei protagonisti ma che è in realtà il fulcro di tutte le loro vite e della trama stessa di Solar Opposites. Lei è infatti l’unica che può terraformare la Terra e renderla più simile al loro pianeta d’origine. Ma il bello è proprio questo: al momento della verità gli alieni si sono affezionati alla Terra e hanno imparato ad amarla, con le sue imperfezioni. Insomma, ce lo vedete Rick Sanchez che rinuncia ad un viaggio su un pianeta sconosciuto? Korvo e Terry, poi, più di tutti incarnano questo tipo di sentimento. Nel finale di stagione (l’ultima puntata prima dello speciale di Halloween) i due si sono talmente ambientati nella monotonia di un lavoro completamente terrestre, da conquistarne perfino i disagi e le manchevolezze.

Solar Opposites

Rick e Morty, dal loro canto, vivono le loro avventure con una traiettoria che è sempre quella dalla Terra verso un altro mondo, dalla loro casa verso qualcosa di esterno e non conosciuto. I protagonisti di Solar Opposites fanno l’esatto contrario, viaggiando da fuori verso la Terra e imparando a conoscerla, imparando a coniugare la loro vita passata con una presente che sembra allettante. Il viaggio emozionale che Korvo e gli altri compiono è, se vogliamo, anche più complesso delle milioni avventure di Rick e Morty, che invece si limitano a correre dei rischi nel nome della conoscenza e dell’ignoto. Gli alieni di Solar Opposites vogliono conoscere gli umani, vogliono imparare a conviverci (nessuno tra gli umani sembra stupirsi della loro esistenza, come del resto accade anche in Rick e Morty), li amano e imparano anche ad utilizzarli per i loro più meri scopi ricreativi (vedi la bacheca di Yumyulack). Jesse, unica aliena della stramba famiglia di Shlorp, vuole integrarsi al liceo come farebbe una qualsiasi adolescente, Yumyulack vuole scoprire come diventare invincibile e Korvo e Terry hanno un modo tutto loro di entrare in contatto col mondo umano. Soprattutto Korvo mostra più di tutti delle riserve che smusserà nel corso delle stagioni. Ma lo fanno, senza mai scappare. Rick e Morty sembrano invece rinnegare spesso le loro origini e sembrano spesso cercare qualcosa che sia il più possibile al di fuori del mondo che conoscono, che è poi anche un po’ ciò che delinea la bellezza della serie.

Solar Opposites

La terza stagione di Solar Opposites non fa altro che confermare una linea narrativa assolutamente originale e completamente distaccata dal mondo di Rick e Morty, seppur con degli omaggi e dei richiami che sono inevitabili data la fratellanza. Il sunto del nostro discorso, in questo senso, potrebbe tranquillamente essere racchiuso in un solo episodio della stagione: l’episodio della fila. Apparentemente non sembra, ma l’episodio in cui i nostri protagonisti sono semplicemente in fila per entrare in un negozio che vende scarpe ma anche telefoni, cui Terry si affeziona particolarmente dimostrando di avere un certo talento nell’arte di mantenere il proprio posto, è un episodio simbolico della narrazione di Solar Opposites, nonchè uno dei più originali e geniali. L’adattamento di cui si parlava in precedenza trova il suo apice in questa puntata, che ci mostra come la serie sia abbastanza matura e sicura di sé stessa da poter semplicemente fermarsi, piantare i piedi a terra e aspettare di ricevere quello che merita. Korvo e Terry sono lì, pazienti (almeno Terry), convinti che ormai è la Terra la loro casa e che, prima o poi, tutti se ne renderanno conto. Sono talmente dentro le dinamiche umane che fanno una fila quasi eterna per comprare delle scarpe e il fulcro, però, diventa la fila stessa piuttosto che il prodotto. Con un episodio apparentemente molto diverso dagli altri, Solar Opposites convince anche chi aveva dei dubbi e si riprende ciò che le appartiene, sdoganando e deridendo un’usanza tutta umana che avrebbe potuto delineare solo chi ne fa parte. Korvo e Terry sono parte dell’umanità terrestre.

Solar Opposites

Insomma la terza stagione di Solar Opposites non solo delinea una grande presa di coscienza dei personaggi e dimostra grande maturità narrativa, ma sancisce anche una volta per tutte un palese distacco dal tanto sofferto paragone con Rick e Morty. In fondo, che ci sia una sorta di omaggio o una sorta di similitudini tra le due serie non è assolutamente qualcosa di negativo, data la bellezza e la qualità di entrambi i prodotti. Il fardello, però, del continuo accostamento rischiava davvero di oscurare Solar Opposites e di relegarla a semplice serie animata sullo stile di Rick e Morty, o come i più maligni insinuano “un Rick e Morty che non ce la fatta“. E invece, Solar Opposites ce la fa eccome, e senza dovere niente a Rick e Morty se non la mente creativa che c’è dietro ad entrambi. Justin Roiland, infatti, ha sicuramente uno stile riconoscibile e anche  questo fa di lui un grande creativo e un ottimo autore. Ma con Solar Opposites ha voluto sicuramente creare qualcosa di diverso da Rick e Morty, ampliando le prospettive e andando a studiare molto più da vicino il rapporto degli umani con ciò che è per loro “straniero”, alieno appunto e allo stesso tempo studiare l’uomo dagli occhi di un estraneo. La sottotrama della bacheca, in cui Yumyulach rinchiude gli umani che ha rimpicciolito, è qualcosa di geniale che ci spinge a riflettere su come gli umani siano in grado di organizzarsi e di sopravvivere in qualsiasi situazione. E tutto questo, spinti all’azione da un alieno quasi inconsapevole dei rischi. La bacheca è un modo davvero originale di ampliare gli orizzonti e di sviluppare una trama più complessa.

Solar Opposites

La narrazione di Solar Opposites ha infatti una grande qualità che la differenza, in parte, da Rick e Morty: la continuità. Anche se molti episodi sono slegati gli uni dagli altri, così come in Rick e Morty, Solar Opposites sviluppa una continuità stilistica più che narrativa che prevede prima di tutto due trame parallele (gli alieni e la bacheca) e in secondo luogo un gioco di storie che portano ad un unico scopo che è sempre la protezione della Pupa. Tutto riporta sempre alla Pupa, o almeno dovrebbe, e molte sono le conclusioni di episodi rivolti al raggiungimento dello scopo. E la cosa più divertente è che diventa quasi un alibi, una giustificazione per tutto. Korvo e gli altri fanno di tutto, per poi tornare indietro e pentirsi senza dare troppo peso a nulla, l’importante è che la Pupa stia bene. Dopo tre stagioni facciamo ancora fatica a capire cosa sia davvero la Pupa e che ruolo abbia davvero nel contesto narrativo ma una cosa è certa: finché la Pupa è al sicuro possiamo stare tranquilli e Solar Opposites potrà tornare a divertirci con quello stile antiumano che ha conquistato tutti.