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Shining Girls – La Recensione dell’ambiziosa miniserie Apple Tv+

Attenzione: la recensione contiene spoiler di Shining Girls

Benvenuti a una nuova puntata di “recensioni di serie tv dove Elisabeth Moss interpreta personaggi che vivono situazioni profondamente traumatiche, esprimendo tutta la sua angoscia tramite primi piani ravvicinati che ne evidenziano un’espressività senza pari nel mondo della serialità”. Se non si può certo paragonare Shining Girls, miniserie prodotta da Apple Tv+, a un prodotto come The Handmaid’s Tale, che rimane una delle serie più influenti e imperdibili del panorama televisivo attuale, non si può nemmeno ignorare che l’ambizioso progetto basato sul romanzo di Lauren Beukes si proponga fin dall’inizio come un produzione di altissimo livello. Il cast di Shining Girls include, oltre alla già citata Moss, nomi di primo piano nel mondo della serialità e del cinema come Wagner Moura (Narcos), Jamie Bell (Billy Elliot, Rocketman), Amy Brenneman (Private Practice) e Philippa Soo (Hamilton), un insieme di artisti la cui solo presenza sembra suggerire la grande ambizione e le potenzialità della serie, che si inserisce all’interno di un catalogo come quello di Apple Tv+, che sembra puntare sulla qualità e l’originalità piuttosto che sulla quantità delle produzioni.

Cervellotica, inquietante, dai toni freddi e la fotografia essenziale, Shining Girls è una miniserie thriller che si interseca con il genere fantasy in modo brillante, andando a costruire un mistero che gioca con il tema dei viaggi nel tempo per tenere la tensione altissima per l’intera durata degli otto episodi.

Fin dal primo episodio veniamo catapultati nell’angosciante realtà quotidiana di Kirby (Moss), sopravvissuta a un brutale tentativo di omicidio e da allora incapace di comprendere il mondo che la circonda, che le appare mutevole e sconosciuto. Se inizialmente pensiamo che l’incapacità di Kirby di orientarsi nella sua vita sia dovuta a una forma di disturbo post traumatico, che le impedisce di riconoscere i punti di riferimento della sua vita, con il procedere delle puntate e man mano che la donna e il giornalista Dan (Moura) proseguono con le loro indagini, scopriamo che vi è qualcosa di ancora più terrificante alla base dei suoi vuoti di memoria: un assassino che possiede la capacità di viaggiare nel tempo. Inizia allora una ricerca disperata per comprendere come fermarlo e come cambiare ciò che ha fatto, una corsa contro il tempo a tratti soffocante, che rivela tutta lo potenza narrativa di Shining Girls.

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La costruzione degli episodi, giocando sui diversi piani temporali e suggerendo indizi senza però confermare nulla fino a stagione inoltrata, è brillantemente orchestrata perché lo spettatore si senta esattamente come Kirby, disorientato e senza punti di riferimento fissi. Vediamo continuamente Harper (Bell) che si muove intorno ai protagonisti, li osserva, li avvicina e si intromette nelle loro esistenza, così presente eppure così effimero. Nel momento in cui capiamo cosa sta realmente accadendo, in cui lo capiscono Kirby, Dan e Jin (Soo), la presenza dell’assassino si fa sempre più opprimente, ma anche più palese. Harper, convinto che la capacità di muoversi nel tempo, lo metta al di sopra di ogni possibile conseguenza, si spoglia di ogni maschera nel momento in cui scopre che la sopravvivenza di Kirby ha mutato per sempre il corso della sua esistenza. Inizia allora un gioco simile a quello del gatto con il topo, che porta allo sconvolgimento costante di una realtà che si scontra con la creazione continua di paradossi temporali, e che rende sempre più impossibile per personaggi e spettatori orientarsi all’interno dell’universo di Shining Girls.

La complessità narrativa della miniserie Apple Tv+ sembra andare a esaurirsi nella seconda parte della stagione, quando finalmente tutto quanto abbiamo sospettato diventa più chiaro. Il meccanismo del viaggio nel tempo, il mistero di quella casa che è la chiave di tutto, l’incontro tra le sopravvissute Kirby e Jin, sembrano apparentemente spiegare i paradossi di Shining Girls, mentre parallelamente aumenta il senso di angoscia e inquietudine che tortura i protagonisti. Eppure, qualcosa cambia nel finale della serie, che forse rappresenta l’unico vero difetto di un prodotto altrimenti impeccabile tanto nella costruzione del mistero che nella sua messa in scena.

Consapevoli che gli ultimi 50 minuti di Shining Girls non sarebbero mai stati sufficienti a dare agli spettatori tutte le risposte che cercavano, gli autori della serie hanno deliberatamente costruito una puntata conclusiva che alimentasse il mistero e che evidenziasse ancora una volta la complessità della trama. Le performance degli attori – e in particolare Elisabeth Moss e Jamie Bell, la cui chimica sarebbe capace di reggere da sola qualsiasi serie – rimangono impeccabili fino all’ultimo istante, eppure la conclusione della storia sembra non mantenersi sugli stessi livelli del resto della stagione. Il finale della miniserie è senza dubbio ben pensato e realizzato, eppure risulta in qualche misura insoddisfacente, perché anche se la linea temporale originaria sembra ripristinarsi, una vera e propria resa dei conti, un momento catartico non arriva mai. Kirby si scontra ancora una volta con Harper, questa volta con la consapevolezza che deve trovare il modo per salvare Dan, ma qualcosa in questo scontro finale non ha la potenza dei loro incontri precedenti e forse il senso di insoddisfazione che rimane a fine visione deriva da questo.

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Shining Girls si conferma allora una miniserie di altissimo livello, con un cast stellare che la rende ancora più distinguibile all’interno di un panorama televisivo ormai saturo, dove produrre qualcosa di originale risulta sempre più difficile. Inserendosi nella scia di serie come Scissione, Slow Horses e Pachinko, questo fanta-thriller si conferma l’ennesimo successo di Apple Tv+, una piattaforma che per ambizione e grande qualità delle produzioni sembra proporsi sempre di più come l’HBO dei servizi streaming, capace di perseguire un progetto del tutto distinto da quello dei principali concorrenti Netflix, Amazon Prime Video e Disney+.

Tensione costante e senso di smarrimento fanno da padroni in Shining Girls, una serie che volontariamente vuole restare avvolta in una patina di mistero, che sceglie di non dare mai tutte le risposte. La relazione complessa e conflittuale tra la Kirby di Elisabeth Moss e l’Harper di Jamie Bell è una delle migliori messe in scena in tempi contemporanei, e già il loro rapporto morboso e denso di paradossi sarebbe sufficiente a rendere memorabile una serie che tuttavia per qualità non si esaurisce nel suo cast, ma che è caratterizzata da un ritmo narrativo perfetto e da una costruzione impeccabile della trama. Se è vero che in certi momenti Shining Girls sembra quasi perdersi nella sua complessità, una volta conclusa la visione comprendiamo che forse era proprio quello l’obiettivo della serie, di lasciarsi spaesati e coinvolti proprio come Kirby, costretti a imparare a orientarci anche in un mondo che non conosceremo mai del tutto.

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