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5 Serie Tv che hanno messo in scena una città come se fosse un vero e proprio personaggio

In prodotti particolarmente lunghi e approfonditi come possono essere le serie tv, l’ambientazione molto spesso finisce per assumere un ruolo principale, perché chiamata a fare da cornice a racconti lunghi e complessi, scavati a fondo e connotati in maniera sostanziosa. Non è mai banale, quindi, la scelta della location per una serie tv, che sia un’ambientazione di fantasia o una città realmente esistente. Sono molti i casi in cui la scelta della cornice ha inciso in maniera profonda sulla riuscita o meno di una produzione, sintomo di come questa sia una questione tutt’altro che secondaria. Le difficoltà, paradossalmente, aumentano quando la location scelta è reale, non inventata, perché possiede già in sé dei connotati che vanno fatti collimare col racconto messo in scena. Tuttavia, se si effettua la scelta giusta, il risultato può essere eccezionale. È il caso, ad esempio, di serie come Sex and the City, la quale avrebbe un volto completamente diverso senza la sua New York.

Non sono pochi gli scenari in cui l’ambientazione è diventata talmente rilevante in una serie tv da elevarsi a una sorta di protagonista, al pari dei personaggi principali. Elencarli tutti è un compito arduo, quindi conviene scegliere un taglio ben preciso e allora può essere particolarmente interessante soffermarsi su città reali, che hanno delle proprie anime e dei tratti distintivi. Come detto, è ancora più difficile trovare una corrispondenza efficace in casi del genere, perché determinate peculiarità delle città non sono modificabili, come nelle location di fantasia. Si possono, però, sfruttare caratteristiche ben precise ed è ciò che hanno fatto le cinque serie tv protagoniste di questa lista, capaci di esaltare metropoli come New York, Londra e Los Angeles, fino a personificarle, darle un cuore e carne viva e farle muovere al fianco dei personaggi principali delle rispettive produzioni, completando il senso stesso dell’intera serie.

La New York di Sex and the City

È impossibile non partire da una delle città simbolo, e più rappresentate, nel panorama seriale: naturalmente New York. Nella storia delle serie tv abbiamo visto diverse declinazioni, sia spaziali che temporali, della Grande Mela, ma nessuna è probabilmente più esemplare di quella offerta da Sex and the City. In onda dal 1998 al 2004, la serie di HBO è diventata altamente iconica in parte anche per la sua cornice, particolarmente adatta a racchiudere le vicende delle quattro donne protagoniste del racconto.

La New York disegnata in Sex and the City coglie l’anima genuinamente glamour della città, quella racchiusa dall’Upper East Side, da Manhattan e dall’iconico Central Park. In particolare, il grande protagonista di Sex and the City è il Greenwich Village, location che fa da sfondo a tantissimi luoghi della serie e che è una delle anime più artistiche e sognatrici della città. New York, e specialmente questa zona della Grande Mela, incarna alla perfezione l’anima patinata di Sex and the City, tra l’esaltazione delle apparenze, dello status sociale, ma anche i sogni mai sopiti. Senza New York non ci sarebbero mai potute essere Carrie Bradshaw e compagne. Senza New York una narrazione come quella di Sex and the City non sarebbe mai stata possibile e viceversa, senza la serie non avremmo mai goduto di determinati tagli della città.

Sex and the City
Il Libanese in Romanzo Criminale (640×340)

Oltre Sex and the City: la Roma di Romanzo Criminale

New York sta alla produzione americana come Roma sta a quella italiana. La Capitale è, ovviamente, la location principe della serialità e del cinema italiani, declinata in tantissime versioni perché la Città Eterna ha innumerevoli anime. Quella più dissoluta, viziata e violenta è la grande protagonista di Romanzo Criminale. Roma nella serie di Sky non è solo la cornice in cui si muovono il Libanese, il Freddo e tutti gli altri componenti della banda della Magliana, ma è presente in diverse vesti, protagonista più concettuale che fisica.

Paradossalmente, non vediamo tantissimo di Roma in Romanzo Criminale, ma la città è presente sotto diverse sfumature e aleggia costantemente sulle vicende, indirizzandole in maniera decisiva. È madre, sposa e carnefice. Dà a quei ragazzi di strada l’illusione di potere, li cresce e li alletta con false promesse, per poi tradirli, uno ad uno, senza pietà. “Roma nun vo’ padroni” si sente dire il Libanese e alla fine la città rivela la sua natura, la tragica fatalità che la connatura da più di 2000 anni. Roma è il vero motore che spinge l’azione in Romanzo Criminale, perché il fine ultimo per i protagonisti non sono i soldi, il lusso, il brivido o il piacere, ma è essenzialmente il potere. Quell’illusione di poter riuscire laddove nessuno ha mai osato, di poter mettere sotto scacco una città che non si è mai piegata. Come la più tragica delle femme fatale, Roma finge di farsi corteggiare, inebria di potere i suoi usurpatori e poi li sgozza, senza alcuna riserva.

La Birmingham di Peaky Blinders

C’è un fenomeno, chiamato cineturismo, che consiste nel visitare location celebri di famosi film o serie tv ed è una forma di turismo che negli ultimi anni ha preso piede in maniera sostanziosa, portando alla riscoperta di luoghi e mete fino ad allora fuori dalle rotte tradizionali. Questo fenomeno è decisamente applicabile a Peaky Blinders e alla sua Birmingham, città che è un tutt’uno con la serie di Steven Knight. Piazzata nel cuore dell’Inghilterra, Birmingham è tutt’altro che una città marginale nel Regno Unito. Seconda per popolazione in tutta la Gran Bretagna, Birmingham è una città ricca di fermento sia industriale che artistico, capace di dare i natali a illustri personaggi come J.R.R. Tolkien e Arthur Conan Doyle. Eppure, Birmingham è tradizionalmente la città dei Peaky Blinders. Ciò restituisce alla perfezione la cifra dell’impatto che la serie ha avuto sulla città e viceversa.

La serie televisiva di Steven Knight porta sul piccolo schermo la Birmingham dei ruggenti anni ’20, quelli che seguono la Prima Guerra Mondiale e sono segnati dal fermento tipico del post-conflitto, che farà da preludio a uno scontro ancora più totale. La città rappresenta in pieno la difficoltà di quegli anni, creando la cornice perfetta alle avventure dei peaky blinders. Birmingham è un centro colpito duramente dalla Prima Guerra Mondiale: da florido polo economico e industriale è diventata una città da ricostruire, con gravi difficoltà. Queste ombre calate su Birmingham dopo anni d’oro segnano in maniera netta il carattere dei protagonisti e creano il terreno ideale per lo svolgimento della narrazione, che non può non prescindere dalla città che le fa da sfondo. Le tinte dark che contrassegnano indelebilmente Peaky Blinders provengono proprio dalla Birmingham delineata.

peaky blinders serie tv cupe
Peaky Blinders (640×383)

Oltre Sex and the City: la Londra di Penny Dreadful

Dopo aver parlato della Birmingham di Peaky Blinders restiamo in Inghilterra e torniamo indietro nel tempo, di appena 30 anni che però cambiano completamente ogni punto di vista. In Penny Dreadful siamo nella Londra di fine 800, negli ultimi anni della lunghissima età vittoriana. Quest’epoca della storia inglese viene globalmente considerata un’era di splendore e progresso, ma se andiamo a vedere molte rappresentazioni sia seriali che cinematografiche ambientate in questi anni, ci restituiscono un ritratto diverso. Per comprendere al meglio l’età vittoriana è consigliata la letteratura di quel capolavoro che è Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson: un romanzo che, con un’ampia metafora, ci mostra le due facce opposte della società in quegli anni.

Penny Dreadful ci restituisce alla perfezione il lato oscuro, che è anche il più interessante, di quella medaglia che è la società l‘età vittoriana. I demoni, nella serie di Showtime, sono presenti in carne e ossa e non potrebbero trovare luogo d’azione più congeniale della Londra di fine 800. Nell’ultimo decennio del XX secolo l’età vittoriana ha ormai raggiunto il suo culmine, tutti i vizi fino ad allora celati stanno ormai debordando e ci avviciniamo, a ritmo sempre più incalzante, a quel 900 in cui i demoni diventeranno reali coi due conflitti mondiali. Londra è chiaramente la città che fa da catalizzatore a tutte le ambiguità dell’età vittoriana e Penny Dreadful ce le restituisce al meglio, rendendo la stessa Londra una delle mostruose creature protagoniste della serie.

La Los Angeles di Lucifer

Chiudiamo questa rassegna tornando in America, in un’altra delle città più rappresentate nel mondo delle serie tv. Se New York è lusso, frenesia e romanticismo, Los Angeles è la città delle stelle, delle feste e del relax. Los Angeles è la realtà che fa da sfondo a Lucifer e non è un caso se il diavolo, per vivere la sua esperienza sulla Terra, ha scelto proprio la California. Possiamo spingerci a dire che, nella serie, Los Angeles è una sorta di alter ego di Lucifer stesso, uno specchio della personalità del diavolo incarnato da Tom Ellis.

Lucifer presenta quella faccia felice e spensierata che ha Los Angeles, quell’aura da divo di Hollywood che può godersi, senza pensieri, il caldo sole della California e le sue ricche spiagge. In realtà, proprio come la città, il protagonista della serie tratta dai fumetti Vertigo ha un’anima molto più complessa e ambivalente di quello che dà a vedere. Dietro la sua facciata patinata ed elegante, Los Angeles nasconde molte più complessità di quello che sembrerebbe, molte delle quali derivanti proprio dalla presenza della grande industria cinematografica, che attira personalità e situazioni di ogni tipo. Una complessa stratificazione, che si rispecchia alla perfezione nel carattere di Lucifer. Guardando Los Angeles, possiamo vedere la vera anima del diavolo dipinta nella serie ed è come se il personaggio e la città vivessero una sorta di co-protagonismo in un profondo gioco di rimandi e corrispondenze.