Sì padre, sono colpevole. Colpevole. Non è questo che volevate sentire?[…] No di quello sono innocente, ma sono colpevole di un crimine più truce ed empio. Essere un nano, la mia colpa è questa. […] Oh sì invece, sono sotto processo per questo dal primo vagito che ho fatto.[…] Non sono stato io. Non ho ucciso io Joffrey ma vorrei tanto averlo fatto. Guardare quel tuo perfido bastardo morire mi ha dato più piacere di centinaia sgualdrine bugiarde.
Vorrei tanto essere il mostro che credete che io sia. Vorrei avere veleno a sufficienza per tutti quanti voi. Sarei felice di dare la mia stessa vita per guardare mentre lo inghiottite.[…] Non ho alcuna intenzione di dare la mia vita per l’omicidio di Joffrey e so che in quest’aula non riceverò alcuna giustizia. Lascerò pertanto agli dei decidere il mio fato. Io reclamo un processo per combattimento!
Moltissimi sono stati i monologhi di questa Serie Tv che avrei voluto inserire, e non è stato facile sceglierne solo uno.
La mia scelta è ricaduta proprio su questa specie di arringa della quarta stagione, in cui emerge un Tyrion come non l’avevamo mai visto. Pur facendo sempre sfoggio di tutta la sua ottima dialettica, qui Tyrion prima implode, per poi esplodere. Dinanzi all’ennesima angheria e ingiustizia perpetrata a carico dalla sua famiglia, contro di lui, inveisce e non ce n’è per nessuno. Il veleno di cui parla rende mortifera ogni sua parola. Eppure non c’è un eccesso irrazionale nelle sue parole nonostante il tono da cane rabbioso: ogni singola parola di Tyrion rispecchia la realtà di ciò che pensa. Dalla colpa per essere un nano, al desiderio di vedere Joffrey morto, senza risparmiare il popolo di Approdo del Re che gli ha voltato le spalle. Queste sono le parole di chi non ha più nulla da perdere e sferra colpi sino all’ultimo, prima di soccombere.
Questo monologo al vetriolo sarà fondamentale ai fini della story-line della Serie Tv, che porterà Tyrion oltremare, a fianco di Daenerys e contro la sua stessa famiglia.
