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Si scrive Channel 4, si legge Serie Tv di qualità

Ah, le Serie Tv inglesi! L’accento british, i volti scavati, i giochi di parole, la comicità sottile e inimitabile, la brevità delle stagioni. Ammettiamolo, gli inglesi sono in molti casi spanne avanti rispetto ai loro cugini americani.

Per chi non avesse familiarità con lo zapping inglese, il loro servizio televisivo pubblico è la BBC, il primo broadcaster del mondo, che iniziò le prime trasmissioni sperimentali addirittura nel 1922. Storicamente, oltre a BBC1 e BBC2, i nostri amici di oltremanica avevano a disposizione un terzo canale privato, formato da vari canali locali indipendenti: la ITV.

Nei primi anni ’80 fu deciso di dare una nuova concessione televisiva per formare un quarto canale, sempre pubblico ma finanziato solo dalla pubblicità e non dal canone (anche se è capitato che alcuni fondi destinati alla BBC – che invece è senza pubblicità – dovessero essere reindirizzati per aiutarli a restare in piedi): il nostro amato Channel 4, appunto.

La grande svolta di questo canale è che fu ideato per essere un publisher-broadcaster, cioè per commissionare e/o acquistare esternamente i propri prodotti, al contrario della BBC che è solita autoprodursi (anche se a partire dagli anni ’90 acquista esternamente per legge il 25% dei propri programmi). In pratica spezzò il duopolio che vedeva costretti gli ideatori di format e show a dover lavorare direttamente per la rete pubblica o ad avere come unico acquirente ITV.

Channel 4, crescendo, si è sempre dimostrato il più innovativo nel puntare sulle nuove tendenze e sui nuovi programmi. Ad esempio fu proprio Channel 4 a portare in UK “Big Brother“, il reality show di format olandese che fece ascolti clamorosi nel mondo nel 2000 (quell’anno da noi il Grande Fratello esordì su Canale 5).

Ma passando alle Serie Tv, Channel 4 è sicuramente un canale di quelli da amare incondizionatamente, come possono essere HBO, Showtime o AMC in USA, per l’alta qualità dei prodotti seriali che ci ha offerto in questi ultimi vent’anni.

Fu proprio quasi vent’anni fa, nel 1999, che Channel 4 dimostrò per la prima volta la genialità d’avanguardia che aveva intenzione di portare nel palinsesto inglese, mandando in onda Spaced! Questa Serie Tv semisconosciuta (arrivata in Italia solo nel 2006 su Jimmy) ha tra i suoi ideatori gli interpreti Jessica Hynes e Simon Pegg, e il regista Edgar Wright, diventato in seguito autore di culto per la new comedy inglese grazie alla sua esilarante Trilogia del Cornetto. La Serie segue le vicende di un gruppo di nerd (ben prima che i nerd in tv diventassero di moda, vero 2007?) e delle loro spassose e verosimili vicende.

Nello stesso anno Channel 4 manda in onda un’altra Serie Tv fuori dagli schemi: Queer as Folk. La Serie prende il nome da un detto diffuso nel nord dell’Inghilterra: «there’s nought so queer as folk», che significa «non c’è nulla di così strano come la gente», dove la parola queer significa strano, ma può assumere anche il significato di omosessuale. L’autore è Russel T. Davies, lo stesso che resusciterà Doctor Who per la BBC nel 2005 e ne terrà il timone per le prime quattro stagioni (nono e decimo Dottore), mentre la Serie Tv è un affresco della vita cittadina di alcuni personaggi gay molto diversi tra loro a Manchester (uno di loro è Charlie Hunnam, così per dire).

Entrambe le Serie non faranno immediatamente breccia sul pubblico, e vivranno solo per due stagioni (anche se Queer as Folk ha avuto un omonimo remake americano di 5 stagioni, molto più esplicito).

L’anno successivo inizia Black Books, una sitcom ambientata nell’omonima libreria che segue le vicende del proprietario Bernard Black, del suo assistente Manny Bianco e della sua vecchia amica Fran Katzenjammer. Bernard è un misantropo antipatico e alcolizzato che maltratta tutti, tranne l’eccentrica Fran. Vittima del suo caratteraccio è anche il socievole Manny, ottimista di natura che mantiene sempre la calma. In molti episodi Fran e Manny cercheranno di spingere Bernard verso comportamenti socialmente più accettabili scontrandosi col suo nichilismo. La Serie, nel corso delle sue 3 stagioni, ha vinto due BAFTA per la miglior comedy (nel 2001 e nel 2005).

Nel 2003 arriva un’altra Serie innovativa, nominata ai BAFTA, e con protagonista (nelle prime due stagioni) Andrew Lincoln prima della barba hipster: Teachers. La Serie, come intuibile dal titolo, segue le vicende di alcuni professori del liceo, nelle loro vicende umane e lavorative. Andrà avanti per 4 stagioni, anche se con numerosi cambi di cast, non tutti spiegati dalla trama.
Sempre nello stesso anno Channel 4 manda in onda la Serie Tv trionfatrice di quell’edizione dei BAFTA: Buried. Un crime drama di una sola stagione ambientato in una prigione, che segue le vicende di un criminale che si trova rinchiuso con una sentenza a lungo termine e che deve adattarsi alla sua nuova vita.

Sempre nel 2003 inizia Peep Show, comedy che ha fatto incetta di BAFTA e che con le sue 9 stagioni è andata avanti fino al 2015. La Serie segue le voluttuose avventure di Mark e Jez, due amici che condividono un appartamento a Croydon, nella zona sud di Londra, pur essendo caratterialmente agli antipodi. Stilisticamente fa un uso ricorrente della ripresa POV (point of view, da cui il titolo: i Peep Show sono i locali in cui si “spiano” spettacoli erotici dietro un vetro trasparente) e della voce-pensiero dei due protagonisti. La Serie Tv ha il vanto di essere la più longeva nella storia di Channel 4.

L’anno successivo ci viene presentata una disfunzionale famiglia di Manchester a cui sarà impossibile non affezionarsi. Il padre alcolizzato si chiama Frank e i figli sono Fiona, Lip, Ian, Debbie, Carl e Liam. Vi dice qualcosa? Ebbene sì, sto parlando proprio di Shameless, che prima del fortunatissimo remake americano ambientato a Chicago e tuttora in onda su Showtime dal 2011, ha avuto ben 11 stagioni in UK.

Curiosità per gli appassionati: il personaggio di Steve, grande e folle amore di Fiona, in questa versione fu interpretato da James McAvoy! Tuttora i fan più accaniti dibattono animatamente su quale sia la versione migliore tra quella originale inglese e quella celebre statunitense. Il dubbio resta ma il creatore Paul Abbott, l’uomo che si cela dietro a entrambe le versioni, a mio parere ha saputo sfruttare ottimamente in un caso la follia di un piccolo canale all’avanguardia, nell’altro l’assenza di limiti di un grande network in ascesa.

Nello stesso anno arriva una sitcom atipica: Green Wing. Ambientata completamente in un ospedale, la Serie non presenta storyline di tipo medico: l’azione viene portata avanti dai bizzarri protagonisti e dalle loro storie, giocando sull’assurdo, sugli sketch ricorrenti e sull’utilizzo di sequenze rallentate o velocizzate per enfatizzare il linguaggio del corpo dei personaggi.

Nel 2005 tornano le tematiche LGBT con Sugar Rush, una Serie incentrata sulla quindicenne omosessuale Kim, trasferitasi da Londra a Brighton e diventata ossessionata dalla sua nuova migliore amica Sugar che, totalmente ignara dei suoi sentimenti, la trascina nel suo mondo di sigarette, alcol, droghe e sesso casuale con ragazzi più grandi. La sigla è One Way or Another dei Blondie (coff coff Stranger Things coff coff) e la Serie Tv, composta da due stagioni, viene nominata ai BAFTA e agli Emmy.

Nel 2006 è andata in onda una delle mie comedy preferite: The IT Crowd. Serie di culto per molti appassionati, di cui è stato tentato anche un temibile remake americano shot-for-shot (ne parliamo in questo articolo), tratta del team tecnico di una società londinese, composto da due nerd strambi e socialmente inetti a cui viene affiancata una manager senza alcuna competenza tecnica. La Serie Tv è esilarante per chi ama l’umorismo britannico ed è composta da 4 stagioni di sei episodi.

Nel 2007 invece è la volta di Skins, un teen drama fra i migliori del genere (almeno per quanto riguarda la prima generazione), ambientato a Bristol e che per primo (vero Thirteen Reasons Why?) ha affrontato problemi e disturbi adolescenziali come l’uso di droghe, la sessualità, i disordini alimentari, le malattie mentali e perfino la morte. Per la prima volta la Serie non passa sottotono e ha molto successo fin da subito, in patria e all’estero. Durerà sette stagioni, anche se con “cambi generazionali” ogni due stagioni.

Un altro asso nella manica arriva nel 2008 quando, dalla penna di Charlie Brooker (immensamente famoso oggi per Black Mirror), arriva Dead Set: una miniserie su una terribile apocalisse zombie (prima che gli zombie cominciassero a essere onnipresenti) seguita dal punto di vista di alcuni tra i pochi superstiti: i partecipanti del Grande Fratello. Notate anche voi una certa genialità mista ad autoironia in tutto questo, vero?

Misfits

Nel 2009 è il turno di un’altra Serie Tv imperdibile: Misfits! I supereroi non erano ancora mainstream come oggi, ma lo stavano per diventare. Misfits è esattamente la Serie Tv giusta al momento giusto, raccontando di un gruppo di adolescenti costretti ai lavori sociali che entra in possesso di superpoteri straordinari. Se ve la siete persa, non temete: gli amici statunitensi stanno per farne un remake. La Serie Tv originale è andata in onda per 5 stagioni, subendo però il solito cambio di cast alla fine della terza.

Nell’ultimo decennio Channel 4 ha continuato a sorprendere gli spettatori affidandosi di nuovo nelle sapienti mani di Charlie Brooker, provocatore di professione. Il 4 dicembre 2011 un episodio sconvolgente mette di fronte il pubblico inglese a una questione grottesca: la Principessa è stata rapita e la richiesta di riscatto consiste nella trasmissione a reti unificate di un intero rapporto sessuale tra il Primo Ministro e una scrofa. Immagino che molti di voi abbiano capito di quale Serie sto parlando. Ovviamente si tratta proprio di Black Mirror, le cui prime due stagioni (composte da tre episodi ciascuna più un magnifico special natalizio) sono andate in onda proprio su Channel 4 tra il 2011 e il 2014.

La Serie Tv è stata successivamente acquistata dal colosso statunitense dello streaming Netflix che ha prodotto altre due stagioni negli ultimi due anni, aggiungendo all’opera altre dodici puntate. Caratteristica di questa Serie antologica, se ancora qualcuno non la conoscesse, è di avere scenari e personaggi diversi per ognuno dei diciannove episodi finora trasmessi, col tema comune di affrontare il lato oscuro di tecnologia e media (da qui lo schermo nero del titolo).

rae earl

Nel 2013 arriva sugli schermi di Channel 4 My Mad Fat Diary, una Serie ambientata a Stamford, nel Lincolnshire, durante gli anni ’90 e che ancora una volta mette in scena un’adolescente: Rae Earl, sedicenne in sovrappeso con seri problemi di autostima, appena tornata in città dopo aver trascorso quattro mesi in un ospedale psichiatrico, decisa a impressionare Chloe e gli altri amici, ignari dei suoi problemi di salute mentale e convinti che lei abbia trascorso un periodo di studio in Francia. Non il solito teen drama!

utopia

Sempre nel 2013 va in onda una Serie Tv diventata cult: Utopia. La trama ruota attorno a un gruppo eterogeneo di personaggi composto da una dottoranda in cerca di risposte, un consulente informatico annoiato, un complottista dal nome improbabile, un ragazzino con problemi familiari e l’ineffabile Jessica Hyde (di cui abbiamo provato a parlare in quest’articolo) che si scontrano con un’organizzazione orwelliana chiamata The Network. La Serie Tv sta per avere un remake americano a opera di Amazon Prime.

Nel 2015 è il turno invece di Humans, Serie fantascientifica, remake della svedese Real Humans, che esplora i temi dell’intelligenza artificiale e della robotica, concentrandosi sull’impatto sociale, culturale e psicologico dell’invenzione di robot antropomorfi chiamati “synth”. La Serie ha avuto una seconda stagione nel 2016 e ne sta avendo una terza, iniziata da poche settimane.

Nello stesso anno Paul Abbott torna nei bassifondi di Manchester per creare un poliziesco dall’emblematico titolo No Offence, letteralmente “nessun reato”. Protagonista della Serie è l’ispettrice Viv Deering, interpretata da Joanna Scanlan. La prima stagione racconta dell’indagine per fermare un serial killer di ragazze affette dalla sindrome di Down; la seconda della lotta contro una temibile boss locale; la terza è attualmente in produzione.

Serie Tv

L’ultimo gioiellino di questo magnifico broadcaster sono quasi certo che lo conoscete tutti: è una dark comedy, i protagonisti sono un diciassettenne di nome Alex che si crede uno psicopatico e una coetanea ribelle di nome Alyssa e racconta della loro tumultuosa fuga dalla realtà. Avete già capito di cosa sto parlando? Naturalmente di The End of the F***ing World, distribuita con successo nel nostro paese da Netflix. Di questa Serie se n’è parlato tantissimo negli ultimi mesi, ma se volete un punto di vista fuori dal coro vi consiglio di leggere quest’articolo.

In questo viaggio abbiamo ricapitolato alcune tra le migliori Serie Tv andate in onda su Channel 4. Non tutte hanno avuto il successo che meritavano, ma sicuramente tutte avevano una qualità sopra la media, unita a una certa dose di incoscienza capace di assumersi il rischio di affrontare temi scomodi e non sempre adatti al grande pubblico. Il network ha saputo raccontare le problematiche degli adolescenti e della comunità LGBT in modo esplicito, veritiero e rispettoso; ed è riuscita a farlo in più di un’occasione. Come se non bastasse, si è distinto per aver dato spazio a comedy tanto geniali quanto innovative e a Serie Tv diventate autentici cult.

Pur avendo grossi problemi di budget (spesso sfociati in premature cancellazioni o in odiosi recasting tra una stagione e la successiva) Channel 4 si è sempre dimostrato un network audace e intelligente, capace di avere tra le sue fila giovani autori emergenti che in pochi anni avrebbero conquistato la meritata fama, senza mai dimenticare da dove fossero partiti e quale fosse il primo network a credere nelle loro capacità.

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