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5 Serie Tv HBO che non sono riuscite a fare l’atteso salto di qualità

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Serie Tv HBO come We Own This City, The Third Day, Raised by Wolves, The Deuce, Made for Love

Spesso succede che anche le più grandi produzioni come quelle HBO, o le produzioni con le più grandi aspettative, falliscano. Anche se la parola fallire può essere esagerata, può succedere che alcune serie televisive che hanno grandi ambizioni non riescano a trovare la via giusta per il successo. Il connubio che esiste tra una serie di qualità e il suo successo è dato da una formula segreta che conoscono pochi autori (alcuni dei quali sono proprio quelli HBO, considerando il successo enorme di alcuni loro prodotti) e su cui molti spettatori non indagano, si limitano a goderne. Eppure, una ricetta deve esserci e possiamo immaginare che alcuni degli ingredienti siano la scrittura, la passione, la competenza e anche lo studio del pubblico di destinazione. Nonostante questo, accade molto spesso (soprattutto in un’epoca in cui i prodotti multimediali competono l’uno con l’altro senza sosta) che un prodotto di qualità, con una grande produzione, con un’ottima sceneggiatura e un potenziale altissimo, non riesca nel suo intento. E non si parla solo di successo: di base, il grande successo potrebbe anche non essere l’obiettivo principale. Il gap si crea nel momento in cui quel prodotto non riesce a fare il cosiddetto salto di qualità, cioè non riesce a mettersi in gioco, ad andare oltre le prime aspettative. HBO è una casa di produzione che sa cosa vuol dire lavorare bene sulla serie tv e che ha spesso delle idee magnifiche e molto originali ma che spesso non trovano il giusto aggancio per progredire e per essere davvero quello che meriterebbero. Alcuni dei titoli che andremo ad elencare sono dei veri e propri piccoli capolavori di scrittura ma, per un motivo e per un altro, non sono mai riuscite ad evolversi.

1. We Own This City (HBO, 2022)

Pe semplificare si potrebbe semplicemente dire che siamo a Baltimora e la città è controllata da un dipartimento di polizia corrotto. Ma per andare più a fondo è necessario analizzare We Own This City con gli occhi del suo autore, David Simon, che porta avanti la serie come un naturale prolungamento del grande successo di The Wire. Simon è avvezzo al genere politico e di inchiesta e, con We Own This City, non si smentisce; la storia del sergente Wayne Jenkins e della sua squadra di poliziotti è più che altro incentrata sul degrado fisico e morale che i suoi uomini devono affrontare nella città che dovrebbero amministrare. Il tema principale attorno al quale si delinea l’intera serie è l’inchiesta sulla corruzione della squadra operativa di Jenkins (interpretato da un bravissimo Jon Bernthal), inchiesta che si basa su una doppia linea di narrazione che prende in considerazione anche la visione dei poliziotti stessi convinti di fare un buon lavoro con i mezzi a loro disposizione. Probabilmente ciò che non ha permesso a We Own This City di fare un vero salto di qualità è stato il formato scelto, quello della miniserie, che lascia poco respiro allo svolgimento della trama e che, allo stesso tempo, appare anche troppo lungo per raccontare un’unica storia.

We Own this City HBO

2. The Third Day (2020)

The Third Day è un luogo, è il luogo in cui viene girato: l’isola di Osea. L’intera narrazione si basa sull’ambiente che circonda i protagonisti e questi ultimi sembrano completamente avvolti dalla natura che li ospita. L’isola è un posto criptico, ambiguo e quasi onirico che lascia spazio ad incubi e allucinazioni come fossero compagni di viaggio. The Third Day, diviso in tre parti tra loro indipendenti e allo stesso tempo collegate, è una serie che ha delle reminiscenze horror ma anche thriller e drammatiche. Jude Law, Naomie Harris e Florence Welsh sono solo alcuni dei grandi artisti che daranno voce a rituali mistici intrecciati al folklore. Insomma, The Third Day è un’esperienza immersiva piuttosto particolare e sicuramente non adatta a tutti. Motivo per il quale ha faticato molto a prendersi il suo spazio e ad essere compresa a pieno.

The Third Day HBO

3. Raised by Wolves (HBO, 2020)

Tra i produttori si legge anche il nome di Ridley Scott, e chiunque l’abbia vista lo ha indovinato subito. Raised by Wolves è una serie HBO, distopica e fantascientifica allo stesso tempo che gira attorno al tema della religione e del conflitto tra ateismo e fede. La Terra è ormai un posto inospitale, dove per sopravvivere bisogna solo scappare. E i Mitraici, detentori del potere del futuro e fedeli alla religione, trovano una soluzione abitando una nave spaziale lontano dalla Terra e dagli atei, che sono loro sottomessi. L’idea è sviluppata come un grande flashback a spiegazione della trama, che si srotola come una narrazione lineare e piuttosto angosciante. Raised By Wolves ha due stagioni al momento e pare che già con la seconda il fandom abbia perso un po’ di quell’interessamento che era nato al suo esordio. Come spesso succede, Raised By Wolves sembra essere vittima di un evento di hype, che porta il pubblico ad una frenesia collettiva che va scemando con lo svolgimento di trame che, a poco a poco, non riescono ad evolversi.

4. The Deuce (HBO, 2017)

New York, 1971. Si parte da James Franco che interpreta un barista italo americano (e anche il suo gemello identico) e squattrinato che è costretto a fare due lavori per mantenere una moglie che non lo ama più e dei figli che non vede mai. Siamo nella New York degli anni Settanta, appunto, dove la prostituzione, la droga e la mafia la fanno da padrone. The Deuce è un quartiere della grande mela che diventa famoso proprio per queste tre cose. In questo scenario Maggie Gyllenhaal interpreta una prostituta che se la cava da sola, non ha dei protettori e non vuole averne ma è quindi costretta a fare molta più attenzione quando è sola per la strada. Troverà la sua apparente soluzione nella via del porno (sottotitolo della serie), cioè nel cinema a luci rosse, prima da attrice e poi da aspirante regista. The Deuce è uno specchio di quella New York in quegli anni particolari, dove bisognava trovare un modo per sopravvivere e allo stesso tempo anche un modo per ingannare un sistema piuttosto denigrante. La penna è di nuovo quella di David Simon e l’atteso salto di qualità sembra sfumare dopo una flebile speranza: The Deuce viene infatti rinnovato inizialmente da HBO per tre stagioni, che non riescono però a convincere fino in fondo. Complici le accuse del Me Too a James Franco, l’anno dell’uscita della seconda stagione, The Deuce ha dovuto adattarsi e cambiare leggermente registro, il che l’ha portata probabilmente a sfumare.

5. Made for Love (2021)

Esperimento sci-fi? Dark comedy? Comunque lo si voglia chiamare, Made for Love è una serie HBO incentrata sul futuro: siamo in un mondo apparentemente idilliaco ed esiste un chip che può legare indissolubilmente due persone che si amano o che sono obbligate ad amarsi. Ma Hazel non ci sta, o meglio ci sta per circa dieci anni, fino a che non si accorge dell’amara verità. Quindi scappa, corre a casa dal padre dove ricorda di avere un elicottero pronto per la fuga. Ma l’elicottero non c’è, il padre ha problemi affettivi e tutto il suo vecchio paese la guarda con occhi molto diversi. Nel frattempo, ha quel maledetto chip impiantato in testa e la sua metà, che la sta inseguendo, può vedere ogni sua azione. Tratto dal romanzo omonimo di Alissa Nutting, Made for Love sembra essere una sorta di mix tra Black Mirror, Love Death & Robots e una comedy qualunque. E il problema è forse proprio questo: Made for Love viene cancellata dopo la seconda stagione e uno dei motivi è probabilmente la confusione sul pubblico di riferimento. Appare, infatti, molto difficile capire a chi sia effettivamente rivolta e il mix di generi diversi non aiuta il suo inquadramento.

Made for Love