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Serie TV - Hall of Series » RECENSIONI » L’ipocrisia ha il volto di Tell Me Lies

L’ipocrisia ha il volto di Tell Me Lies

L’amore tossico è stato al centro di diverse Serie Tv, e non solo. Come un veleno che si fa spazio dentro chi lo vive, la disfunzionalità dei rapporti si è imposta dentro grandi prodotti che non avevano di certo l’intenzione di raccontarlo in quel senso così soffocante che alla fine ha messo in scena. Perfino Ross e Rachel, due protagonisti di una semplice (ma grande) comedy anni 90, ne sono stati un esempio, anche se adesso sembriamo essercene dimenticati. Ma non sono stati i soli. Molte grandi Serie Tv hanno messo in scena un legame che non sempre faceva del bene ai due che ne prendevano parte. Jax e Tara ne sono stati di certo un ennesimo esempio, e così via per altri mille nomi. Per questa ragione l’idea di Emma Roberts di produrre una Serie Tv che trattasse nello specifico questo argomento sembrava un’idea vincente, ma se c’è una cosa che abbiamo scoperto in questi lunghi anni spesi dietro i più svariati racconti seriali è che non sempre importa l’idea, la differenza la fa il come: come viene svolta, come viene raccontata, come viene messa in atto. Tell Me Lies è arrivata sulla piattaforma streaming Disney+ con l’intento di raccontare le parti più scomode e crudeli della disfunzionalità di certi legami, le conseguenze degli amori tossici su se stessi e sugli altri, ma l’impresa non è riuscita restituendo al pubblico un concentrato di trash, cliché, stereotipi e personaggi privi di anima.

Da manuale delle relazioni tossiche, Tell Me Lies diventa presto un racconto forzato che cerca di essere grande, fallendo miseramente.

Tell Me Lies (640×360)

Tratto dall’omonimo romanzo di Carole Lovering, Tell Me Lies arriva prima su Hulu e poi su Disney+ sotto la produzione di Emma Roberts. La serie, nel dettaglio, racconta la storia di Lucy e Stephen, due ragazzi che intraprendono una relazione durante i primi anni del college. Il pilot inizia partendo dalla fine della storia nell’anno 2015, quando oramai è tutto già accaduto. Lucy e Stephen ci sono già stati, gli eventi sconvolgenti sono già accaduti, il college è oramai solo un ricordo vecchio di quattro anni. Ad una festa di fidanzamento, i due si rivedono e si scambiano quel tipico sguardo di chi ha passato insieme una parte importante e fondamentale della propria vita, una parte che ha segnato per sempre il loro cammino. Dopo quello sguardo non c’è più niente, soltanto il passato.

Tell Me Lies ci riporta infatti indietro al primo anno di college di Lucy raccontandoci, così, passo passo, tutti gli eventi che sconvolsero per sempre le loro vite. La narrazione non si limita a raccontare il legame disfunzionale dei due protagonisti, ma anche l’effetto che questo ebbe sulle vite degli altri. Per non farsi mancare niente, la serie aggiunge anche una sottotrama misteriosa che vede al centro della narrazione l’incidente in auto della coinquilina di Lucy, un evento drammatico che in qualche modo coinvolge tutti. Ognuno dei protagonisti principali sembra infatti farne in qualche modo parte. C’è chi sa e non parla, chi ne ha fatto parte, chi lo ha provocato. Tutti i protagonisti portano con loro il peso di una bugia che li logora da dentro condizionando così la fitta rete di legami che si crea, man mano, durante la serie.

L’intenzione di Tell Me Lies è infatti quella di mostrare la tossicità del rapporto tra Stephen e Lucy, dimenticando che in realtà ogni rapporto messo in atto è disfunzionale e vede coinvolte sia le altre coppie che le amicizie. Nessuno può vantare, all’interno della serie, un legame puro e fatto solo di bene. Tutti sprofondano infatti all’interno di una solitudine che li devasta e li logora, ma il loro dolore non abbatte mai la parete lasciando praticamente immacolata l’empatia del telespettatore. Tell Me Lies, nonostante la tematica forte proposta, non riesce infatti a risvegliare l’emotività di chi la vede, imponendosi soltanto come una Serie Tv spudoratamente trash che finge di non esserlo.

Lucy, Tell Me Lies (640×360)

I personaggi, rivisitando una celeberrima citazione di Boris, sono troppo americani. All’interno della narrazione sono presenti infatti tutti i cliché che abbiamo già visto e rivisto nelle produzioni americane statunitensi, e vanno dal bicchiere rosso al college in cui – non si sa come – tutti prendono A anche se non hanno mai aperto un libro. Le feste, il sesso sfrenato, la tossicodipendenza e il divertimento sono infatti il pane quotidiano di questa serie che cerca di narrare un argomento interessante e profondo soltanto sulla base della superficiale vita americana che ci è stata già raccontate nella maggior parte delle produzioni che abbiamo visto. A parte Stephen, nessuno sembra avere le idee chiare su cosa voglia fare o diventare. Ognuno dei protagonisti vive in funzione soltanto di un momento della vita che è già passato e che non li vede più adolescenti, ma giovani adulti. Sono superficiali perché non possiedono alcuna anima, perché la loro scrittura è priva di fondamenta capaci di reggerli in piedi.

La tematica dell’amore tossico in Tell Me Lies viene raccontata per questo in modo estremamente superficiale, facendo così fallire le presunte intenzioni onorevoli della serie. In un certo senso, è come se questa oscurasse la tematica con un registro che nasconde e annulla totalmente il suo intento che, pur di colorarsi di tanti colori, finisce per non esserne alcuno. Il voler far tanto ha portato Tell Me Lies a non essere niente, riducendola a essere un comunissimo racconto adolescenziale tirato fuori da Wattpad. Gli eventi che la serie narra cercano in tutti i modi di tirare fuori l’anima dei personaggi, la loro eterna disperazione, ma non è questo ciò che avviene. Alla fine, l’unica cosa che accade è che nel giro di pochissime puntate finiamo per odiare chiunque di loro, perfino la protagonista. Non proviamo mai tenerezza perché la loro assenza di anima ci porta soltanto a costruire una parete tra noi e loro, provocandoci una reazione che le migliori Serie Tv (ma non solo) non ci hanno mai provocato. Di fronte a Tell Me Lies, infatti, ci comportiamo soltanto da telespettatori. Assistiamo al degrado dei protagonisti, alla loro disperazione, ma non ce ne importa assolutamente niente. Ognuno di loro ha tirato fuori il peggio dall’altro, portandoci soltanto a disprezzarli per quello che hanno fatto.

Sulla carta Tell Me Lies è una Serie Tv che avrebbe potuto essere tanto, un prodotto che finalmente sdogana l’argomento delle relazioni tossiche senza mai confondere questo argomento con l’amore, ma così non è stato. Siamo consapevoli di quanto i loro legami siano tossici, ma questo non basta per rendergli onore. Tell Me Lies ha preferito tingersi di uno spudorato trash che di certo farà trascorrere qualche ora di sano intrattenimento agli appassionati del genere, ma non era questo l’intento di questo prodotto. La serie voleva essere profonda, voleva diventare il manuale delle relazioni tossiche, ma questo non è ciò che è accaduto. Di fronte al suo potenziale, Tell Me Lies ha scelto inconsapevolmente di prediligere il racconto trash e stucchevole di un branco di ragazzini che abbiamo già visto in altre produzioni, con la differenza che – almeno lì – il trash era voluto. Sapevano quel che facevano, il loro intento camminava di pari passo con la narrazione, niente è andato perdendosi per strada. In questo caso il potenziale è stato smarrito e disperso nel nulla che i personaggi portano dentro di loro. Da Serie Tv onesta, Tell Me Lies diventa così un prodotto ipocrita che cerca di sdoganare una tematica sociale diffusa, ma finisce per fare lo stesso gioco di molti altri prodotti americani che però, almeno, non hanno mai cercato d’insegnar niente a nessuno.

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