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My Roanoke Nightmare, il trip oscuro di American Horror Story 6

Episodio 6×4: My Roanoke schifo

No, tranquilli! Il titolo non si riferisce alla qualità della puntata, sebbene debba ammettere di aver trovato più interessante la 6×3. Ho solo l’impressione che Roanoke stia cercando di diventare la più macabra tra le stagioni di AHS, perciò mi è sembrato opportuno parlare di cose schifose.

Si comincia alla grande con un incontro poco piacevole tra Shelby e Mister Piggy, noto anche come l’uomo maiale: una creatura formata da una testa di porco montata su un corpo umano, la quale ovviamente non ha intenzioni pacifiche. Il collegamento con il Minotauro di Coven è sin troppo scontato e sono sicura che non sia sfuggito a nessuno… Beh, la storia dell’amante di Marie Laveau era molto triste (dopo essere stata separata da lui, la strega lo trasformò in mostro affinché tormentasse Delphine), quella di Mister Piggy non la conosciamo ancora.

Comunque, proprio quando Shelby e Matt stanno per intonare le ultime preghiere, all’improvviso compare il precedente proprietario della casa (nonché autore del video in cui si racconta la vicenda delle infermiere pazze); con disinvoltura si volta verso l’uomo maiale, grida “Croatoan” e la bestia scompare.

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Si scopre allora che il misterioso vocabolo pronunciato prima dai due Polk, poi da Cricket e infine da Elias Cunningham è una parola magica, che per il momento salva i Miller dal finire sbranati nelle fauci di un suino gigante. Ah, naturalmente il nuovo arrivato è un professore un po’ matto, perché è tradizione che quando i protagonisti di una storia non riescono a venire a capo di una faccenda debba intervenire lui, il deus ex machina fornito di tutte le risposte!

Scherzo, scherzo. In effetti il dottor Cunningham sembra un ottimo personaggio, ma non ho ancora capito se mi fido davvero di lui o devo aspettarmi qualche malvagio risvolto.

Iniziano così gli spiegoni del caso, corredati dalla cronaca di quanto successo ai precedenti proprietari della casa, per l’esattezza a una famiglia di immigrati cinesi desiderosi di cambiare nazionalità (spassosissima la scena in cui li si vede mangiare con i vassoi davanti alla tv, in una bizzarra imitazione dell’americano medio) e alle due infermiere.

Ed è qui che entra in gioco il “fattore schifo“. O meglio, è stato presente fin dall’inizio nel sudiciume di quei maledetti maiali, nel sangue, nei riti bestiali celebrati nelle foreste di Roanoke… Però vedere le braccia di una delle sorelle pazze letteralmente strappate via dal resto del corpo (mentre Tomasyn urla “Tirate! Tirate!“) è stata un’esperienza piuttosto grottesca.

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La sequenza in cui la Macellaia e i suoi seguaci si schierano di fronte alla famigliola cinese reggendo bastoni infuocati è un omaggio alla tipica immagine dei coloni seicenteschi che si recano con fiaccole e forconi a cacciare gli ospiti indesiderati dal loro territorio: solo che nel nostro caso non si tratta di persone normali che vanno a stanare una strega o un losco individuo, ma di spettri che perseguitano quattro esseri umani innocenti.

Dunque Roanoke è una stagione votata al macabro. Non dobbiamo però confondere un equilibrato gusto per l’orrido con le esagerazioni immotivate di Freak Show e ancora più di Hotel: no, pare che gli autori della serie abbiano aggiustato il tiro da questo punto di vista, ed è cosa buona e giusta.

Ma torniamo all’episodio. Grazie al professore apprendiamo che il tempo dei Miller sta per scadere, poiché i fantasmi possono uccidere le vittime prescelte solo in un determinato periodo dell’anno (sicuramente nel mese di ottobre, però non ho capito bene la questione delle lune: dire dal giorno x al giorno y era troppo difficile? XD) e tale periodo sta per cominciare.

Prima di levare le tende e cercare di sfuggire alla caccia all’invasore, Shelby e Matt devono trovare Flora. E quando Elias scopre che è Priscilla a trattenere la bambina, se ne esce con la frase più geniale di tutto l’episodio:

Priscilla?

La conosci?

So dove le piace giocare

Per la cronaca, Priscilla è lo spettro di una ragazzina.

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Inizia quindi l’ennesima scampagnata nei boschi di Roanoke, durante la quale accadono in successione questi eventi: uomini con la testa spaccata a metà compaiono dal nulla (cosa dicevamo dello schifo?), gli spiriti diventano visibili perché, come abbiamo accennato, in certi momenti dell’anno il loro potere aumenta (anche in Murder House avevamo un fenomeno simile, ricordate? Per trecentosessantaquattro giorni i fantasmi erano costretti a restare nella casa infestata, ma la notte di Halloween erano liberi di andare dove desideravano), Flora viene sorpresa dagli zii mentre gioca a mosca cieca con la sua nuova compagnia spettrale ed Elias… Muore.

Già, insiste per andare di persona a chiedere a Priscilla di liberare la bambina, asserisce di avere tutto sotto controllo e poi viene banalmente ucciso da alcune frecce scoccate dai fantasmi. Mi auguro che sia un falso decesso, perché se gli showrunners avessero introdotto un personaggio del genere solo per fargli pronunciare lo spiegone per Matt e Shelby sarebbero da prendere a randellate.

Mi è piaciuta parecchio, invece, la scena in cui Cricket contatta Tomasyn per pregarla di avere ancora pazienza con i Miller; è come un incontro politico tra il capo di una nazione e il diplomatico mandato da un altro Paese a negoziare la pace: non è così comune che a uno spettro venga assegnato un ruolo tanto concreto e umano, vero?

Procedendo con l’episodio scopriamo che i Miller continuano a ripetere di volersene andare ma non si schiodano di un metro, e che Cricket, avendo più palle di tutti gli altri messi insieme, osa stringere un patto con la diavolessa della scorsa puntata; l’accordo prevede che Matt vada a letto con lei (il sensitivo non poteva offrire se stesso perché è leggermente gay) in cambio di informazioni preziose: un viaggio nel passato ci mostra la crescente corruzione del governo di Tomasyn, corruzione cui fu proprio il figlio di lei a opporsi. Peccato che “solo gli uomini con la pancia piena possono permettersi una coscienza“, e il popolo della Macellaia aveva bisogno della magia nera e dei sacrifici umani per prosperare in una terra ingrata.

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Nel finale abbiamo un altro atto carnale tra la diavolessa e quel gran bellone di Matt (che schifo), grazie al quale almeno veniamo a sapere che la donna non è in realtà Satana: è al contrario una strega di origine umana, divenuta però così potente e imbevutasi di così tanta oscurità da trasformarsi in effetti in una sorta di divinità del male. Quindi proprio in un demonio, in fin dei conti.

Flora viene salvata da un commovente gesto di Priscilla, prova del fatto che anche i fantasmi possono amare; poi Tomasyn sventra Cricket davanti ai Miller, lasciando intendere che la prossima volta toccherà a loro (della serie “come far fuori tutti i personaggi più interessanti in quaranta minuti“).

Per inciso si noti che la sequenza di sesso tra Matt e la strega, per quanto disgustosa, è assai significativa: rappresenta il fascino del male e l’intimità coinvolgente che esso può dare. Intimità che Matt non è mai riuscito a raggiungere con la moglie, ma trova tra le braccia di una creatura delle tenebre.

Ecco il quarto episodio di Roanoke. Nel complesso non sarà un capolavoro, però l’ultima parte è effettivamente una bomba.

A presto, horror addicted: se vorrete continuare a perdervi nel trip oscuro di AHS, l’appuntamento è per la prossima settimana!

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