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Rise 1×01 – Un ottimo pilot per la nuova Serie Tv (che non è l’erede di Glee)

Dopo una lunga attesa è finalmente iniziata la nuova Serie Tv della NBC, “Rise”. Nonostante non fosse stata sponsorizzata a sufficienza c’erano molte ragioni per cui aspettavo questa Serie Tv con ansia e tanto hype. Era molto interessante l’idea di voler realizzare una versione più matura di “Glee”, uno dei teen drama più conosciuti e amati di sempre, raccontando allo stesso tempo la storia vera di un liceo, l’Harry S Truman High School, già documentata da Michael Sokolove nel libro “Drama High”. A capo del progetto c’era inoltre Jason Katims che aveva già collaborato alla realizzazione di show come “Friday Night Lights”, “Roswell” e “Parenthood”.

Ma a destare l’interesse di molti (e soprattutto la mia) era stata la presenza di Josh Radnor che da “How I Met Your Mother” non recitava in una Serie di successo. Rivedere il tenero e divertente Ted Mosby (scopri qui cosa vuol dire davvero essere Ted) nei panni del professore Lou Mazzuchelli ci ha spinto a guardare questo pilot.

Io poi da fan di “Glee” e “How I Met Your Mother” mi aspettavo molto da questa Serie Tv che sembrava unire le mie due più grandi ossessioni telefilmiche e non sono stata affatto delusa!

Nel primo episodio abbiamo avuto modo di conoscere i protagonisti di questa Serie Tv.

Lou Mazzuchelli è un professore di inglese frustrato che cerca disperatamente di ottenere la stima dei suoi alunni e che per questo decide di chiedere al preside di potersi occupare del dipartimento di arti teatrali del suo liceo.

Insegno qui da diciassette anni. Ho visto un sacco di studenti andare e venire e ho cercato di insegnare come meglio ho potuto, ma la verità è che mi sono sempre sentito molto insignificante per le loro vite ma ora con lo spettacolo sento che è la mia occasione per uscire da dietro questa scrivania, per fare qualcosa, sai, lasciare un segno.

Prima di lui a occuparsene c’era Tracey Wolfe, un’insegnante capace e brillante ma che seguiva pedissequamente le regole e riproponeva sempre lo stesso spettacolo con i medesimi attori. Lou arriva nel suo teatro con l’obiettivo di stravolgere tutto e questo provoca all’inizio alcune incomprensioni tra i due. La donna si infuria giustamente quando viene a sapere che è stata licenziata e rimpiazzata da un professore che non ha alcuna esperienza e non accetta di fargli da assistente. Quando però ascolta le sue idee rivoluzionarie e si accorge della grande passione con cui svolge questo lavoro, decide di aiutarlo. Cominciano quindi a fare le audizioni per cercare dei cantanti per il nuovo musical “Spring Awakening” che secondo Lou può rappresentare meglio quello che i ragazzi vivono alla loro età.

Dopo aver fatto diverse audizioni Lou sceglie di affidare a Lilette il ruolo da protagonista e relegare le due star degli spettacoli precedenti, Simon e Gwen, a dei ruoli minori.

Questa situazione però preoccupa Simon: il ragazzo infatti deve interpretare il ruolo di un personaggio omosessuale e teme quindi che la sua famiglia cattolica possa non approvarlo. Lou però lo esorta a interpretare questo personaggio che a suo parere lo rispecchia molto. Il professore non incontra la voce maschile del suo coro mentre canta “Can’t fight this feeling” sotto la doccia, ma nella palestra durante una partita di football: è qui che nota la passione di Robbie mentre canta e rappa per incitare la sua squadra prima di entrare in campo. Sebbene tutti cerchino di avvertirlo che prendere un giocatore di football nel cast del musical è una pessima idea, lui va avanti per la sua strada.

Quando poi l’allenatore e il padre di Robbie si recano da lui per chiedergli di far rifare al ragazzo il test di inglese, lui impone una dura condizione: se vogliono che la media di Robbie non si abbassi e che quindi continui a giocare a football, deve fare l’audizione per “Spring Awakening”. Il ragazzo accetta il compromesso e quando sale sul palco e legge la parte non solo mostra di essere estremamente portato per la recitazione, ma resta anche colpito dal personaggio di Melchior. 

A poco a poco la Serie Tv ci fa entrare nella vita dei protagonisti di “Rise”.

Conosciamo la famiglia di Simon dalla mentalità molto ristretta, la madre di Lilette che nasconde molti segreti e quella di Robbie che è affetta da una grave malattia. Ma soprattutto conosciamo la famiglia del professore Lou! L’uomo non ha per nulla una vita facile e infatti ha tre figli a cui badare e uno di loro è un alcolista. L’impressione che abbiamo è che Lou sia molto simile al protagonista del musical che vuole far recitare ai suoi ragazzi: vorrebbe salvare il mondo intero con la sua testa e il suo grande cuore, ma troppe cose sfuggono dal suo controllo e ci sono molte situazioni che non riesce a gestire. Del resto non si salva il mondo con uno schiocco delle dita, ma lo si fa a piccoli passi.

Si comincia ospitando a casa propria un ragazzo che non ha un tetto, si continua dando la possibilità a dei ragazzi di far parte di qualcosa di più grande e non arrendendosi davanti alle difficoltà.

Questo è stato il grande errore che il professor Lou commette nel pilot di “Rise”: quando il preside infatti legge il copione dello spettacolo che Lou voleva mettere in scena lo ritiene inappropriato e lo boccia.

Lou si sarebbe dovuto ribellare e avrebbe dovuto lottare per i suoi ragazzi ma getta la spugna e lascia il lavoro. Quello che il professore non sapeva è che aveva già innescato con le sue prime lezioni un cambiamento nei suoi alunni. Questi infatti bruciano i costumi dello spettacolo che il preside avrebbe voluto mettere in scena e Robbie giura che avrebbe lasciato il football se il preside non avesse permesso al professore di dirigere il dipartimento di arti teatrali e di mettere in scena qualunque spettacolo volesse. Il cambiamento è iniziato.

Perché lo facciamo? Lo facciamo per intrattenere? Sì. Lo facciamo perché vi permette di saltare educazione fisica? Certamente. Ma lo facciamo anche perché siamo degli artisti. È nostro compito e dovere rappresentare il mondo in cui viviamo con sofferenza, con desiderio. Dobbiamo raccogliere i percorsi altrui. Possiamo contare l’uno sull’altro. Siamo una compagnia.

Dopo aver visto il pilot di “Rise” abbiamo capito due cose: 1) questa Serie Tv è davvero promettente 2) non è assolutamente l’erede di “Glee”.

“Rise” non vuole assolutamente scimmiottare “Glee”, ma ha una sua identità ben definita. Fin dalle prime inquadrature ci accorgiamo quanto le due Serie siano diverse: la fotografia è molto cupa così come le musiche che accompagnano i primi fotogrammi di “Rise”. La Serie ha meno scene musical e questo farà felice coloro che reputavano ci fossero troppi momenti musicali negli episodi di “Glee”. Ma la grande differenza che abbiamo notato consiste nel fatto che qui l’aspetto drama è molto più accentuato: anche la celebre Serie Tv della Fox ha avuto molte scene drammatiche e ci sono stati episodi veramente tristi, ma a prevalere erano i momenti comici. “Rise” invece è pervasa dalla tristezza: tutto trasmette allo spettatore l’oppressione e il disagio di quei ragazzi.

 Se “Glee” ci ha fatto sognare e ci ha trasmesso tanta positività, questa Serie invece ci riporta con i piedi per terra: non bastano un paio di canzoni e dei discorsi ispirati per cambiare il mondo. Inoltre il preside è un uomo veramente duro e irremovibile (non come il preside Figgins) e le minacce dell’allenatore sembravano molto più serie di quelle rivolte da Sue (leggi qui le sue 20 frasi più divertenti) a Will nei loro celebri battibecchi. La Serie Tv affronta in maniera più seria anche il problema dei fondi che vengono destinati solo al football (ricordando tra l’altro un’altra creatura di Jason Katims“Friday Night Lights”). I giocatori di football non vengono rappresentati come dei vincenti o dei padroni della scuola ma come delle pedine nelle mani degli allenatori che sono troppo preoccupati di ricevere il loro stipendio per chiedersi cosa vogliano fare realmente i loro giocatori.

Dopo aver assodato che “Rise” non vuole essere l’erede di “Glee” possiamo parlare del pilot.

Il primo episodio di questa nuova Serie Tv è sicuramente notevole e molto interessante. È riuscito a tratteggiare rapidamente il carattere di tutti i protagonisti e a farci conoscere già qualcosa delle loro vite difficili. Josh Radnor è stato molto convincente in questo nuovo ruolo drammatico e siamo sicuri che grazie a questa Serie riusciremo a smettere di identificarlo unicamente con quel ruolo che lo ha reso celebre. Con grande semplicità, senza voler strafare questo pilot ci fa entrare tra le mura del liceo e nelle case dei suoi studenti. La scena finale poi è stata molto emozionante ed è riuscita a toccarci il cuore.

È ancora presto per capire cosa dovremo aspettarci da “Rise” ma siamo sicuri che i prossimi episodi non ci deluderanno e che ci emozioneranno come solo le Serie della NBC sanno fare.

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