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Noi – La recensione del finale della prima stagione

Mimmo Noi
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Tra una polemica e un applauso, siamo arrivati al finale della prima stagione di Noi, il remake italiano di This Is Us, forse il fenomeno televisivo con più coinvolgimento emotivo degli ultimi tempi. Lo stesso coinvolgimento che, a suo modo, Noi ha esercitato sul pubblico Rai, che si è lasciato emozionare per 6 appuntamenti domenicali. Contro ogni aspettativa e ogni timore, la versione italiana è riuscita a parlare al cuore di oltre 3 milioni di spettatori, confermandosi come un remake ben confezionato, ben adattato e ben recitato, al pari di Vostro Onore e Studio Battaglia. Sebbene mantenga invariato lo schema narrativo dall’originale, l’adattamento curato da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction e 20th Television ha preso il necessario dalla vicenda creata da Dan Fogelman e ha modulato la storia per il pubblico della tv generalista, lasciando però intatto il presupposto originale: emozionare lo spettatore con una storia reale, intima e contemporanea. Senza colpi di scena spettacolari, addii strazianti e gesti plateali. Una narrazione, tal volta melodrammatica, ma sempre realistica che ci regala una nuova lettura della tematica “famiglia”, svecchiata e più moderna (ma non troppo, un passo alla volta). Gli ascolti del penultimo appuntamento sono migliorati e hanno registrato 3.453.000 spettatori, 16.1% di share, sebbene la rete nutrisse, forse, ben altre aspettative. Eppure parlare di flop è ingiusto. Se consideriamo l’eredità e l’affetto smisurato del pubblico italiano nei confronti dell’originale, gli ascolti di Noi non possono non essere letti come un successo, anzi come un miracolo. Superato il timore e i pregiudizi, troviamo una regia consapevole, una tecnica di montaggio nuova, una colonna sonora magica e un cast all’altezza del ruolo. Anzi, in molte occasioni gli interpreti hanno saputo arricchire i rispettivi personaggi di sfumature inedite e sorprendenti.

Il penultimo appuntamento della fiction diretta da Luca Ribuoli – andato in onda domenica 3 aprile (9° e 10° puntata) – ci avevano lasciato con delle notizie inaspettate che aprivano tante finestre. Ad esempio: Rebecca e il suo sogno, la morte di Pietro, le nozze tra Cate e Teo, la salute di Mimmo, Claudio e Sofia. I due episodi finali, l’11 e il 12, di domenica 10 aprile, trasmessi in prima serata su Rai 1 e in streaming su RaiPlay, hanno chiuso un cerchio, ma ne hanno aperto inevitabilmente un altro: tiriamo le somme.

Napoli (01×11)

Noi

L’11° puntata inizia con i Fantastici 3 adolescenti, con il temutissimo “discorsetto” di papà Peirò (Lino Guanciale) al piccolo Claudio (Gianmaria Brambillasca), alle prese con il suo primo rapporto sessuale. Un momento impacciato, interrotto da Daniele (Malich Cisse), schiacciato dall’ansia e dalle insicurezze. Poi c’è Rebecca (Aurora Ruffino), la quale ha deciso di partire per il tour estivo. Ma in questo episodio, intitolato “Napoli”, prendiamo una tregua dal passato. Andiamo dritti nel presente, in cui Daniele (Livio Kone) e Mimmo si preparano a partire per un viaggio alla volta di una terra da cui il padre malato manca da 40 anni. E dove resterà per sempre. Prima però, il personaggio interpretato da Timothy Martin propone di fare una deviazione per dare un altro saluto. Quello a Pietro, per ringraziarlo di aver cresciuto suo figlio, le cui ceneri sono sparse – anche – lungo il Po. Un viaggio per ritrovare sé stesso, dunque, e per rivivere i suoi ricordi di gioventù, tra cui Enzo e i cugini. Ci godiamo quindi un ultimo concerto a Napoli e un omaggio sincero a Pino Daniele. Così, anche il tempo per Mimmo è arrivato. L’unico che non vuole accettarlo però è Daniele. Intanto Cate (Claudia Marsicano) vorrebbe aprirsi con Teo (Leonardo Lidi), ma decide di farlo con i suoi tempi mentre Sofia e Claudio (Dario Aita) hanno iniziato a riavvicinarsi. Anch’essi però con molta cautela, proprio a pochi giorni dal grande debutto dello spettacolo teatrale.

L‘addio di Mimmo e il dolore di Daniele sono i protagonisti di questo penultimo episodio. Una puntata diversa dalle altre, dove c’è meno spazio per le storie dei Peirò e ancora meno per i consueti salti temporali. Una parentesi lenta, triste, malinconica e silenziosa, raccontata con la giusta naturalezza. Come l’abbraccio tra i Peirò. L’altra protagonista però è l’ansia. La necessità di darsi tregua, di abbassare la guardia e di vivere di più. C’è quella di Cate e di Daniele e c’è quella del Maestro Rocco, “che al massimo avrebbe potuto fare l’amico sfi***o di Amleto”. Claudio sta cambiando, ormai è evidente. Sarà per questo che riesce ad avere il primo confronto onesto con Michele (Flavio Furno), il migliore amico di Pietro nonché compagno di Rebecca. Il tanto bistrattato Michele, il quale prende la parola nel finale di stagione per ricordarci quanto Claudio sia uguale a suo padre e ora, finalmente, anche noi riusciamo a intravedere la sua parte migliore. L’episodio si chiude con l’attacco di panico di Daniele. Claudio abbandona la prima dello spettacolo per stargli vicino, proprio come faceva papà all’inizio dell’episodio. Un momento di ricongiungimento fraterno emozionante, supportano dalla bravura di due attori verso i quali, in queste ultime settimane, è stato detto di tutto.

La luna (01×12)

Noi Cate

L’ultima puntata di Noi inizia con un altro sentimento: la gelosia. Siamo nel passato, negli anni 2000. Mentre Rebecca si esibisce, Pietro nutre dei sentimenti contrastanti, soprattutto dopo aver appreso della relazione di vecchia data tra sua moglie e Orso, l’altro componente della band. Proprio colui con il quale Rebecca dovrebbe partire in tour. La donna non teme di inseguire i suoi sogni e decide di partire per tre settimane, nonostante le remore di suo marito. Ma il buon caro vecchio Orso aveva dei piani differenti, e per niente professionali. Così, dopo averla raggiunta nella sua prima e ultima orribile serata del tour, Pietro e Rebecca litigano in un pietoso ping pong di cose rinfacciate e cose non dette. “Questi non siamo noi:” hai ragione Pietro. Ma anche quando non vorremmo, è facile ritrovarci a dare il peggio di noi stessi. La loro decisione di separarsi è sofferta, e sicuramente farà soffrire i Fantastici 3, ma come dice Rebecca:

Il dolore non serve a niente.

Il salto temporale della 12° puntata ci riporta, invece, in un passato ancora più lontano: quando i due Peirò nemmeno si conoscevano. Ovvero quando nessuno dei due pensava ad avere una famiglia ed era preso da altri progetti per il futuro: Pietro sognava di aprire un’impresa tutta sua, Rebecca affrontava l’ennesimo rifiuto dell’ennesima casa discografica. Così, grazie a delle circostanze impreviste e al Lupo Grigio, i due Periò diventeranno un noi, sulle note di Guarda che luna. Ed è con questo ricordo che Pietro, nel 2000, riesce a riconnettersi emotivamente a Rebecca, dopo un lungo periodo di atrofia sentimentale.

Noi

Dopo un fugace salto nel presente, di cui ci dà solo un assaggio, il finale ci lascia con un ricordo caldo e avvolgente, strozzato dalle lacrime. Dall’ansia, la paura fino alla gelosia, Noi ci saluta ribadendo l’importanza di non smettere di sognare. In fondo sono i nostri sogni a tenerci vivi e a renderci quelli che siamo. Il finale di stagione del remake italiano apre però tanti, troppi interrogativi: com’è morto Pietro? Cate e Teo riusciranno a vivere insieme? Claudio andrà a Roma a girare il film con Michele Placido, che ci ha regala un cameo? Non avrà soddisfatto le aspettative della rete né dei fedelissimi di This Is Us, ma con il suo fare italiano (ma in bene!), un pizzico di innovazione, sia nella fotografia che nella regia, dei personaggi più tridimensionali e una storia meno patinata e moraleggiante, la versione diretta da Luca Ribuoli ha conquistato milioni di spettatori con sincerità e coraggio.

Lottando contro ogni pregiudizio, le aspettative e un’eredità mastodontica, la prima stagione ci ha colto di sorpresa e con il tempo si è fatta ben volere. Per questo ci meritiamo un secondo capitolo. Noi non sarà This Is Us, ma è un bene perché così è entrata a far parte della nostra famiglia. Imperfezioni e ansie comprese, ma anche la voglia di non smettere mai di sognare. Ora sì che è davvero simile a noi.

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