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Un doveroso omaggio a Monarch, l’ultimo fiore all’occhiello del MonsterVerse

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Monarch: Legacy of Monsters e sui precedenti film del monster-verse

Il monster-verse, franchise cinematografico basato sui personaggi di Godzilla e King Kong, si arricchisce di un nuovo capitolo, la sua prima serie tv live action, realizzata per l’occasione da Apple TV+. Monarch: Legacy of Monsters si dipana tra presente e futuro, seguendo le vicende della famiglia Randa, dai suoi discendenti, Cate e Kentaro, alla capostipite Keiko. La costruzione temporale della serie tv è complessa, specialmente per ciò che riguarda la trama del passato, che salta di anno in anno, chiedendo allo spettatore uno sforzo importante. Tuttavia, questo articolato mosaico viene realizzato con cura, perché ogni elemento torna al proprio posto, non lasciando indietro niente e in questo continuo saltare nel tempo tutto risulta ampiamente comprensibile.

La cura che è stata posta nella gestione della trama si riflette anche in altri aspetti, dall’apparato scenico alla gestione dei personaggi, fino allo sviluppo vero e proprio dell’intreccio, coerente con se stesso e con gli altri film del franchise, che vanno sempre tenuti come riferimento. Aver visto i capitoli cinematografici del monster-verse non è un must per comprendere Monarch: Legacy of Monsters, però sicuramente è un vantaggio non da poco, visto che i collegamenti sono tanti, anche se ben spiegati. Globalmente, Apple TV+ ha fatto un ottimo lavoro con questa serie, il primo esperimento seriale in live action per un franchise che dimostra di godere di ottima salute.

Monarch: Legacy of Monsters
Kentaro e Cate (640×360)

Monarch: Legacy of Monsters: una questione di famiglia

Al centro della storia di Monarch: Legacy of Monsters c’è, come detto, la famiglia Randa, rappresentata in ben tre generazioni. La scomparsa di Hiroshi porta sua figlia Cate a Tokyo e qui la ragazza scopre che suo padre aveva una vera e propria doppia vita, con un’altra famiglia e un fratello di cui non era a conoscenza. Lei e Kentaro, nonostante il chiaro conflitto iniziale, uniscono le forze per ritrovare Hiroshi e si mettono sulle tracce di Lee Shaw, grande amico del loro nonno e figura centrale per rintracciare il padre. Da qui iniziano gli intrecci, perché i due ragazzi vengono a conoscenza del misterioso lavoro del padre, volto a indagare l’esistenza di un regno nascosto dei titani, scoprono che la loro famiglia ha dato vita a Monarch, l’agenzia che da oltre 50 anni studia e si occupa di questi mostri, e finiscono direttamente al centro del mistero, perdendo di frequente la bussola delle loro convinzioni.

La serie di Apple TV+ sviluppa una trama articolata, che ci porta a dubitare di chiunque. L’operato di Monarch è difficile da inquadrare, così come quello di Hiroshi o quello dello stesso Shaw. Le indicazioni che vengono dal passato non bastano a fare ulteriore luce sui misteri, almeno fino alle due puntate finali, in cui entriamo a conoscenza dell’esistenza del mondo dei titani, l’Axis Mundi, e scopriamo, non con troppa sorpresa a dire il vero, che Keiko è ancora viva, rimasta intrappolata in quel dominio per oltre cinquanta anni. Alla fine i ragazzi riescono a salvarsi e si ricongiungono tra loro e con il padre. Anche Keiko torna nel mondo di superficie, mentre Shaw vi rimane intrappolato durante la fuga. Sembra finire tutto per il meglio, ma al loro ritorno Cate e May vengono accolte dalla Apex su Skull Island, scoprendo di essere state assenti per ben due anni, e, proprio nel finale, appare Kong, destinato come sappiamo a entrare prepotentemente in scena da lì a poco.

Questo è, a grandi linee, ciò che succede nelle dieci puntate di Monarch: Legacy of Monsters. Ciò che rimane costantemente centrale in tutta la narrazione è questo concetto di eredità, di retaggio, d’impegno familiare. Intorno a Cate e Kentaro c’è una sorta di obbligo morale nell’assistere Monarch, non tanto per rintracciare il padre, verso cui i due ragazzi provano un misto di risentimento e mancanza, ma per rispetto del lavoro dei nonni, per omaggiare il ruolo dei Randa nella costruzione dell’organizzazione. I mostri, potremmo dire, sono una questione di famiglia e questo legame viene esemplificato più volte, anche nello sguardo che Godzilla riserva a Cate. Con forza, Apple TV+ è riuscita a centrare alla grande il proprio tema, trasmettendo l’importanza di questo retaggio familiare, vero e proprio cuore di Monarch: Legacy of Monsters.

Un trionfo scenico, ben curato nei dettagli

Monarch: Legacy of Monsters è un trionfo sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, l’apparato visivo è impressionante, specialmente per una serie tv. Spiccano chiaramente le rappresentazioni dei mostri, ma in generale anche i luoghi più esotici e i passaggi con più azione posseggono una potenza scenica impressionante. A questo eccellente lavoro, si accompagna anche una grande cura dei personaggi, ben delineati e approfonditi. Cate e Keiko sono i due fulcri del racconto, due donne forti ma smarrite, che cercano di celare le proprie paure ostentando la loro, incredibile, intelligenza. Tra i ragazzi il personaggio meno convincente è probabilmente quello di May, piatto all’inizio, migliore con l’incedere delle puntate ma comunque sotto tono. Tra i protagonisti del passato, invece, convince meno Bill, mentre Shaw è strepitoso in entrambe le sue versioni, sia in quella di Kurt che in quella di Wyatt Russell. D’altronde, buon sangue non mente.

Monarch: Legacy of Monsters possiede una gran forza anche a livello narrativo e concettuale, come abbiamo visto. Il lavoro di Apple è stato, ancora una volta, eccellente, e questa produzione rappresentava un banco di prova abbastanza complesso, perché abbiamo visto diversi franchise, molto forti al cinema, fallire la prova della serialità. Il monster-verse, invece, ha effettuato con successo questo passo che, ne siamo sicuri, sarà solo il primo. La stessa Monarch: Legacy of Monsters, sebbene sia ancora presto per notizie ufficiali, potrebbe seriamente tornare con una seconda stagione visto il finale, ma in generale sembra che gli spunti narrativi per questo franchise siano davvero numerosi e interessanti.

Shaw, Keiko e Bill (640×360)

Un franchise ben sviluppato

Chiudiamo, dunque, questa recensione di Monarch: Legacy of Monsters con una considerazione generale sul monster-verse. La serie tv di Apple ha certificato l’ottimo stato di salute di questo franchise, giunto al suo sesto capitolo. L’esordio risale al 2014, con il reboot di Godzilla, poi nel 2017 è arrivato Kong: Skull Island e da lì il secondo capitolo sul kaiju e il crossover tra i due personaggi. Al franchise si ascrive anche la serie animata Skull Island e, quindi, con Monarch: Legacy of Monsters arriviamo a sei titoli. Presto si andrà avanti, perché quest’anno uscirà anche Godzilla e Kong – Il nuovo impero ad arricchire il franchise.

Il monster-verse, insomma, vive un ottimo momento e questa consacrazione televisiva è sicuramente un passaggio importante. Monarch: Legacy of Monsters mina anche quella latente convinzione che determinate opere cinematografiche non possano popolare il piccolo schermo e mostra come sviluppare un franchise su più fronti, mantenendo la propria forza al cinema e sfruttando anche al meglio il format seriale. Davvero ottimo lavoro, come al solito, da parte di Apple TV+.