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MobLand potrebbe essere una delle serie dell’anno – La Recensione dei primi tre episodi

Mobland è una delle migliori serie tv del 2025

ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler su MobLand, la serie tv di Guy Ritchie disponibile su Paramount+!!

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Sotto la veste elegante della metropoli che si affolla, abbaglia e ride, dietro i palazzi brulicanti che si stagliano sullo skyline, proprio accanto a quei lampi di luce che investono il cuore della città e lo rendono il centro del caos, c’è un substrato opaco fatto di melma e fango. È un posto rude e meschino, calpestato dal ferro di chi ha più colpi in canna. Un vicolo buio nel quale non penetra la luce della città sfolgorante e che si alimenta di oscurità, insabbiamenti, depravazioni e devianze. È un cono d’ombra nel quale la legge si frantuma, il senso di giustizia si smembra e la morale è rovesciata. Stiamo parlando della mobland: la terra delle gang. La serie tv appena sbarcata su Paramount+ ha un titolo emblematico, che rimanda alle tradizionali storie di mafia e gangster.

Una “mobland“ è una terra di nessuno, dove nessuno è lo Stato che ne ha perso il controllo a tutto vantaggio delle bande criminali. Più che di bande però, in MobLand parliamo di veri e propri clan mafiosi che esercitano il controllo sulle zone della città e i suoi traffici. È la terra del crimine, quell’incavo nel quale la bestia più grande sbrana quella più piccola. La serie tv porta il marchio di Guy Ritchie, che dopo il successo di The Gentlemen (nel cast della seconda stagione anche due italiani!) sembra essersi affezionato al format delle serie tv. Ritchie ha diretto anche i primi due episodi della serie, ma il suo stile si riconosce comunque in tutto il prodotto. In MobLand, così come in The Gentlemen, l’eleganza raffinata strizza l’occhio all’efferatezza criminale.

Paddy Considine è Kevin Harrigan nella serie di Guy Ritchie
Credits: Paramount+

Dietro i vestiti griffati, lo stile di vita mondano, le ville sfarzose della Londra ricca e influente, si nascondono individui loschi e spregevoli, disposti a tutto pur di mantenere soldi, ricchezza e potere.

È il perimetro nel quale si muovono le storie di Ritchie: un luogo in cui quello del crimine è una specie di gioco, con i suoi fuoriclasse e le sue vittime. La serie ha esordito nei Paesi anglosassoni a marzo 2025. La versione italiana è stata distribuita da Paramount+ esattamente due mesi dopo. Le critiche allo show sono state contrastanti: pareri entusiastici hanno accompagnato commenti meno esaltanti da parte di chi pensa di aver visto la solita serie sulla mafia e i suoi gangster.
I tre episodi rilasciati finora da Paramount+ lanciano i primi barlumi di luce sullo show, che all’inizio non dà neppure il tempo di ambientarsi. L’episodio pilota ci catapulta infatti già nel centro dell’azione.

Vediamo uomini che si arrabbiano, pistole che fumano e colpi che esplodono, ma ci vogliono almeno due episodi per prendere confidenza con personaggi e situazioni. Le dinamiche familiari e i legami di parentela si capiscono poco alla volta. Il pilot buca lo schermo con un ritmo piuttosto esplosivo, ma poi la storia rallenta e si prende il suo tempo per metterci in connessione con il mondo di MobLand. Capiamo allora che i protagonisti della storia sono i membri della famiglia Harrigan, uno dei clan mafiosi più potenti di Londra. Guidata da Conrad (Pierce Brosnan) e da sua moglie Maeve (Helen Mirren), la famiglia Harrigan controlla la mobland di riferimento col pugno di ferro.

La serie inizia mostrandoci quanto siano precari gli equilibri tra le famiglie che occupano il territorio.

Tom Hardy è il tuttofare della famiglia Harrigan in MobLand
Credits: Luke Varley/Paramount+

Gli Harrigan e gli Stevenson hanno un accordo di reciproca collaborazione (si presuppone vantaggiosa per entrambe). Ma come in tutte le storie di mafia, sappiamo che basta un niente per accendere la miccia e far scoppiare una guerra. L’innesto della deflagrazione è in questo caso il giovane Eddie (Anson Boon), il nipote di Conrad, figlio di Kevin (Paddy Considine, re Viserys in House of the Dragon) e ragazzino viziato e fuori controllo. Una sera Eddie decide di andare in un night club con Tommy Stevenson, figlio del boss Richie, e le cose non finiscono esattamente come dovrebbero. Eddie accoltella per un puro capriccio un giovane e se la svigna insieme alla sua combriccola. Solo che dopo quella serata, Tommy non torna più a casa.

Il padre è naturalmente preoccupato e, dopo le prime ventiquattr’ore di attesa, inizia ad attivare le ricerche per ritrovare suo figlio. Se l’ultimo a veder vivo il rampollo di un clan mafioso è il figlio esagitato del suo nemico giurato, allora la storia ha già tutti i presupposti per finir male. A risolvere le rogne degli Harrigan c’è però Harry Da Souza (Tom Hardy), un tuttofare di fiducia chiamato a ripulire i casini del clan. E tra questi casini, si può annoverare anche la bravata di Eddie che rischia di far saltare i fragili equilibri tra Harrigan e Stevenson. Tutti cercano Tommy Stevenson, servendosi di una rete di fiancheggiatori, alleati e uomini fidati. Ma il primo a trovarlo è Harry, il più affidabile e scaltro di tutti.

Solo che lo trova fatto a pezzi in una scatola, come regalo del giovane e poco assennato Eddie, che sta servendo su un piatto d’argento il casus belli a Richie Stevenson.

Paddy Considine e Tom Hardy hanno una buona chimica sullo schermo
Credits: Luke Varley/Paramount+

Intanto il capo famiglia Conrad decide insieme a sua moglie Maeve di allargare gli affari di famiglia e provare a puntare sul controllo del fentanyl, un traffico piuttosto redditizio di cui però al momento si occupa la famiglia Stevenson. L’uccisione in salotto di Archie, uno degli uomini di fiducia di vecchia data della famiglia Harrigan, segna il punto di svolta all’interno degli affari di famiglia. La storia subirà probabilmente un’accelerazione a partire dai prossimi episodi. Nonostante Harry abbia architettato un piano per fuorviare i sospetti di un arrabbiatissimo Richie, è poco probabile che la messinscena resti in piedi.

La guerra tra le due famiglie rivali sul controllo dei traffici di droga sarà il vero fulcro di MobLand, con un numero di vittime che si preannuncia piuttosto alto.

I primi tre episodi disponibili dal 30 maggio su Paramount+ hanno appena delineato la cornice entro la quale si muoverà la serie. Il cast stellare è indubbiamente uno dei maggiori punti di attrattiva di MobLand. Pierce Brosnan, Tom Hardy, Paddy Considine, Helen Mirren sono già di per sé quattro nomi che sorreggerebbero da soli il peso di una serie. Ci bastano anche solo tre episodi per capire che ciascuno di loro è perfettamente a suo agio nel ruolo che si sono ritagliati all’interno di MobLand. Pierce Brosnan è un boss mafioso suscettibile e spietato, che ha nelle mani i destini di tutti i membri della famiglia. È pragmatico e ha il senso degli affari, ma (almeno in questi primi episodi) sembra essere soggiogato da sua moglie Maeve, quella che appare fino ad ora il vero capo della famiglia, la regia occulta dietro le decisioni prese da Conrad.

Harry De Souza inizia le sue ricerche nei primi episodi di MobLand
Credits: Paramount+

È spietata più di qualsiasi altro personaggio. Suggerisce soluzioni estreme con una noncuranza preoccupante e immaginiamo che sarà fonte di guai per tutti i nemici degli Harrigan. Il personaggio interpretato da Paddy Considine sembra invece più mite e ragionevole, nonostante abbia tra le mani un’eredità criminale tutt’altro che trascurabile. Il suo modo di interagire con Tom Hardy è un aspetto che coinvolge lo spettatore già da questo inizio di stagione. Hardy (ecco i suoi migliori 10 film) è l’asse attorno al quale ruota tutto. È una sorta di Ray Donovan trasportato nelle atmosfere suburbane della Londra criminale. È un personaggio che si sente incastrato, che Maeve definisce niente più che una pedina nelle mani della famiglia.

Ma è lui che amministra di fatto il potere degli Harrigan.

Tra i problemi familiari e le continue rogne della famiglia, Harry de Souza potrebbe essere un personaggio destinato a scoppiare nel corso degli episodi. Ma al momento è quello che più di tutti è in grado di mantenere la calma. Il suo carisma, il suo senso pratico e una certa autorevolezza ne fanno finora il personaggio più interessante di MobLand. In una terra di mezzo calpestata e governata da boss umorali, nemici vendicativi e rampolli psicopatici, sarà lui a dover riportare l’ordine?
I primi tre episodi di MobLand ci invogliano a continuare la visione della serie. Per gli appassionati di Guy Ritchie (e per chi è in attesa della seconda stagione di The Gentlemen, in arrivo prossimamente su Netflix), le coordinate entro le quali si muove MobLand dovrebbero essere piuttosto riconoscibili.

Tom Hardy in una scena di  MobLand
Credits: Paramount+

Raffinatezza e marciume coesistono nello stile di vita delle famiglie protagoniste dello show. Il crimine è una specie di gioco sorretto da dinamiche a volte prevedibili e a volte forzate, ma che comunque riescono a tenere vigile l’attenzione dello spettatore. Così come nella maggior parte delle opere di Ritchie, le azioni criminali sono sempre accompagnate da una certa dose di umorismo, qualche volta spinto volutamente ai limiti, altre volte più naturale. Ad ogni modo, MobLand si presenta come una serie da tenere d’occhio. Nei paesi anglosassoni, l’episodio pilota è stato visualizzato da 2,2 milioni di spettatori, che hanno reso MobLand la serie attualmente più vista di Paramount+.

La programmazione italiana prevede l’uscita di un episodio a settimana dopo il primo blocco da tre, per un totale di nove puntate. Se i presupposti sono questi, potremmo divertirci. E potremmo anche essere davanti a una delle serie dell’anno.

Serena Verrecchia

Mobland è una delle Serie Tv che abbiamo consigliato e inserito nella nostra Classifica delle 10 Migliori Serie Tv di Maggio 2025, disponibile assieme a tanti altri contenuti esclusivi (e consigli di visione personalizzati in base alle preferenze dei singoli abbonati) su Hall of Series Discover