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L’episodio 1×24 di Lost con il quale si chiude la prima stagione, è uno dei più centripeti -se non il più- dell’intera serie. Ogni personaggio sembra seguire e perseguire una strada diversa, imbarcarsi in un viaggio autonomo, personale e frutto di una scelta soggettiva. Tutti i Losties, senza saperlo, stanno nel contempo fuggendo e convergendo, allontanandosi da un pericolo incombente e insieme avvicinandosi al loro destino, alla sorte che ognuno di loro ha scelto (e sceglierà) per sé.

Vivono nella paura e nell’inconsapevolezza, vedendo ombre di una realtà più ampia che sembra sfuggir loro drammaticamente.

In molti non si rendono neanche conto di essere soli di fronte a un riflesso della verità. Sopravvivono e tirano avanti in un timore latente che li percorre ma non li scuote, atrofizzati in una situazione alla quale, nonostante tutto, sembrano essersi abituati. Su quell’ombra di misteriose apparizioni, fumi distruttivi e attacchi di sconosciuti hanno costruito la propria nervosa e tesissima routine dalla quale non sanno e non vogliono uscire.

Prigionieri delle proprie angosce, neanche più in attesa di una salvezza ma passivi e rassegnati fantasmi di loro stessi, vagano da un luogo all’altro, da una situazione all’altra cercando sicurezza e costanti in tanta instabilità. Come i peggiori schiavi, si sono assuefatti alla propria schiavitù e difficilmente potrebbero esserne sottratti perché ormai quella è tutta la loro vita. Hanno scelto di non sperare più per non dover soffrire ancora.

Michael
Mchael, Walt, Sawyer e Jin sulla zattera (640×360)

Dall’altro lato però c’è chi non si arrende e vaga altrettanto dubbiosamente ma più rabbiosamente su quell’isola di Lost che è un microcosmo di vita ed emozioni. Vogliono uscire dalla grotta buia in cui sono stati ricacciati e fanno di tutto per riuscirvi, ostinatamente perseguendo il loro scopo, cercando la luce di quel mondo di un tempo che ora ricordano sempre più vagamente. Eppure, come realizzeranno in fretta, quella libertà tanto agognata diventerà un peso anche superiore una volta raggiunta. Lo sarà soprattutto per Jack che nella terza stagione farà di tutto per invertire il movimento centrifugo che l’aveva riportato con i piedi nel “mondo reale”. Quel mondo in cui nessuno dei Losties ha davvero saputo realizzarsi.

Ecco allora che pur con moti diversi e spinte pluridirezionali tutti i naufraghi di Lost ci appaiono in questa 1×24 ancora irrimediabilmente persi e prigionieri.

Schiavi di antichi vizi (Charlie), del dolore personale della perdita (Shannon), di fede incondizionata che rischia di tramutarsi in fanatismo (Locke). Tutti si trovano e convergono e cadono e si chiudono in una caverna platonica fatta di illusioni e immagini distorte. Questa grotta, nel finale di prima stagione di Lost, è visivamente rappresentata dalla botola.

Soltanto nella seconda stagione scopriremo che lì dentro si cela Desmond, soltanto allora vedremo il prigioniero delle illusioni platoniche. L’uomo che per anni era rimasto convinto che nel mondo esterno circolasse un morbo pestifero e che uscire fosse il male assoluto. Schiavo di una visione rifratta e nebulosa della realtà Desmond è il modello esemplare dell’uomo che vive nel mondo materiale, separato dalla verità delle Idee, della realtà intelligibile.

Lost
Jack, Kate, Locke e Hugo alla Black Rock (640×360)

Se è vero che nella seconda stagione la botola è la caverna e Desmond il prigioniero che gradualmente scopre la verità, finalmente posto alla luce del sole, allora la prospettiva che abbiamo in questa 1×24 di Lost è quella di un mito ribaltato. Rispetto ai tanti moti centrifughi che vedono Sawyer, Jin e Michael spersi per mare e gli altri Losties in esodo dalla spiaggia, quattro personaggi sembrano convergere in quell’unico punto, in quella botola a cui vogliono restituire un significato particolare.

Soprattutto per Locke, in una visione tutt’altro che empirica rispetto all’omonimo filosofo, il mistero della botola è parte integrante della sua fede nell’isola.

Semplice passo verso un’ulteriore momento di comunione con quella realtà miracolosa che gli aveva restituito la mobilità. Per Jack è più profanamente l’occasione per trovare un luogo sicuro in cui vivere mentre per Hurley si rivelerà nel finale soltanto l’ennesima conferma della maledizione che sembra aleggiare attorno a lui. Se è vero che la loro azione porterà alla liberazione di Desmond è altrettanto vero però che la botola in questa season one di Lost non rappresenta la prigione ma al contrario un passaggio verso la liberazione, verso una comprensione più profonda della realtà soprannaturale che li circonda.

In questo senso il mito di Platone viene così capovolto: il mondo delle ombre diventa quello esterno, la realtà in cui Kate, Jack, Locke e Hugo vivono fino a quel momento, mentre la botola un passaggio verso il mondo delle idee, secondo un percorso che si concluderà solo con l’ultima, meravigliosa stagione, quando la loro liberazione sarà conclusa e la verità intelligibile splendidamente davanti ai loro e ai nostri, commossi, occhi. Per ora, invece, ognuno di loro vive nell’ombra, nella prigione interiore di chi è convinto delle proprie idee e non capisce di essere di fronte soltanto a delle ombre della verità proiettate su di una parete buia.

Hugo Reyes
Hugo Reyes, Lost 1×24 (640×360)

Hurley guardando da prigioniero le ombre della caverna vede un’immagine molto chiara, a cui crede fermamente e sconsolatamente: la maledizione. Tutta la sua vita, da quando quei diabolici numeri hanno invaso la sua mente, non è altro che un concentrato di sfortuna. L’unico momento “fortunato”, come scopriamo nei flashback, è quello che gli permette di prendere l’aereo nonostante mille contrattempi. Quell’aereo che, ironia della sorte, lo farà finire naufrago. Hugo vive quest’illusione, l’illusione di un misterioso destino di sventure che si è abbattuto su di lui e di cui la botola-caverna lo convince ancora di più. Su di essa infatti proprio nel finire di episodio appaiono quei numeri che lo tormentano.

Il suo sarà un percorso graduale che lo porterà a uscire dalla grotta in cui è rinchiuso e ad abituarsi gradualmente alla luce del sole e alla vista della verità.

Quella realtà che potrà ammirare soltanto nella sesta stagione di fronte alla consapevolezza che i numeri sono “soltanto numeri“, come gli rivelerà Jacob. Vittima della botola è però anche Jack, tutto schiavo delle sue convinzioni che non ammettono altre eventualità, che escludono il mistero dal mondo e la possibilità di una realtà più complessa. Per lui tutto è spiegabile, interpretabile ed esauribile razionalmente, attraverso un’indagine che si affida esclusivamente a ciò che la sua ragione concepisce. E anche lui avrà bisogno di intere stagioni perché possa finalmente, davanti a un faro e una verità più chiara, interrogarsi sulla sua natura e su quella del mondo, ammettendo la meravigliosa complessità del reale e i limiti conoscitivi dell’uomo. Sarà proprio la botola a sancire il primo passo di questa riscoperta. Quella botola che lo metterà in contatto con un uomo del suo passato e con una verità dell’isola che lo lasceranno sconcertato.

Lost
John Locke guardando attraverso il fumo nero: una sorta di visione del mondo delle Idee (640×360)

Ma non è da meno Locke che partendo da posizioni diametralmente opposte rispetto a quelle di Jack pure si inganna in illusioni di cui è fermamente e devotamente convinto. Lui che ha ricevuto dall’isola il miracolo di tornare a camminare pensa che tutto sia fede, che tutto sia destino, che tutto abbia uno scopo. Si scontra così con una realtà che lo porterà inevitabilmente al fallimento, alla caduta di quelle giustificazioni che in nome del suo fanatismo gli hanno già fatto dire grottescamente che la morte di Boone è un sacrificio che l’isola ha richiesto. Anche lui avrà, grazie alla botola, la possibilità di vedere messe in crisi le proprie certezze granitiche fino ad arrivare a un nichilismo totale che lo condurrà a sentirsi perso, abbandonato e tradito. Allora, quando Locke perse la fede.

Eppure a lui sono affidate le parole più significative dell’episodio, la risposta che dà a Hurley che gli domanda: “Secondo te cosa c’è dentro?“. “La speranza, dentro c’è la speranza“. E ha ragione Locke. Dentro quella botola, nel rovesciamento del mito della caverna, John, Hugo e Jack possono cambiare la propria prospettiva. Sarà questo il primo passo per un lento percorso di risalita verso il mondo delle Idee, verso una più piena consapevolezza della realtà. Il primo passo delle loro nuove vite, quello che permetterà loro di rivedere completamente la propria prospettiva. Il passo che inizialmente li accecherà, non abituati a tanta luce ma che progressivamente, per chi avrà la forza di resistere, rivelerà la meravigliosa, misteriosa e commovente bellezza del mondo e della vita.

Emanuele Di Eugenio



La puntata 1×24 di Lost “La Botola” sarà raccontata, approfondita e analizzata anche domani sera alle 21.00 sul nostro canale Twitch: ci trovate sotto il nome hallofseries_com. Vi aspettiamo!