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L’incredibile Storia Dell’isola Delle Rose: la recensione del film italiano Netflix del momento

L’incredibile Storia Dell’isola Delle Rose è sbarcato da soli pochi giorni su Netflix ma sta già conquistando l’Italia intera. Uno dei film italiani più attesi che ha portato con sé – per via della storia autobiografica da cui è tratto – grandi aspettative. Scritto e diretto da Sydney Sibilia, L’incredibile Storia Dell’Isola Delle Rose racconta qualcosa che sembrava per alcuni essere stato dimenticato, la parentesi di un uomo che costruisce pezzo per pezzo il suo concetto di libertà.

Due ore intense che narrano in maniera delicata e poetica il frammento di un esperimento, di una rivoluzione interiore e mondiale che si concretizza su un’impalcatura al centro del mare.

L'incredibile Storia Dell'Isola Delle Rose

Il film narra la storia di Giorgio Rosa – ingegnere bolognese – focalizzandosi sulla sua creazione della sua piattaforma artificiale di 400 m² che sorgeva nel Mar Adriatico a 11,612 km al largo della costa tra Rimini e Pesaro e a 500 m² al di fuori delle acque italiane. La piattaforma nacque nel silenzio, senza un nome o un progetto a lungo termine delineato. Una storia, questa, che Netflix ha scelto di portare sullo schermo con la massima delicatezza e che ha l’unico obiettivo di narrare senza teatralizzare. La visione – nonostante appaia leggera – contiene all’interno una sottile drammaticità di un sistema che oppone, stringe e soffoca.

L’incredibile Storia Dell’Isola Delle Rose è un film affascinante, intriso di una storia libera e fresca che non viene frantumata neanche di fronte alla distruzione concreta della piattaforma.

I punti di forza della narrazione sono tangibili e nascono dalle essenza dei protagonisti che in un modo o nell’altro dimostrano – alla base – di avere un elemento comune: la concretezza. L’ingegnere è un personaggio idealista e fortemente sognatore che riesce tramite ogni mezzo possibile a concretizzare i suoi progetti: voglio e quindi, posso. Tutta la trama segue questa linea rendendo il film, inaspettatamente, vivo. Importante sottolineare quanto Netflix abbia fatto: riesumare nel 2020 un progetto costruito e distrutto dandogli la possibilità, ancora oggi, di vivere nel modo migliore possibile è stata una scommessa vinta per la piattaforma. Le storie, seppur non in modo concreto, hanno ancora la possibilità di esistere e resistere grazie alla memoria, una dote che va coltivata. In molti prima di questo prodotto disconoscevano completamente Giorgio Rosa e la sua Isola Delle Rose ma grazie a questo progetto – che ci ha riportati alla fine degli anni 60 – questa storia adesso sarà eterna per tutti.

Sibilia racconta la volontà di vivere oltre le regole non per distruggere ma per creare. La costruzione di una nuova identità che possa essere, per una volta, il frutto di qualcosa di libero e non veicolato dove non confondersi con l’ordinario, ma con il meraviglioso. Il suo lavoro è magistrale e nasce senza pretese: una semplicità, la sua, che rende le due ore veloci ma piene. Non ci sono momenti morti: ogni scena è un tassello e man mano che la narrazione va avanti aggiungiamo un frammento in più alla costruzione della storia e dell’isola che – di fronte alla demolizione – esiste tutt’ora: questa è l’opera più grande di Giorgio Rosa.

Facendo un passo indietro – nel ’68 per l’esattezza – arriviamo al punto focale della storia, che darà poi vita alla scena cardine del film.

Nel primo maggio del 1968 Giorgio Rosa autoproclamò lo status di Stato Indipendente per la sua piattaforma. Nonostante la lingua ufficiale – l’esperanto – un proprio governo, una moneta e un’emissione postale, nessun paese del mondo la riconobbe come nazione indipendente. Dal momento dell’autoproclamazione le cose degenerarono incredibilmente: la Repubblica Italiana si oppose drasticamente arrivando a distruggere – nel ’69 – la piattaforma. Un racconto, questo, che nel film – per scelta – non prende lo spazio necessario. Perché L’incredibile Storia Dell’Isola Delle Rose non è il racconto della distruzione, ma della creazione. È la storia di qualcosa che voleva essere più di un posto geografico e che nella realtà dei fatti aveva una visione di indipendenza nel senso più ampio e tangibile del termine. Non si trattava solo di passaporti, cittadinanza o lingua. Si trattava di libertà d’espressione, di poesia in mezzo al mare e possibilità per chiunque non ne avesse. Quello che l’Italia cacciava, Giorgio Rosa accoglieva. La diversità che il paese respingeva in mare, Giorgio Rosa raccoglieva.

L'incredibile Storia Dell'Isola Delle Rose

Una storia che mette in luce in sole due ore i cambiamenti di ogni personaggio. Nessuno sarà più lo stesso e in maniera a volte sottile, imparano tutti qualcosa. Basta pensare al collaboratore per eccellenza di Giorgio, un razzista triste e disintegrato da sé stesso e dalla mediocrità di cui si è sempre circondato. Il personaggio dell’inizio non aveva dentro di sé gli ingredienti essenziali per immaginarlo, alla fine del film, difendere la piattaforma rischiando tutto. Ma nel silenzio, dopo un tacito disordine, è questo quello che accade ed è probabilmente una delle doti più importanti del film: non teatralizzare i cambiamenti ma farli accadere con naturalezza. Esattamente come Gabriella: un personaggio tormentato dalle consapevolezze del triste epilogo e che lotta contro la vulnerabilità sua stessa e di Giorgio: due caratteri agli antipodi ma che insieme riescono a creare un equilibrio.

Quando il film sembra ormai essere finito, arriva l’ultima scena. Un momento, quello finale, in cui si concentra la più totale essenza dell’Isola Delle Rose: i protagonisti vengono portati via dall’isola e davanti ai loro occhi la piattaforma viene disintegrata. Quello che probabilmente in un altro film avrebbe assunto un carattere drammatico, in questo assume la forma di una conseguenza e non di una perdita. Nonostante l’Isola Delle Rose sia stata appena distrutta, questa sembra esserci ancora perché è sempre stata qualcosa di più di qualcosa di fisico. Era nell’essenza del costruttore e di chiunque avesse scelto di andarci, era la consacrazione del diritto alla libertà e all’immaginazione di un mondo diverso. L’essenza che risiede dentro il vero progetto della piattaforma è qualcosa che non si distrugge ma rimane ancorato a ogni persona che abbia colto il senso di questo posto in mezzo al mare.

Netflix ha appena fatto – con questo film – un passo decisivo nel mondo della storia italiana riportando alla nostra memoria qualcosa che non è mai stato distrutto. L’Isola Delle Rose vive nell’essenza di chiunque abbia un mondo dentro. E lo rende un cittadino ufficiale.

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