Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » RECENSIONI » La Storia di Lisey – la Recensione: tutti bevono alla pozza

La Storia di Lisey – la Recensione: tutti bevono alla pozza

Stephen King è uno degli autori più prolifici del ventunesimo secolo. I suoi racconti e romanzi, come La storia di Lisey appunto, sono conosciuti in tutto il mondo e rappresentano una fonte feconda per adattamenti cinematografici e televisivi. Il rapporto tra le opere di King e il piccolo e grande schermo è un rapporto abbastanza altalenante, fatto di importanti successi ma anche di penosi fallimenti. The Dome, per esempio, è uno degli adattamenti peggiori delle opere del maestro. Una serie tv scialba, portata avanti per tre stagioni senza alcun filo logico. The Outsider (ecco la storia del mito che si nasconde dietro il mostro) così come Mr. Mercedes sono riusciti ad adeguare, in maniera piuttosto convincente, il materiale cartaceo.

La storia di Lisey è quell’opera che aspettavo da tempo venisse adattata, non solo perché si tratta di uno dei romanzi migliori ma è anche uno dei preferiti dall’autore stesso. Poco conosciuto rispetto a best-seller come It, The Shining e Il Miglio Verde, il libro rimane, in ogni caso, una gemma rara di quella pozza dove tutti noi andiamo ogni tanto a pescare e ad abbeverarci. Ci ha pensato allora Apple Tv + a recuperarla dal fondale e a renderla una serie tv affascinante, scritta da Stephen King stesso e interpretata da Julianne Moore e Clive Owen.

Se siete appassionati di belle storie e personaggi ben costruiti, vi consiglio di recuperare La storia di Lisey. E non preoccupatevi, non fa così paura!

La storia di Lisey

ATTENZIONE SPOILER

Lisey è una donna normale, nessun tratto peculiare se non quello di essere stata spostata per molti anni con lo scrittore pluripremiato Scott Landon, un individuo tutt’altro che normale. La vita di Lisey cambia drasticamente quando il marito muore lasciandola da sola in una casa troppo grande, in mezzo a scartoffie di romanzi mai pubblicati e alla mercé di pazzi psicopatici. Tra i tanti “deep space cowboys”, come era solito chiamarli Scott, che esistono nel mondo, Lisey deve vedersela con Jim Dooley, una personalità borderline venuto a ricattarla e a torturala. Come se non bastasse, la donna non sa come aiutare la sorella maggiore Amanda, autolesionista e sprofondata in un stato catatonico da cui sembra non ci sia possibilità di uscita. In questo stato di dolore, confusione e paura, Lisey si rifugia spesso nei ricordi della sua vita con Scott, momenti di pura felicità ma anche di confessioni pericolose su altri mondi e bool di sangue.

In una caccia al tesoro organizzata da Scott stesso, Lisey si ritrova così a rivivere ricordi dimenticati e a far emergere quelle inusuali abilità che il marito le aveva condiviso e insegnato in qualche modo, preparandola a vivere la sua storia.

Così come nel romanzo, anche la serie tv si dipana su diversi piani temporali in cui memoria e presente si sovrappongono come le figure sull’acqua. Alla vita senza Scott e perseguitata da Dooley, si intreccia quella del matrimonio fatta di momenti romantici e confessioni a tarda notte ma non solo. In questi ricordi sono altresì conservati quelli di Scott stesso, della sua infanzia con un padre difficile e un fratello “andato”. Ed è proprio nel passato che è custodita la chiave per permettere a Lisey di raggiungere da sola Boo’ya Moon e salvare sua sorella Amanda.

La storia di Lisey

Il posto dove sorge una luna di sangue e l’acqua ha qualcosa di speciale non è, tuttavia, un luogo sicuro. Ad attendere i malcapitati viaggiatori è il Long Boy, un essere fatto di corpi umani urlanti e dolore, che condanna con il suo sguardo chiunque lo incontri. La pozza, d’altro canto, è una distesa d’acqua cristallina che può guarire e allievare ma ci sono ferite che non possono essere guarite: ferite del corpo, come i colpi di pistola che hanno ucciso infine Scott, e ferite della mente, come quelle di Manda-Bunny. Tutti bevono alla pozza, in cerca di storie da trasformare in best-seller, per salpare su una nave di pirati o solo per dimenticare il dolore del mondo reale. Con un enorme sforzo di volontà, Lisey riesce a non sopperire al potere della pozza e a salvare, seppure in due momenti temporali diversi, le persone a lei più care. È la donna difatti a riportare indietro tanti anni prima Scott, e fare lo stesso nel presente con Amanda.

Julianne Moore ha fatto un lavoro eccellente donando alla Lisey televisiva quella stessa purezza di spirito e forza d’animo che possiede la sua controparte letteraria.

Nel corso della serie tv, Lisey affronta un viaggio interiore per fronteggiare il lutto mentre tutto attorno a lei sta andando in mille pezzi. Inizialmente restia a voler aprire alcuni scaffali della propria mente, Lisey riesce infine ad accettare completamente la sua vita con Scott, un matrimonio vissuto tra luci e ombre ma sempre pieno di amore incondizionato. La figura di Dooley incarna le insicurezze che la stessa protagonista possiede: la paura di non potercela fare da sola e quella di essere destinata a essere sempre e solo “la moglie di Scott Landon”. La Moore brilla in questa miniserie, affiancata da un Clive Owen appesantito ma ancora capace di guizzi notevoli e da un Dan DeHaan terrificante e impressionante.

La storia di Lisey

Esteticamente parlando, La storia di Lisey è un acquerello raffinato in cui ogni singolo particolare brilla della luce riflessa di Boo’ya Moon. Una direzione artistica che riporta sempre l’attenzione al tema dell’acqua, forza purificatrice e salvifica che punisce Dooley e ridona vita a Lisey. La storia si ripiega spesso su sé stessa, riprendendo più volte aneddoti uguali ma sotto una luce diversa. Ancora una volta è come se ogni cosa venisse analizzata come attraverso l’acqua. Sulla sua superficie si increspano i ricordi, il dolore e la lotta di Lisey che, seppur stanca, prende parte all’ultima caccia al tesoro del marito, l’ultimo “bool” ma stavolta si tratta di un “bool” buono.

La macchina da presa di Pablo Larraín e la fotografia di Darius Khondji danno vita a una danza fatta di suggestioni sogni a occhi aperti.

Le differenze con il romanzo sono davvero poche, ciò deriva anche dalla partecipazione in prima persona di Stephen King alla stesura della sceneggiatura. All’interno dello show a parlare sono spesso e volentieri le immagini. Nel silenzio assoluto, osserviamo i personaggi muoversi nello spazio come foglie sull’acqua. Sono soprattutto le scene ambientata a Boo’ya Moon, molto più ricorrenti che nel romanzo, a lasciare lo spettatore attonito per il loro potere malioso e orrorifico insieme. Nel bosco e sulla spiaggia convivono l’immaginario da sogno e da incubo che alberga in ognuno di noi e che qui prende vita con i toni del blu, del viola e dell’arancio. La storia di Lisey è una miniserie curata e amorevolmente donata agli spettatori da Stephen King in persona, uno show che si mantiene fedele alla storia originale sia per toni che per messaggio.

Scopri Hall of Series Plus, il nuovo sito gemello di Hall of Series in cui puoi trovare tanti contenuti premium a tema serie tv