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Fate – The Winx Saga, la recensione della promettente prima stagione

Dopo una lunga attesa finalmente Fate – The Winx Saga è sbarcata su Netflix, riuscendo ad accattivarsi non solo i fan dell’iconico Winx Club ma anche i più scettici. La nuova serie tv fantasy, ispirata al popolare cartone animato ideato da Iginio Straffi, è stata creata dal produttore Brian Young (The Vampire Diaries) e da Rainbow.

Le aspettative verso questo nuovo show non erano affatto alte, eppure, sebbene le critiche e gli screzi siano stati parecchi, siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal risultato finale. Fate – The Winx Saga è molto diversa dalla serie animata andata in onda per la prima volta nel 2004, ma non per questo è da scartare. Anzi.

Fate: The Winx Saga

La trama ripercorre a grandi linee quella della serie animata Winx Club. La sedicenne Bloom, dopo aver scoperto drammaticamente di possedere delle abilità speciali, si trasferisce in un college magico nel quale imparerà a controllare i propri poteri: Alfea. Qui alloggia nel dormitorio delle Winx, un gruppo di ragazze con le quali stringerà progressivamente amicizia: Stella, Aisha, Terra, Musa.

Nella suggestiva scuola magica, tra inquietanti mostri chiamati “bruciati”, creature potentissime e inaspettate rivelazioni, le Winx e gli Specialisti si ritrovano – in breve tempo – a fronteggiare quella che sembra una guerra rimasta in stallo da ormai troppo tempo.

Dimenticatevi i lustrini e le trasformazioni musicali: Fate – The Winx Saga è più dark e intensa della serie animata che ricordavamo.

Sebbene le differenze con il cartone siano tantissime, se preso come un prodotto a sé Fate – The Winx Saga si rivela una serie tv validissima e godibile.

Tra gli aspetti positivi dello show troviamo indiscutibilmente le performance degli attori, i quali, nonostante la giovane età e la modesta esperienza, ci hanno regalato delle ottime interpretazioni. Nel cast troviamo Abigail Cowen (Bloom), Hannah van der Westhuysen (Stella), Precious Mustapha (Aisha), Elisha Applebaum (Musa), Danny Griffin (Sky), Eliot Salt (Terra), Freddie Thorp (Riven), Sadie Soverall (Beatrix) e tanti altri.

Tra le suggestive riprese dei boschi irlandesi e della lussuosa villa Killruddery House, anche la fotografia merita una menzione d’onore: mentre le scene che interessano Alfea e i suoi dintorni presentano dei colori tenui e delicati, quelli legati all’Oltre Mondo mostrano colori spenti e freddi, proprio per rimarcare il distacco tra bene e male, tra luce e oscurità.

Fate: The Winx Saga

Un altro punto a favore di Fate – The Winx Saga è la caratterizzazione dei suoi personaggi.

Malgrado la protagonista Bloom abbia un ruolo predominante all’interno della narrazione, i personaggi secondari rappresentano una delle carte vincenti dello show. Essi hanno la possibilità di crescere e mostrare il proprio potenziale, nonché la propria personalità, episodio dopo episodio.

Si tratta di personaggi diversi da quelli che eravamo abituati a vedere sullo schermo in versione animata. Piuttosto che incontrare dei ragazzi maturi, responsabili e quasi privi di difetti, in Fate – The Winx Saga i protagonisti mostrano sin dall’inizio il proprio lato peggiore. Nessuno si nasconde dietro una falsa ipocrisia: tutti i teenager rivelano le proprie debolezze e i propri tormenti, non sono idealizzati e per questo appaiono più “veri”, più realistici.

Si tratta di una scelta intrigante e, soprattutto, coraggiosa, specie se consideriamo il target di questo show. Una serie tv su delle fate che si trasformano e combattono contro il male con dei vestitini pieni di paillettes non avrebbe riscosso il medesimo successo della serie Netflix, e negarlo è impossibile. Malgrado sia ben lontana dall’essere perfetta, Fate – The Winx Saga si presenta come uno show poco ambizioso ma dalle grandissime potenzialità.

La trama, ricca di intrighi e misteri, è incalzante e le dinamiche tra i personaggi, anche se sviluppate in modo sbrigativo, sono coinvolgenti e intense.

La mancanza di alcuni personaggi chiave del cartone animato, nonché la scelta di inserire nel cast due attrici caucasiche piuttosto che rispettare l’etnia dei rispettivi ruoli interpretati, ha indubbiamente causato delle polemiche. Ma oltre questo triste aspetto, l’ultimo acquisto di Netflix non è affatto da rinnegare a priori.

Fate: The Winx Saga

Fate – The Winx Saga è un teen trama di genere fantasy, in cui le sottotrame adolescenziali, anche se spesso stereotipate, non prendono del tutto il sopravvento su quelle incentrate sull’azione. La narrazione è fluida, scorrevole e, anche se presenta qualche stonatura, risulta comunque piacevole da guardare.

A metà strada tra Chilling Adventures of Sabrina, Shadowhunters e Riverdale, Fate – The Winx Saga prende forma raccogliendo gli aspetti positivi dei teen drama del momento e riadattandoli in un contesto nuovo e affascinante. Se siete incerti se guardarla o meno, ascoltate il nostro consiglio e guardatela: siamo sicuri che non ne rimarrete delusi, a patto che abbandoniate per qualche ora il ricordo del classico cartone animato.

Scordatevi il Winx Club e le sue sigle iconiche, le lentissime (ma fantastiche) trasformazioni e i nemici spietati che si sconfiggono con il potere dell’amicizia. La serie tv Netflix si ispira alla serie animata, riprendendone il titolo e l’oggetto della storia ma ricostruendo una nuova versione del gruppo di fatine più amato della tv: più dark, più scorrette, più “realistiche”.

Winx Club

Fate – The Winx Saga ha avuto inizialmente un riscontro ingiustamente negativo. Ma adesso che è arrivata su Netflix con i suoi sei episodi, ognuno della durata di circa un’ora, ha dimostrato di aver tutte le carte in tavola per diventare grande e affermarsi nel panorama televisivo.

In attesa di un eventuale rinnovo, ci auguriamo che la presunta seconda stagione possa lasciare più spazio alla magia e – magari – portare sulle scene qualche personaggio sino ad ora ignorato, riuscendo così ad accontentare sia i fan della serie animata che i nuovissimi seguaci dello show Netflix.

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