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The Witcher: Il produttore esecutivo giustifica il recasting di Cavill appellandosi ai libri

Lo scorso 27 luglio sono usciti su Netflix gli ultimi tre episodi della terza stagione di The Witcher, la serie fantasy tratta dai romanzi e dai racconti dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, raccolti sotto il titolo di Saga di Geralt di Rivia. Epilogo di una stagione altalenante, che non ha convinto tutti gli spettatori, questi ultimi tre episodi hanno rappresentato la fine di un importante capitolo per la serie Netflix. Infatti, essi hanno rappresentato l’uscita di scena definitiva di Henry Cavill, che ha deciso di abbandonare per sempre i panni del cacciatore di mostri Geralt di Rivia, ruolo che, dalla quarta stagione in poi, sarà affidato a Liam Hemsworth.

Sin dal momento in cui è stato annunciato che Geralt di Rivia non avrebbe avuto più il volto di Henry Cavill, i fan si sono arrovellati per cercare di capire se e come la serie Netflix avrebbe gestito il recasting. In particolare, una delle teorie più gettonate ipotizza che il passaggio di testimone tra Henry Cavill e Liam Hemsworth verrà spiegato tramite l’utilizzo di diverse Sfere, ovvero mondi, come in una specie di multiverso. Ebbene, Tomasz Bagiński, uno dei produttori di The Witcher, sembra aver smontato questa teoria, con una spiegazione molto articolata che si rifà ai romanzi di Sapkowski

Il produttore di The Witcher paragona il recasting di Henry Cavill alla rivoluzione narrativa del quinto libro di Sapkowski

“Molti lettori dei libri dimenticano quello che Andrzej Sapkowski ha fatto nel quinto volume della saga, ha esordito Baginski in un’intervista per Wyborcza. “Per me questa è una delle cose più importanti dell’intera storia. Non faccio riferimento a eventi specifici, ma al contesto narrativo che è stato introdotto in quel romanzo. Improvvisamente, all’inizio del libro, scopriamo che tutto quello che abbiamo letto fino a quel momento potrebbe non essere vero”.

Tomasz Bagiński ha continuato spiegando che la rivoluzione compiuta da Sapkowski nel quinto romanzo della Saga di Geralt di Rivianon può essere paragonabile, ad esempio, al concetto di multiverso”, in quanto a moltiplicarsi non sono le realtà esistenti, ma i modi possibili di raccontare una medesima realtà.

“C’è un’unica realtà nell’opera di Sapkowski, ma essendo una storia del passato, quello che sappiamo è stato filtrato da vari autori, storici, scrittori… Forse è la versione di Jaskier o di qualcuno di diverso. Forse Ciri aveva occhi di un colore diverso, era un personaggio differente, e questi eventi sembravano diversi dal punto di vista degli elfi”.

Il produttore della serie Netflix ha poi sottolineato che, se oggi i fan protestano per il fatto che Geralt non avrà più il volto di Henry Cavill, ma quello di Liam Hemsworth, anche20 anni fa, quando è uscito il quinto libro, le persone erano davvero frustrate. Tutto era stato ribaltato”.Pur riconoscendo che i fan potrebbero faticare a superare lo scoglio rappresentato dal nuovo volto di Geralt di Rivia, dunque, Bagiński ha comunque ribadito che in un simile contesto narrativo, che tratta il concetto di realtà in maniera estremamente flessibile, “è difficile dire ‘no’, sostenere che qualcosa sia decisamente proibito. Non lo è perché abbiamo solo una versione della storia e tutte le altre sono ugualmente vere“.

Insomma, la spiegazione di Bagiński è decisamente sensata, ma resta da vedere se i fan saranno d’accordo con lui. Non sappiamo ancora quando potremo vedere la quarta stagione di The Witcher su Netflix, ma una cosa è certa: la serie dovrà riuscire a ripartire da zero e tornare a convincere.

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