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The Witcher accusata da PETA per gli animali nella serie: «Trattati come oggetti»

The Witcher, la serie fantasy nata dalla penna di Andrzej Sapkowski, è finalmente tornata: da qualche giorno è disponibile su Netflix la seconda stagione, dopo un lungo stop alle riprese e parecchi intoppi durante la produzione a causa della pandemia. In questo articolo trovate la nostra recensione dell’attesissima seconda stagione, in cui rispondiamo a questa domanda: tutta quest’attesa non avrà fatto male a The Witcher?

Ora la serie è stata presa di mira da PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) per l’utilizzo di animali veri sul set: secondo l’organizzazione, con le tecnologie di cui dispone ora il mondo del cinema e delle serie tv, è immorale e inaccettabile che si utilizzino ancora veri animali quando si potrebbe benissimo crearli con la computer grafica. PETA ha pubblicato un comunicato nel quale sostiene che l’utilizzo degli animali sui set influenzi negativamente le bestie:

“The Witcher di Netflix ha un problema molto grande, in quanto i produttori apparentemente hanno scelto di sfruttare animali vivi, invece di utilizzare immagini moderne e umane generate al computer. L’industria dell’intrattenimento in genere separa prematuramente questi animali dalle loro madri e contrasta i loro bisogni istintivi di esplorare, scegliere compagni, allevare piccoli e nutrirsi”.

Gli animalisti avevano criticato anche il regista Nicolas Winding Refn per aver fatto uccidere un maiale sul set della sua nuova serie per Netflix. PETA è in prima linea quando si tratta di difendere i diritti degli animali, criticando pesantemente serie popolari negli USA come Clifford the Big Red Dog e ora anche The Witcher.

“Mentre altri film optano per la CGI che consente agli animali di stare con le loro famiglie, invece di essere trascinati sui set cinematografici e costretti a recitare, Clifford the Big Red Dog raddoppia la crudeltà della vecchia scuola”.

L’organizzazione ha criticato la scelta di non aver usato un cavallo creato in CGI invece di uno vero: quello che vediamo in The Witcher si chiama Roach. Ecco come continua il comunicato:

“Spesso strappati alle loro madri da piccoli e sottoposti a vite di privazione, gli animali utilizzati nelle produzioni cinematografiche e televisive non hanno alcun controllo sulle loro vite. Sono trattati come oggetti di scena, spesso costretti a eseguire trucchi al momento giusto fino a quando non sono considerati troppo vecchi, troppo malati o semplicemente non più redditizi. … Gli animali usati nei film e in TV sono intrappolati nel ruolo ricorrente di “vittima””.

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