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Una delle serie tv più attese di fine 2019, The Witcher, ci sta facendo aspettare un tempo che sembra infinito. Le note cause di forza maggiore stanno ritardando sempre di più l’uscita della seconda stagione, che rischia inevitabilmente di partire svantaggiata.

Già con l’uscita della prima stagione, The Witcher è diventata un caso di studio. Come poche serie prima, infatti, ha diviso nettamente il pubblico in due: odiata da molti e amata da altrettante persone (e no, non solo da chi aveva amato il videogioco). Si tratta infatti di una trasposizione seriale di romanzi dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, già noti anche per aver ispirato la saga videoludica firmata CD Projekt Red, il cui terzo capitolo – The Witcher 3: Wild Hunt – è universalmente considerato uno dei videogiochi migliori di questa generazione.

Trama tutt’altro che facile da comprendere: per le prime due puntate non si capisce letteralmente niente, sfrutta i continui sbalzi temporali per la costruzione di una storia a metà tra un fantasy puro e Fantaghirò. È proprio questo non prendersi troppo sul serio, fondere leggerezza e comicità, che rende la serie un prodotto alla portata di tutti, cosicché anche i più scettici, quelli che “no, io le serie fantasy le odio” si sono trovati ad adorarla (merito anche di un protagonista bello come pochi?).

Non ci capisco niente

the witcher

Se avete iniziato The Witcher senza aver mai letto i libri o giocato ai videogame, avrete sicuramente mandato un messaggino a qualche amico con scritto “non ci sto davvero capendo niente“. Nelle prime puntate poche cose sono chiare fin da subito: Geralt of Rivia (Henry Cavill) è dannatamente bello, Ciri (Freya Allan) scappa per un periodo che sembra infinito e Yennefer (Anya Chalotra) è una vittima e ci fa provare compassione.

Proviamo a fare chiarezza innanzitutto sulla trama (quella vera).

Per buona parte della prima stagione, ci troviamo di fronte a tre storie separate: quella del Witcher Geralt, della maga Yennefer di Vengerberg e della principessa Cirilla. Bisogna aspettare l’episodio 4, “Banchetti, bastardi e sepolture“, per comprendere effettivamente che le tre sottotrame si collocano su diverse linee temporali. Le vicende di Ciri sono quanto di più vicino si possa considerare il presente della serie, mentre nel caso degli archi narrativi di Geralt e di Yennefer parliamo di decenni nel passato. Sostanzialmente, Ciri è dodicenne. Geralt, nell’episodio pilota della serie, ha quasi un secolo. Yennefer è altrettanto vecchia, probabilmente più dello stesso Witcher, sebbene non sia chiaro quanti anni abbia.

In questo contesto si inserisce appunto Geralt, uno strigo, ossia un umano mutante. In quanto tale, è più potente di un uomo qualsiasi sotto molti punti di vista. I Witcher sono rimasti in pochi e uccidono per denaro, che sembra essere l’unica cosa a cui tengono. In realtà, conoscendo il personaggio di Geralt of Rivia (lo strigo più noto fra tutti) si scopre che il suo essere è complesso e profondo.

Venendo alla serie, Geralt si trova catapultato all’interno di eventi legati al destino e a trame politiche che smuovono nettamente gli equilibri del suo mondo. Ben presto deve abbandonare la sua vita di strigo e combattere mostri per altri motivi più importanti.

Lo stile, complicato, di The Witcher

Per molti, la costruzione del plot e i personaggi in The Witcher ricorda una delle serie tv più acclamate e apprezzate di tutti i tempi, l’unica e inimitabile Game of Thrones. Anche l‘elevato budget impiegato nella produzione cerca di portare il pubblico a un più alto coinvolgimento possibile, e in parte ci riesce.

Degno di nota è lo stile narrativo della serie, che si svolge per metà in flashback e per metà in flashforward. Solamente nell’ultimo episodio lo spettatore ha il quadro complessivo sulla situazione (più o meno e dopo aver cercato la linea temporale su Google). Come dicevamo, chi è nuovo al mondo di The Witcher ne sarà uscito particolarmente confuso e se questo da una parte non rischia di compromettere il giudizio generale sulla serie (ricordiamo serie ben più difficili amate infinitamente, Dark per esempio), dall’altra potrebbe farlo nel momento in cui l’uscita della seconda stagione facesse aspettare ancora troppo tempo. Rischiamo infatti di dimenticarci tutto e di non avere tempo e voglia di “studiare” lo schema temporale da capo, risultato: non guarderemmo la seconda stagione.

Personaggi di tutto rispetto

The witcher

Oltre a Geralt of Rivia, i personaggi degni di nota sono molti, e permettono di empatizzare anche con soggetti che non ricoprono ruoli principali, come ad esempio Jaskier (Ranuncolo in italiano) che è stato capace di strapparci qualche risata e ci ha regalato una hit che abbiamo canticchiato per giorni (Toss a coin to your Witcher, O’ Valley of Plenty…).

Abbiamo poi Yennefer e la principessa Cirilla Fiona Elen Riannon (Ciri). La prima è un personaggio complicato, frustrato, insoddisfatto e ambizioso, ma al tempo stesso di buon cuore. Geralt si innamora perdutamente di lei, ma Yennefer inganna anche noi con il suo fare apparentemente innocuo.

La principessa Ciri è invece il destino di Geralt. I due infatti sono indissolubilmente legati dal destino, che nel mondo di Sapkowski è ineluttabile. Il regno della giovane principessa viene annientato e lei fugge in cerca di Geralt. Lui, dal canto suo, la cerca con tutto se stesso, perché sa che deve proteggerla.

The Witcher e l’attesa infinita

Se i tempi all’interno della serie sono dilatati al massimo ma utili ai fini della narrazione, non si può dire lo stesso del tempo che stiamo aspettando in attesa dell’uscita della seconda stagione.

Dopo numerosi stop, le riprese hanno finalmente ripreso il loro ritmo, seppur con qualche rallentamento. L’uscita, ancora incerta e soggetta a numerosi cambiamenti, è prevista per agosto e settembre 2021 (ma non speriamoci troppo).

Ai veri amanti della serie consigliamo un rewatch per tenere viva la fiamma e, perchè no, vedere una volta in più Henry Cavill. Non è un sacrificio così grande, o sbaglio?

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