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Che Netflix tenga tantissimo a un pubblico adolescenziale non è certo un mistero, tra serie più spiccatamente rivolte a un pubblico piuttosto giovane e con un preciso stilema di fondo e altre più variegate, capaci però di strizzare l’occhio anche ai ragazzini grazie ad alcuni dei loro personaggi e ad apposite storyline. Tuttavia, non tutti i teen drama, i prodotti fantasy young adult e simili show sono destinati ai ragazzini e, talvolta, la piattaforma streaming rossonera ci ha sorpreso regalandoci delle serie che sono state insospettabilmente apprezzate anche da tanti astanti anche estremamente fuori target, per gusti o età, rispetto al genere proposto. Questo è, per esempio, il caso di Non ho mai (Never Have I Ever nella versione americana), definita dai siti specializzati come una commedia drammatica ancor prima di essere considerata un teen drama.

non ho mai

Una serie divertente e ricca di brio che però non manca di commuoverci e che tocca tante e importanti e attuali dinamiche, spingendoci a metterci nei panni di una ragazza intrappolata tra due vite e che, non a caso, reca la firma di una grande autrice, Mindy Kaling. Autrice comica di grande successo, nota per il ruolo di Kelly Kapoor di The Office, ma soprattutto per essere stata sceneggiatrice della stessa e di altri prodotti come l’autoreferenziale The Mindy Project e il più recente Quattro Matrimoni e un Funerale, la donna è infatti riuscita a conferire alla serie una personalità ben marcata (nonché autobiografica), arricchita da personaggi ben scritti e alcune trovate narrative davvero geniali e innovative, come la presenza di narratori VIP che raccontano la vita dei protagonisti.

Attenzione: il seguente articolo contiene alcuni spoiler delle prime tre stagioni di Non ho mai, siete avvisati!

Cosa distingue nel profondo Non ho mai…, dalla miriade di prodotti adolescenziali che affollano la serialità contemporanea? Cosa ha spinto tanti spettatori, che di fanciullesco hanno ormai ben poco, ad affezionarsi alla comedy e ad appassionarsi alla serie? Restate con noi per scoprirlo!

Kamala guarda Riverdale (640×360)

La risposta a questa domanda si articola più livelli, ma quello che, a colpo d’occhio, differenzia maggiormente Never Have I Ever da tanti altri show, al di là del tono con cui vengono trattati i vari argomenti, è il modo in cui i suoi protagonisti agiscono e interagiscono tra loro, in una storia coesa che, oltre a portare avanti una trama per ovvie ragioni costellata di tematiche cardine del genere, ne indaga lo sviluppo e la crescita. Perché in Non ho mai a spuntarla sono gli adolescenti realistici della nostra epoca, quel genere di persone irrazionali che tutti sono stati a un certo punto della propria vita: storie di ragazzini incoerenti e apparentemente incompresi, che pensano a una cosa e ne fanno un’altra, convinti che il mondo giri attorno a loro e ai loro problemi.

Prendete un’adolescente indiana nata e cresciuta in America dalla media impeccabile ma dall’animo ribelle che vorrebbe conformarsi a una società rispetto alla quale si sente ancora estranea (sospesa com’è tra due culture) con il trauma irrisolto della morte dell’amorevole padre e otterrete Devi Vishwakumar (Maitreyi Ramakrishnan), una tra i più interessanti personaggi adolescenti femminili degli ultimi anni. Una protagonista buffa e dalla personalità spiccata che gioca sui contrasti e la cui storia ci ha saputo divertire e commuovere in più occasioni grazie a un’umanità che non riesce a farcela odiare nemmeno quando arriva a compiere azioni sciocche e talvolta meschine.

Devi e Ben (640×360)

Perché, di puntata in puntata, Non ho mai… riesce a creare filoni interessanti, capaci di coniugare in maniera ottima risate e approfondimento psicologico dei suoi personaggi, ben incorniciata dalle parole di narratori d’eccellenza, uno dei maggiori punti di forza dell’intera operazione produttiva.

Dalla ben più presente e burbera stella del tennis John McEnroe, irresistibile nei panni del cantastorie della vita di Devi, passando per il sempre spassoso padrino di Ben (Jaren Lewison) Andy Samberg (Jake peralta in Brooklyn Nine-Nine) fino ad arrivare a Gigi Hadid, che ben si immedesima nell’attraente Paxton (Darren Barnet), l’idea di immaginare VIP del genere raccontare con vivo interesse e compartecipazione emotiva dei comuni adolescenti è davvero geniale e intriga soprattutto gli adulti!

Tramite una scrittura divertente e piena di brio, capace di prendersi gioco ironicamente di personaggi che si poggiano sì su stereotipi ma che riescono poi a strutturarsi in autonomia, la serie Netflix riesce a giocare con gli stilemi tipici dei teen drama, dai tipici triangoli amorosi, alla ricerca di popolarità da parte di cosiddetti loser, passando per il difficile rapporto tra genitori e figli, soprattutto se così separati da culture e tradizioni diversi come nel caso di Devi. Una sceneggiatura forte e senza sbavature che tratteggia personaggi capaci di evolvere pian piano, ma in maniera perfettamente coerente, a partire da una protagonista che lentamente inizia a venire a patti con la propria personalità, arrivando sul finale della terza ragione a lasciare andare quel sogno a cui era tanto legata fino arrivare a Paxton che, dopo un lungo percorso, comprende finalmente di essere molto più che un bel viso.

non ho mai
Non Ho Mai… (1200×768)

A differenza di tante altre serie teen drama, che sfociano nelle tragedie più crude e senza filtri come la splendida Euphoria, Never Have I Ever punta su altro, focalizzando la propria attenzione anche soprattutto sullo scontro culturale tra generazioni diverse con tanta ironia e intelligenza, sia per quanto riguarda le reazioni di Devi che quelle della cugina Kamala, senza ricadere in sciocche parodie, ma evidenziando al contempo la difficoltà di vivere in bilico tra due mondi di cui non si riesce a riconoscersi in entrambi i casi.

Ancor più delle storie d’amore tipiche del genere che possono appassionare come no (ma che restano comunque sempre godibili e venati di una vena comica che non stanca) quello che, tuttavia, risulta maggiormente interessante è, almeno a parer nostro, la storia del progressivo superamento del lutto da parte della protagonista e di sua madre Nalini, nonché il commovente sviluppo che il rapporto tra le due subisce nel corso delle stagioni, capace di trametterci grande ottimismo e positività nei confronti del futuro.

Ma la serie non è solo una storia catartica basata sui buoni sentimenti

Dalle battute sagaci e ricche di citazioni alla costruzione di dialoghi e monologhi capaci di catalizzare l’attenzione del pubblico sia nei momenti più intimistici e di profonda riflessione sia in quelli più leggeri e spensierati grazie a una scrittura capace di adattarsi ai vari contesti, la serie trova sempre modi di divertirci e farci continuare la visione. Puntando su gag calzanti e incisive e sui toccanti confronti tra i personaggi, la scrittura della serie non perde mai un colpo, rendendosi adatta anche ai palati più raffinati grazie a un grande equilibrio interno e spingendoci ad abbracciare perfettamente il mood della narrazione.

Non ho mai… si conferma essere una serie adatta a diversi tipi di pubblico, capace di attirare i più giovani grazie ai suoi adorabili protagonisti e alle travagliate storie d’amore (che restano comunque molto apprezzate anche da gran parte del pubblico più âgé), ma strizzando l’occhio anche agli adulti grazie a una scrittura fresca e divertente che però, come nelle migliori dramedy, riesce a innalzarsi puntando sul raccontare storie composite e profonde. Ciò infatti apre le porte a un pubblico più composito, che ha già da un po’ abbandonato l’adolescenza e che viene spinto a riavvicinarsi a un mondo di cui molto spesso si tende a dimenticare le difficoltà e le complessità.

Al di là di pregiudizi, Never I Have Ever ci insegna che, con il giusto approccio, anche le serie apparentemente più distanti dal nostro mondo possono nascondere grandi sorprese, spingendoci a non farci frenare dai preconcetti che rischierebbero di non farci scoprire ottimi prodotti. Noi restiamo in attesa della quarta e ultima stagione di questa fantastica serie, e voi?

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