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Mindhunter racconta le storie di veri serial killer: ecco chi sono

Richard Speck

Se questo nome vi dice qualcosa, è perché io stessa raccontai la sua storia in un articolo (lo trovate qui) che trattava di assassini comparsi in American Horror Story e realmente esistiti. Stiamo parlando del ‘killer delle infermiere‘, che ispirò uno degli episodi di Murder House.

Il perché di tale soprannome è presto detto. Il 14 luglio del 1966 Speck, ubriaco, fece irruzione nella South Chicago Community Hospital, appunto una scuola per infermiere. Lì prese in ostaggio otto giovani, che legò per poterle seviziare e stuprare, minacciandole con un coltello di cui era in possesso, finendo poi per ucciderle con decine e decine di colpi per ciascuna. Una nona ragazza assistette al massacro, ben nascosta sotto uno dei letti, cosa che le permise di salvarsi e di testimoniare quanto accaduto. La descrizione dell’assassino fatta dalla ragazza (in particolare il dettaglio del tatuaggio ‘Born to raise Hell’) e le sue impronte digitali permisero alla polizia di arrestarlo in tempi brevi. Incolpato di altri tre omicidi, fu prosciolto per mancanza di prove, ma dichiarato colpevole per il massacro delle otto infermiere, in un processo di cui l’opinione pubblica parlò a lungo.

Venne condannato a morte per mezzo della sedia elettrica, ma la Corte Suprema rivide il giudizio nel 1972, tramutandolo in ergastolo. Richard Speck comunque morì nel 1991, a seguito di un infarto.

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