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L’immensa solitudine di Roger Sterling

Premessa d’obbligo: mentre scrivo questo articolo non ho ancora finito Mad Men. Sono a metà della sesta stagione: quasi alla fine, ma non alla fine. Ho però sentito ugualmente un impeto irrefrenabile di scrivere su Roger Sterling. Personaggio che mi ha offerto tanti spunti di riflessione, e che ancora non so che fine farà alla fine della serie.

“Mia madre se n’è andata. Era l’unica persona che mi amava in modo disinteressato”.

Roger Sterling è un bambino. Un bambino che ha appena perso sua madre, all’inizio della sesta stagione di Mad Men, quando pronuncia queste parole. Sua madre era l’unica persona che lo amava veramente in modo disinteressato, dice. Già. Perchè Sterling pensa che in fondo tutti gli stiano vicino solo per i suoi soldi. Forse è nato con questo pensiero in testa. Forse è stato il suo stesso padre, costruttore dell’Impero che ora Roger gestisce assieme all’altro costruttore, Bert Cooper, a dirglielo. A dirgli che doveva stare attento alle persone di cui si circondava, perchè gli sarebbero state vicine solo perchè lui è ricco sfondato. E come un bambino, Roger, ancora oggi crede alle parole del suo papà. Per un bambino ciò che dicono i genitori equivale spesso a legge divina.

Nelle serie tv ci facciamo quasi sempre attrarre dai personaggi complessi. Roger Sterling non è un personaggio complesso, è un personaggio di facile lettura. Ma forse è proprio la sua puerile umanità a renderlo così affascinante.

Sterling ha sempre il sorriso, ma dentro è triste. Si sente poco amato da tutti, pensa che tutti gli stiano attorno per i soldi. Non fa molto, però, per togliersi di dosso quell’etichetta che un po’ gli piace e un po’ molto, nel profondo, lo fa soffrire. Ai soldi non dà valore, li sperpera. Gira con un’infinità di contanti in tasca dalla mattina alla sera, anche quando non gli servono. Se gli serve qualcosa, Roger tira fuori i soldi. Prova a comprare le persone. Non perchè lo voglia veramente, ma perchè è l’unica cosa che sa fare da quando è nato. L’unico modo per tenere le persone vicine a se. Suo padre gli aveva detto che gli sarebbero tutti stati vicino solo per i soldi, lui ha fatto di questo assunto una traduzione letterale controproducente per i suoi sentimenti: vuole vicine le persone e le riempie di denaro per far sì che questo possa accadere.

Roger Sterling è tremendamente naif. Per quanto non possa sembrare, dietro alla sua apparenza da grand’uomo vive tutto in maniera semplice e candida. Come un bambino, appunto. La verità è che Roger non ha mai avuto bisogno, veramente, di crescere. Sua mamma lo ha accudito, prima direttamente e poi alla distanza, fino ai 50 anni e oltre. Suo padre gli ha lasciato in eredità un impero che lui non ha dovuto nemmeno gestire. Ci ha pensato l’altro papà, quello putativo, a farlo nella maggior parte dei casi: lo strambo ma sempre sul pezzo Bert Cooper, che tratta Roger come un figlio.Ci ha pensato poi un altro uomo, il jolly pescato da Sterling junior: Don Draper, il fenomeno di Madison Avenue.

E così a Roger non è rimasta che una cosa da fare: continuare a giocare. Dietro a quell’uomo brizzolato e apparentemente sicurissimo di se, si nasconde un bambino rinchiuso nel corpo di un 50enne. Uno che non ha mai avuto bisogno di crescere, ma non lo ha mai nemmeno tanto voluto. Roger vive quasi rinchiuso in una bolla di vetro che lo ha ‘congelato’ per anni e anni, e dalla quale non riesce più a uscire. Ormai è troppo vecchio per farlo. Coi soldi ci gioca, come un bambino appunto. La Sterling Cooper è il suo giocattolo. Gliel’ha comprato suo padre.

E così Roger continua a giocare, nel lavoro come nella vita sentimentale. Passa di matrimonio in matrimonio e di tradimento in tradimento, di figlio in figlio. Senza soluzione di continuità. Rifugge qualsivoglia tipo di responsabilità, tanto ci pensano sempre e comunque i soldi a risolvere le cose.

Roger però ci tiene ai sentimenti. Anche se non si vede a occhio nudo, anche se sembra che pensi sempre e solo a se stesso, Sterling è un altruista. L’amicizia con Draper, da parte di Sterling, è di quelle più pure. Così come puro è l’amore per Joan Harris, probabilmente l’unica donna che il rampollo abbia amato dopo sua madre e prima di sua figlia. Ma Roger ormai è entrato in un loop: a 50 anni suonati, con un paio di matrimoni, figli e anche infarti alle spalle, buttarsi in una eventuale vita tranquilla e serena con l’amata Joan – che sotto sotto secondo me, soprattutto dopo la nascita di loro figlio, non aspetterebbe altro – è una cosa che va fuori da un canovaccio che ha interpretato per anni e anni. E a un certo punto cambiare spartito diventa scomodo.

Non so che fine farà Roger Sterling, ma so che è uno di quei personaggi che più mi ha suscitato emozioni tra tutti quelli che ho visto in questi anni da appassionato di serie tv. Lo ha fatto in maniera discreta, senza pretese, ma lo ha fatto.

Che poi, alla fine dei conti, chi è veramente Roger Sterling? Roger Sterling è quell’uomo dai capelli bianchi, le tasche piene di soldi e lo sguardo innocente, che piange la morte di sua madre e del suo lustrascarpe in maniera disperata. Solo nel suo grande ufficio, che è come un immenso parco giochi in cui però nessuno gioca con lui. Perchè di immenso, oltre all’ufficio, c’è anche la sua solitudine.

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