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La Ruota del Tempo riuscirà a superare la prova della seconda stagione?

Che La Ruota del Tempo non fosse la nuova Game of Thrones l’avevamo capito già qualche tempo fa, quando ancora non erano usciti tutti gli episodi della serie fantasy targata Amazon Prime Video, e ne avevamo evidenziati i vantaggi: il genere fantastico è molto ampio e pieno di sfaccettature che vale la pena esplorare in toto, senza limitarci alla sfumatura presente nell’opera scaturita dalla penna di Martin, e quindi da un lato ben vengano le molte differenze tra le due narrazioni. Con la conclusione della prima stagione de La Ruota del Tempo e quindi la possibilità di analizzare gli 8 episodi nel loro insieme, tuttavia, è venuto a galla anche il lato negativo del confronto: a livello di coinvolgimento ed efficacia, la serie con Rosamund Pike sembra avere moltissimo da imparare da Game of Thrones (o, in generale, da altre serie tv fantasy che hanno maggiormente soddisfatto il pubblico). Una considerazione che la gran parte degli spettatori condivide, ma che stupisce comunque alla luce del grandissimo investimento che Prime Video ha fatto se sembra voler continuare a fare sul progetto: sembra infatti che l’intento di Amazon sia quello di coprire l’intero vastissimo mondo dei libri con stagioni della serie.

Un’idea ambiziosa e importante, che potrebbe consolidare l’attenzione che il genere fantasy sta ricevendo negli ultimi anni a livello seriale e cinematografico e dare davvero a Prime Video la sua Game of Thrones, ma che allo stesso tempo potrebbe rivelarsi fallimentare. Al momento, infatti, il destino de La Ruota del Tempo sembra incerto così come quasi contraddittoria è stata la ricezione del suo esordio: se da un lato leggiamo sul web molte critiche ed espressioni di delusione – sia dai lettori di Robert Jordan, sia da chi si è approcciato direttamente alla serie – dall’altro lato troviamo lo show fisso ai primi posti delle classifiche relative alle serie più viste. Che cosa significa?

Significa che il pubblico sta dando fiducia a La Ruota del Tempo, ma ha bisogno di ottenere presto qualcosa di soddisfacente: la seconda stagione sarà fondamentale.

La Ruota del Tempo

Le premesse che hanno avvicinato gli spettatori alla serie sono state decisive in questo senso. Innanzitutto, Amazon Prime Video non ha mai nascosto le proprie ambizioni riguardo lo show e non ha mai fatto mistero dell’alto budget impiegato per realizzarlo – che possiamo riscontrare nei costumi, nei dettagli, nella rappresentazione della magia e di tutto ciò che ne deriva (anche se ci sono state diverse critiche agli effetti speciali). Inoltre, il materiale su cui si basa La Ruota del Tempo è davvero massiccio: la saga scritta da Robert Jordan è composta da 14 libri più un prequel (pubblicati tra il 1990 e il 2013 – dopo la morte dell’autore nel 2007, gli ultimi tre volumi sono stati completati da Brandon Sanderson). Un mondo davvero grande e, soprattutto, già concluso, a differenza di quello che successe con Game of Thrones, con lo show costretto a deviare dal binario dei libri poiché incompleti.

Con delle fondamenta del genere, è difficile non dare credito al progetto, non dargli una chance e abbandonarlo al primo sbadiglio. Eppure è evidente che questa prima stagione, basata sugli eventi narrati nel primo libro della serie, intitolato The Eye of the World, abbia mostrato grandi debolezze e non si sia mostrata del tutto all’altezza delle aspettative del pubblico.

La difficoltà maggiore di questa prima stagione de La Ruota del Tempo sembra essere quella di non aver giocato nel modo giusto carte che, potenzialmente, sarebbero potute essere vincenti. A livello teorico, gli elementi per una serie di successo sembrano esserci tutti: la trama ha un filo conduttore chiaro, quello della profezia del Drago rinato che potrà o salvare o distruggere il mondo; i personaggi sono diversi tra loro e potrebbe essere interessante scoprire i pensieri e le caratteristiche di ognuno; l’organizzazione femminile di Aes Sedai è qualcosa di originale, che crea un punto di vista diverso e il tema del viaggio – che spesso troviamo nella narrazione fantastica, seppur sempre rielaborato in modo diverso – di solito fornisce spunti per momenti di suspense in cui i personaggi devono mettersi alla prova contro la natura, i nemici o le ostilità del territorio.

E allora cosa non ha funzionato?

La ruota del tempo

A non essere efficace è stata la scelta del ritmo della narrazione e il modo in cui questi elementi sono stati mescolati tra loro. La lentezza esecutiva dei primi episodi era sembrava quasi accettabile nell’ottica della fase introduttiva che spesso troviamo in serie tv fantasy: lo spettatore deve abituarsi a un wordbuilding particolare e nuovo, ambientandosi in un’atmosfera totalmente diversa da quella del mondo in cui vive. Tuttavia, proseguendo nella visione, ci si accorge che questo è il ritmo standard di tutta la stagione e non solo dei suoi inizi (anche perché, su un totale di otto episodi, avremmo potuto accettare uno stile introduttivo al massimo nei primi due).

La contraddizione maggiore, però, sta nel fatto che la serie risulta sì lenta, ma non per questo priva di eventi. Succedono davvero tante cose all’interno di ogni episodio, lo spettatore è bersagliato di informazioni di vario genere, e a volte sembra difficoltoso stare al passo con tutto. Proprio per questo, la lentezza percepita dallo spettatore risulta ancora più pesante, perché davvero ingiustificata.

A questo si aggiunge un impiego poco diffuso di plot twist e cliffhanger – che ci sono, ma non sono così incisivi – e pochi momenti di emozione e pathos. Il rischio è quello che lo spettatore si senta meno coinvolto e faccia fatica a immedesimarsi nei personaggi, limitandosi a una visione distaccata della serie che lascia poche sensazioni al termine degli episodi. La Ruota del Tempo potrebbe giocare in maniera molto più abile con l’adrenalina e con le sensazioni del pubblico, cercando la strategia per colpirlo in modo più diretto ed efficace.

Alla luce di questo, la prova della seconda stagione appare sempre più come un esame da superare a tutti i costi.

la ruota del tempo

Per La Ruota del Tempo diventa quasi obbligatorio abbattere le incertezze del pubblico al più presto. Il seguito che ha avuto la prima stagione nonostante le critiche, difficilmente sarà replicabile per una seconda volta: gli spettatori troppo annoiati o insoddisfatti potrebbero decidere di abbandonare la serie e guardarsi altro. La seconda stagione, a cui il co-responsabile della programmazione televisiva di Amazon Studios Vernon Sanders ha fatto accenno a IGN, confermandone la fase di lavorazione, sarà un punto di non ritorno.

Le speranze restano alte, proprio per via delle premesse a cui si accennava prima. E poi, un colosso come Amazon Prime Video può sbagliare due volte? Un altro passo falso sarebbe un rischio troppo grande. Quello che ci si auspica è che si riesca a sfruttare meglio il grandissimo potenziale de La Ruota del Tempo, apportando delle modifiche al ritmo dello show, creando scene più incisive e momenti emozionanti, ricchi di vitalità e in grado di suscitare varie sensazioni.

Altrettanto importante sarebbe evidenziare ancor più gli elementi di originalità della serie, in primis Aes Sedai. Sarebbe interessante approfondirne la storia e poter comprendere meglio in che modo questa organizzazione si incastona all’interno dei diversi strati della popolazione. E, visto che si tratta di un fantasy in cui la magia ricopre un ruolo centrale, sarebbe efficace anche una visione più dettagliata di ciò che concerne la magia, delle creature fantastiche e di tutti quegli elementi fuori dall’ordinario – senz’altro migliorando l’utilizzo degli effetti speciali, oggetti di varie critiche da parte degli spettatori.

Un innalzamento della qualità de La Ruota del Tempo, infine, non sarebbe solo fine a sé stesso: Amazon Prime Video sta dimostrando una certa attenzione al mondo del fantasy in generale, ne è un lampante esempio la scelta di mettersi alla prova con la serie tv de Il Signore degli Anelli in uscita prossimamente, un’opera molto famosa e molto amata. Anche in questo caso, Prime Video corre un grande rischio: il fandom dei libri di Tolkien è sempre stato agguerrito e critico, un passo falso potrebbe costare caro. Eppure, Amazon Prime Video si sta mettendo in gioco in questo campo senza paura e questo potrebbe essere un vantaggio e un passo ancor più avanti per l’affermazione del genere fantasy.

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