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La classifica dei 5 migliori personaggi de La Regina degli Scacchi

La Regina degli Scacchi, la miniserie Netflix creata da Scott Frank e Allan Scott (qui potete trovare la recensione), ha conquistato il mondo: la storia di Beth Harmon, basata sul romanzo “The Queen’s Gambit” di Walter Tavis del 1983, continua ad appassionare gli spettatori che, sempre più numerosi, decidono di immergersi nei sette episodi del drama con protagonista una sorprendente Anya Taylor-Joy. La sua interpretazione di una bambina orfana che riesce con tenacia a farsi strada nel mondo prettamente maschile delle competizioni scacchistiche ha emozionato il pubblico e convinto la critica, che ha definito l’ultima fatica Netflix la miniserie rivelazione dell’anno. Una storia intensa modellata soprattutto dai diversi e ben strutturati personaggi della serie che gravitano attorno alla sua protagonista assoluta arricchendo la narrazione.

In questa personale classifica vi mostriamo i 5 migliori in assoluto.

5) Jolene

La Regina degli Scacchi

La Regina degli Scacchi ci presenta il personaggio di Jolene attraverso la sua voce, mentre urla appellativi decisamente poco cortesi (per usare un eufemismo) contro gli inservienti dell’orfanotrofio. L’impertinente ragazzina che appare sullo schermo poco dopo soddisfa tutte le aspettative riposte in quella voce: Jolene è sarcastica, sveglia, irriverente, ma soprattutto è la prima amica di Beth. E quando la giovane ragazza prodigio degli scacchi, ormai immersa in un’altra vita, sta attraversando il suo momento più buio, in balìa dell’autodistruzione, proprio Jolene bussa alla sua porta. A nulla sono servite l’apprensione di Harry e le telefonate di Benny: l’unica di cui Beth aveva bisogno era la persona che aveva il suo stesso vissuto. La persona che come lei aveva perso tutto e aveva dormito su quei letti in fila l’uno accanto all’altro addormentandosi ogni notte con la stessa speranza: quella di riuscire a occupare il suo posto in un mondo che sembrava averla rifiutata.

Per una volta io ero tutto ciò che avevi, e per una volta tu eri tutto quello che avevo io. Non eravamo orfane, non finché c’eravamo l’una per l’altra. Io non sono il tuo angelo custode, non sono qui per salvarti. Sono qui perché tu hai bisogno che io sia qui. Le famiglie fanno così, e noi lo siamo.

Grazie a Jolene, Beth affronta gli strascichi del suo passato, tornando in quell’orfanotrofio dove tutto è iniziato, e da quel liberatorio abbraccio con la sua amica riparte, rasserenata.

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