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Kidding 2×02 – La rabbia fa bene

Se il primo episodio di Kidding ci aveva portato a pensare che questa seconda stagione sarebbe stata più tragica e con meno elementi fantastici, già con il secondo episodio abbiamo cambiato idea. Lo stile della prima stagione riemerge e, sebbene non manchi la tragicità, ritorna il fantastico tipico della serie.

In questo secondo episodio, infatti, vediamo per quasi tutto il tempo il viaggio mentale di Jeff, iniziato con l’effetto dell’anestesia durante l’operazione per donare il fegato a Peter, l’uomo che lui stesso ha investito. Nel suo sogno/viaggio si trova alle cascate del Niagara, il luogo che più ha condizionato Jeff durante tutta la sua vita. Le cascate sono infatti l’emblema di questo episodio di Kidding, intitolato Up, Down and Everything in Between. È proprio da quelle cascate che Jeff riceve la cartolina di sua madre quando era un ragazzino, dove spiega che è andata via e che non tornerà. Jeff si convince che quel posto deve essere talmente bello da non poterlo lasciare, unico motivo per giustificare l’abbandono della madre. Da lì Jeff ha idealizzato le cascate, ricreandole con cibo e tutto ciò che a lui piace di più, rendendolo il luogo perfetto.

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Veniamo a conoscenza che l’idea di creare lo show televisivo di Mr. Pickles nasce proprio da qui, e dall’idea di Seb – padre di Jeff – di ‘rinchiudere’ il figlio in una dimensione che protegga la sua grande sensibilità dal mondo esterno, anche una volta diventato adulto. Jeff è diverso da chiunque altro, rimane aggrappato al suo lato infantile respingendo e reprimendo ogni problema o difficoltà del mondo degli adulti. Non permette al suo lato adulto di emergere, non permette alla rabbia, e a tutti i sentimenti negativi di uscire allo scoperto. Questo però, fino a quando non è più possibile mantenere tutto e poi esplode, come è successo quando ha investito Peter.

In questo episodio di Kidding, durante il suo viaggio mentale alle cascate, incontra Peter, anche lui sotto anestesia. Ed è proprio Peter a suggerirgli di sfogarsi, di buttare fuori tutta la rabbia, di liberarsi per non rischiare di esplodere di nuovo facendo del male a qualcun altro. Jeff è combattuto, sfoga la sua rabbia e allo stesso tempo si sorprende di aver pensato certe cose, come la collera che prova per Jill, che incolpa per la morte del loro figlio Phil. Finalmente vediamo un lato di Jeff più adulto, in contrasto con la situazione in sé, dove sia lui che Peter cantano e ballano.

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Mentre i due fanno un musical nel mondo immaginario di Jeff, nella realtà Jill, Deirdre e Seb sono in sala d’attesa. C’è un confronto tra i tre dove anche loro buttano fuori tutto ciò che pensano, ma senza musica di sottofondo. Non mancano tuttavia tratti comici e assurdi che sdrammatizzano situazioni troppo tragiche, come è tipico della serie.

In questa conversazione viene sottolineato quanto Seb sia stato un cattivo padre, mentre lui si difende dicendo Io sono rimasto, non come sua moglie. Deirdre confessa il suo imminente divorzio con il marito, e Jill fa sapere che non è intenzionata a perdonare Jeff per quello che ha fatto, nonostante lui abbia cercato di rimediare donando a Peter il suo fegato. Non vuole nemmeno vederlo dopo l’operazione, eppure mantiene il segreto e non dice alla polizia la verità.

Tra quello che succede nel mondo reale e quello che succede nel mondo fantastico nella mente di Jeff, si arriva allo stesso punto finale: Jeff deve crescere. Non può più rimanere rinchiuso in quella ‘prigione’ fatta di cascate e pupazzi creata da Seb, meglio conosciuto come lo show di Mr. Pickles. Jeff ha capito che suo padre lo ha fatto per proteggerlo, ma ora è il momento di crescere. E, infatti, al risveglio dopo l’operazione, Seb è lì di fianco. Per la prima volta forse lo sentiamo dire qualcosa che si avvicina a una dimostrazione di affetto, a cui Jeff però risponde: “Sei licenziato”.

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