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Incastrati è il compromesso ideale tra il pubblico delle generaliste e quello di Netflix

ATTENZIONE: proseguendo nella lettura dell’articolo potreste imbattervi in spoiler su Incastrati, la serie Netflix di Ficarra e Picone.

La notizia dell’approdo di Ficarra e Picone su Netflix, a inizio anno, non ci aveva lasciati indifferenti. Stiamo parlando infatti di una delle coppie comiche più amate del cinema italiano, che mancava da oltre due anni sullo schermo. Il primo Natale, film scritto, diretto e interpretato dai due attori siciliani, uscì nelle sale a dicembre del 2019. Da allora, molte cose sono cambiate, a partire dalla fruizione stessa dei prodotti cinematografici che, con la pandemia e le conseguenti restrizioni, ha limitato fortemente la produzione di film per il grande schermo. L’industria del cinema sembra essere più in difficoltà rispetto a quella delle serie tv e questa è una delle tante ragioni per cui molto spesso anche gli attori del grande schermo scelgono di mettersi a disposizione del piccolo.

Ficarra e Picone hanno scelto di debuttare su Netflix con la loro prima serie tv.

ficarra e picone

Incastrati è una crime-comedy in sei episodi, tutti disponibili dal 1 gennaio sulla piattaforma. Salvo e Valentino sono due tecnici che aggiustano televisori, amici di una vita ma anche legati da un vincolo di parentela perché il primo ha sposato la sorella del secondo. Una mattina, chiamati per un guasto alla tv dal signor Gambino, si ritrovano inconsapevolmente sulla scena di un crimine. Le persone sbagliate nel posto sbagliato: si scoprirà subito, infatti, che la vittima dell’omicidio era l’amante della moglie di Salvo, per cui i protagonisti avrebbero avuto un movente per ammazzarla. Da lì in poi, si innescano una serie di equivoci e malintesi che non fanno che intricare ulteriormente la matassa. Sullo sfondo di una Sicilia che rievoca a tratti le atmosfere ben tratteggiate da Camilleri, Salvo e Valentino provano a sfuggire alle attenzioni della mafia e a quelle della polizia, guidata dalla vecchia compagna di classe Agata (Marianna Di Martino).

A dispetto della complessità dell’intreccio, Incastrati non è una serie articolata e ingarbugliata. Anzi, i sei episodi scorrono con molta leggerezza, senza toccare picchi di pathos eccessivo e senza affidare il ritmo al taglio adrenalinico dei thriller.

ficarra e picone

Ficarra e Picone sono riusciti a convertire il proprio stile cinematografico in un prodotto seriale godibile, per altro già riconfermato per una seconda stagione. La coppia comica è infatti perfettamente riconoscibile seppur nelle nuove vesti di protagonista di una serie tv. La dislocazione non è stata traumatica, merito probabilmente anche del formato episodio breve che non rende troppo lunga e dispersiva la storia. In un periodo in cui i prodotti comici made in Italy sono in grossa difficoltà, una serie come questa trova dinanzi a sé una prateria sconfinata. Incastrati potrebbe essere un prodotto adatto sia alla tv generalista che alle piattaforme di streaming, ma in realtà non è né l’uno né l’altro. O meglio: è il giusto compromesso tra l’uno e l’altro.

La comicità di Ficarra e Picone è già stata sperimentata dal grande pubblico. Anche Incastrati, come tutti i film dei due comici siciliani, è una commedia leggera adatta alle famiglie. Gli sketch e le battute non lasciano mai spazio a quella volgarità e a quel cinismo di cui invece solitamente abbondano le comedy Netflix. I cliché e la sensazione di già visto pervadono tutta l’opera, ma non al punto da guastarla. Incastrati è un prodotto che riesce ad avvicinare varie tipologie di spettatori che confluiscono nel grande pubblico della tv generalista. Ma non è neanche una serie tv adattabile agli standard di quel tipo di televisione. Il format breve e la distribuzione in blocco sono due dei punti di forza di Incastrati. Immaginare la classica somministrazione settimanale degli episodi sarebbe stato del tutto controproducente per uno show snello e leggero come questo.

Ficarra e Picone hanno mostrato di conoscere bene le dinamiche del mondo della serialità e hanno tentato di sfruttarne al meglio le potenzialità.

Gli episodi da meno di mezz’ora l’uno hanno favorito la visione in blocco, il binge watching da una nottata. La durata complessiva di Incastrati è di circa tre ore, poco più di una normale pellicola cinematografica. Questo aspetto ha un indubbio vantaggio, perché fa sì che la verve comica dei due protagonisti non venga dispersa in una marea di episodi troppo lunghi che avrebbero inevitabilmente penalizzato al massimo quel tipo di comicità, che è il marchio di fabbrica della coppia Ficarra e Picone, la quale ha puntato su una combinazione di generi che semmai avvicina ancora di più Incastrati al pubblico Netflix. Genere comico e genere crime – quelli più apprezzati dalla grande industria televisiva americana – ben si combinano in questo caso in un prodotto finale senza troppe pretese, ma ugualmente appetibile proprio per il suo formato smart e per quel tocco di italianità che lo rende familiare al grande pubblico.

I continui riferimenti a The Touch of The Killer, la serie tv interminabile che Salvo guarda fino al mattino con gli occhi spalancati, sembrano un tentativo di ironizzare proprio sulla serialità. Il finale lasciato volutamente aperto, a sottolineare come dal vortice delle serie tv non si esce mai perché ad una stagione conclusa ne segue sempre una nuova, pare un’ulteriore conferma dell’intento parodico di Ficarra e Picone. La serie tv come interesse preponderante nella vita delle persone – al punto da trascurare gli affetti più vicini -, il continuo volerne parlare a tutti i costi anche a rischio di apparire pedanti e ridicoli, le sottili prese in giro, sono tutti riferimenti che un pubblico di piattaforme di streaming può afferrare con più facilità rispetto a quello generalista.

Incastrati riesce quindi a porsi nel mezzo, ad essere il compromesso ideale tra due tipologie di pubblico completamente diverse: ha spinto il pubblico generalista a consumare un prodotto Netflix e l’utente di Netflix ad avvicinarsi ad una serie tv più generalista. Il risultato è buono, soprattutto se si considera che arriva in un periodo di grande crisi per le comedy italiane, che avrebbero bisogno di nuova linfa e nuove idee per inserirsi su un mercato pieno di opportunità. Vediamo se il pubblico premierà anche la seconda stagione.

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