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The Tudors: tutti gli errori politici, religiosi e morali del Leone d’Inghilterra

3) Errori morali

Enrico è superficiale, egoista e si fa davvero fatica a trovargli un lato positivo: ama come amerebbe un quindicenne, è crudele, vendicativo, non ha rispetto o timore di nessuno.

Non esita a giustiziare la sua coscienza morale, Thomas More, a condannare senza pietà ex collaboratori, il proprio popolo giustamente insorto, a minacciare di uccidere le figlie, Maria perché potenziale usurpatrice, Elisabetta perché bastarda.

E, poi, c’è Anna, figura tragica e pedina strategica della famiglia, che fa di tutto per spingerla tra le braccia del re. Ella viene considerata poco più di una bestia da monta, che vale solo per quanti figli riesce a mettere al mondo, per poi essere calunniata delle peggiori nefandezze (incesto, stregoneria…) e sottoposta a esecuzione come una malfattrice qualsiasi.

Ma era davvero tutta colpa di Anna? Sicuramente, come tutti, ha preso parte agli intrighi di corte e altrettanto sicuramente ha tramato per mandare in disgrazia i propri nemici politici: ma aveva attirato le attenzioni del re, la famiglia l’ha usata come scala al successo, ha subito numerosi aborti, di cui viene ritenuta unica colpevole, è stata tradita, ripetutamente, messa in disparte e, contro di lei, venne ordito uno tra i peggiori complotti politici.

Decapitata pochi giorni dopo il fratello, sepolta in una tomba senza nome, Anna si svela nell’ultima puntata dei The Tudors, quando torna in visione al marito, proclamando la propria innocenza.

Enrico non ama nessuno, neanche quando si lacera le vesti per la morte di Jane Seymour, perché l’ama solo dal momento in cui sa che è incinta.

L’avrebbe amata ugualmente, se fosse morta dando alla luce l’ennesima femmina?

No, tanto che si consolerà presto con altre malcapitate che accettano di sposarlo.

Enrico non sa amare, né come marito, né come padre, né, tanto meno, come amico: sottomette tutti perché è un uomo spietato e crudele, il suo potere è unicamente basato sul timore che incute e, questo, è forse ciò che rende Enrico VIII molto simile a un tiranno, piuttosto che il re illuminato che pensa di essere.

E questo è l’errore più grave che commette.

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