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Un confronto onesto tra I Griffin e American Dad!

Quante volte vi è capitato di finire, in modo più o meno volontario, davanti a una puntata di una serie animata di quelle classiche, delle quali tutti devono aver visto almeno un episodio? I Simpson, I Griffin e American Dad! sono solo le principali – o almeno le più conosciute – tra le serie animate che ci portano dritte nello stereotipo della famiglia americana. Si tratta di serie che, lungi dall’essere considerate per bambini solo per il fatto di essere caratterizzate dall’animazione, ci raccontano tanto della società in cui viviamo e – data la loro lunga durata – sono anche capaci di mostrare i cambiamenti che, nel bene e nel male, la società ha vissuto e vive. Ma se la struttura di queste serie tv può sembrare molto simile, trattandosi di episodi brevi che mettono al centro le avventure dei membri di una famiglia con i loro disagi e le loro strane vicissitudini, un’analisi più attenta può svelare differenze in ciò che queste portano sullo schermo. No, le serie animate “per adulti” non sono tutte uguali, e oggi lo sottolineiamo con un confronto onesto tra due prodotti che condividono lo stesso creatore, Seth MacFarlane, ma sono tutt’altro che copie l’una dell’altra: I Griffin e American Dad!.

La famiglia Smith tra personaggi e sterotipi

Venti stagioni per American Dad! e ventuno per I Griffin – anche se la seconda ha avuto inizio nel 1999, ben sei anni prima dell’altra -, le due serie partono da due presupposti in comune. Il primo fattore è la struttura degli episodi, poco più di venti minuti ognuno in stile sitcom; il secondo invece fa riferimento all’entità protagonista del racconto, in entrambi i casi una famiglia americana resa in modo estremamente stereotipato. Da questo punto in poi cominciano già le prime differenze. Nel caso della prima serie citata al centro della narrazione c’è la famiglia Smith (parlavamo di stereotipi?!), composta dal capofamiglia Stan, da sua moglie Francine, dai figli Hayley e Steve nonché dall’extraterrestre Roger e dal pesce rosso parlante Klaus, che una volta era un essere umano. La famiglia Smith non è solo la tipica famiglia americana, ma la tipica famiglia americana Repubblicana, con Stan che è un agente della CIA dalle idee politiche molto radicate: è xenofobo, tendenzialmente maschilista (spesso anche nella relazione con Francine), contrario all’aborto così come a qualsiasi altra battaglia generalmente in mano ai Democratici.

American Dad! (640×397)

È proprio a partire dalle sue credenze che si sviluppano alcune delle storie raccontate negli episodi della serie, soprattutto quelle che riguardano il rapporto tra Stan e sua figlia Hayley, un personaggio in tutto e per tutto agli antipodi del padre quanto a ideali, battaglie e comportamenti, ma anche diversa dalla madre soprattutto nel modo di intendere e vivere l’essere donna. Lo scontro tra padre e figlia non si ripropone però con il secondogenito Steve, un adolescente poco incline alla lotta politica ma molto ai videogiochi e a tutto ciò che è considerato nerd. Steve passa il suo tempo con amici molto simili a lui e con Roger, con cui instaura un intenso rapporto di amicizia. La rappresentazione dei figli di American Dad! ripropone quella classica della coppia in cui uno dei due è socialmente accettato e a proprio agio nella collettività mentre l’altro ha molti più problemi a integrarsi.

Tra I Griffin si sviluppa invece una dinamica differente

Peter e Lois danno vita a una famiglia diversa dagli Smith, con dinamiche di certo meno politicamente consapevoli ma anche più dissacranti. Peter non è né un lavoratore né tantomeno un padre modello, preferisce passare il suo tempo all’Ostrica Ubriaca insieme ai suoi amici più che con la sua famiglia e spesso sembra avere difficoltà a comprendere le situazioni che gli si creano attorno o il motivo per il quale qualcuno possa avercela con lui. D’altro canto invece Lois ama molto la sua famiglia e a questa dedica buona parte del suo tempo, ma non sempre riesce a creare con i suoi figli – soprattutto con Meg – una vera connessione.

I Griffin
I Griffin (640×360)

E poi ci sono loro, i figli della coppia: Meg, Chris e Stewie. A differenza di American Dad!, che vede nel personaggio di Hayley una giovane attiva e consapevole, né Meg né tantomeno Chris riescono a portare avanti grandi istanze e sono molto più presi dai loro problemi adolescenziali che dalla società che li circonda. Nessuno di loro ha particolari rapporti sociali, anzi sono un bel po’ disadattati e le varie puntate nelle quali questo assunto cambia si concludono poi con un nulla di fatto. Paradossalmente il più attivo della famiglia è proprio il piccolo Stewie, un neonato i cui discorsi per la maggior parte del tempo sono compresi solo dal cane antropomorfo (e migliore amico) Brian, ma che presenta un’intelligenza fuori dal comune anche per un adulto. Stewie è senza dubbio il personaggio che crea le dinamiche più assurde ma anche quello dal quale è più difficile staccarsi. Questo soprattutto quando è in compagnia di Brian, un cane che è in realtà il personaggio più politicamente e socialmente impegnato nonché la rappresentazione di un’umanità che a volte agli altri sembra mancare.

Sigle che parlano chiaro

Fin dalla sigla si può comprendere dove queste due serie vogliono andare a parare. “Da qui all’eternità, buongiorno America” canta Stan Smith in apertura di American Dad!, parlando non soltanto ripetutamente della sua patria ma anche di quella razza americana che in ogni episodio si ripropone di onorare e omaggiare. I risvolti politici, insomma, non si fanno attendere. Certo è che il punto di vista del protagonista sul mondo viene trattato in questa serie animata con un bel po’ di critica, caratteristica questa che si nota soprattutto nei comportamenti che lui stesso mette in atto, non sempre coerenti con le sue parole e gli ideali che propina. La sigla de I Griffin invece si presenta come un momento corale che dà spazio a tutti i personaggi principali e non solo a Peter. La famiglia racconta il proprio spettacolo come uno show che si pone in contraddizione con le degenerazioni e le volgarità della televisione contemporanea, cosa che va a contrastare con i reali contenuti di una serie che invece di queste degenerazioni e volgarità fa il suo pane quotidiano.

I Griffin e American Dad! (640×360)

In un caso le tematiche trattate si affermano fin dalla sigla e dalla primissima caratterizzazione dei personaggi, nell’altro arrivano in modo più velato. Ciò che è certo però è che in entrambi i casi politica, società e attualità sono il fulcro di un racconto ricco di umorismo e privo di politically correct. Serie come I Griffin e American Dad! esisteranno fino a quando ci saranno atteggiamenti da criticare, temi attuali da tirare fuori e topic sui quali scontrarsi. Perché alla fin fine vivere in mondi assurdi come quelli di Langley Falls e Quahog non è altro che vivere nel nostro mondo, ma con una buona dose di ironia in più.

Satira e ironia

Ed è proprio l’ironia l’elemento che secondo me differenzia maggiormente le due serie tv. Entrambe, certo, sono costruite su situazioni spesso assurde, battute divertenti e sulla possibilità di raccontare alcuni aspetti della società e della famiglia contemporanea in chiave umoristica. In molte occasioni però ne I Griffin si riesce a usare la chiave ironica in modo più efficace. Ai personaggi ci si affeziona molto più facilmente e si guardano ridendo anche le numerose digressioni a volte brevi e altre volte addirittura lunghe diversi minuti, che poco o niente hanno a che fare con il racconto ma che riescono a diventare proprio i momenti che tutti ricordano. Due fra tutte? Le lotte tra Peter Griffin e il Grande Pollo o quella volta in cui sempre Peter dimentica come ci si siede. Hanno senso? No. Fanno ridere? A me personalmente sì, e se continuano a essere parte integrante del racconto me la sento di affermare di non essere l’unica.

Questi momenti che poco aggiungono alla narrazione ma che hanno permesso alla serie di diventare così iconica sono però solo interruzioni di racconti che portano comunque avanti tematiche di un certo spessore. Sia ne I Griffin che in American Dad! lo spunto principale di ciò che succede proviene dalla realtà e dal modo in cui viene affrontata. Il passato, il presente e il futuro descritti nei centinaia di episodi che le compongono sono frutto di ciò che noi siamo e siamo stati, degli errori madornali che abbiamo compiuto e, per fortuna, anche delle scelte giuste che ci hanno riportato sulla retta via. In molti frangenti i personaggi di American Dad! vivono la vita in maniera più conscia, mentre quelli de I Griffin la affrontano in modo meno impegnato, ma ciò non significa che la trattazione sia meno intensa o sensata. Mentre gli Smith sembrano essere più consapevoli di ciò che dicono, fanno e di ciò che gli succede attorno, i Griffin quasi subiscono l’attualità, che sembra travolgerli mentre loro stanno tranquillamente vivendo le loro vite. Ma per quanto possa sembrare paradossale anche questo è un punto di forza per la serie perché, tutto sommato, è proprio quello che accade alla maggior parte di noi.

E un altro punto a favore di questa famiglia è proprio il personaggio dal quale meno ci si aspetterebbe. La maggior parte delle dinamiche più divertenti e iconiche de I Griffin sono dedicate a Stewie, senza dubbio colui che vive una maggiore evoluzione nel corso degli anni. Nelle prime stagioni il suo obiettivo principale è far fuori sua madre, idea che viene prima accantonata e poi sostituita dal più ampio proposito di conquistare il mondo intero. Ci riesce? Tendenzialmente no, ma di sicuro Stewie riesce a conquistare i cuori e l’interesse degli spettatori più di chiunque altro. E, detto tra noi, un personaggio di questo tipo e di questo spessore manca in American Dad!, che vede nel rapporto tra Steve Smith e Roger un binomio meno forte e meno assortito di quello Stewie-Brian.

Morale della favola: American Dad! o I Griffin?

Per quanto mi riguarda non c’è ombra di dubbio: I Griffin vince a mani basse su American Dad!, e non sono disposta a scendere a compromessi con nessuno su questo. Potremmo aprire una diatriba un po’ più accesa sul confronto con I Simpson, ma questa è un’altra storia. E voi, quale preferite?