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Digimon, ingiustamente vissuti all’ombra dei Pokémon

È una delle più grandi civil war dell’infanzia (e non solo) dei millennials: meglio i Digimon o i Pokémon? Una battaglia senza esclusione di colpi che, negli anni, perlomeno in Italia, ha incoronato sempre e solo un vincitore: Pikachu. Ma è davvero così abissale la differenza di qualità tra le due serie di cartoni animati? I Digimon meritano di essere schiacciati così nettamente in tutti i sondaggi? Il problema di fondo è che i Digimon sono sempre stati – ingiustamente – considerati come una copia dei Pokémon e il fatto di essere stati trasmessi su Rai2 e non sulla seguitissima Italia Uno (almeno per quanto riguarda i cartoni animati) potrebbe aver fatto il resto. Ma chi ha davvero guardato e apprezzato i Digimon sa che non è così. La somiglianza tra i due cartoni animati risiede solo ed esclusivamente nella presenza di queste creature fantastiche che affiancano i bambini nelle loro avventure. Per il resto, sia a livello narrativo sia a livello di format, i due prodotti sono molto diversi e non c’è alcuna ragione per considerare i Digimon come un cartone di serie B. Anzi, per molti aspetti si tratta di un’opera decisamente più matura rispetto ad altri titoli destinati a un pubblico infantile, complici la trama orizzontale e le tematiche trattate. Ecco perché.

Partiamo dal confronto più immediato, ovvero quello tra i Digimon e i Pokémon stessi, ossia le creature protagoniste.

I Digimon

Certo, vedere che nel 1999 fa la sua comparsa in televisione un cartone animato con delle buffe creature particolari, dopo che nel 1997 ha esordito con grande successo Pokémon, un prodotto basato proprio su personaggi simili, insospettisce e fa scattare un campanello d’allarme. Non è difficile immaginare i bambini della fine degli anni Novanta cambiare distrattamente canale, finire sul Due e dare una sbirciata a quei disegni vagamente simili ai loro ormai amatissimi Pokèmon. Molti avranno cambiato di nuovo canale, tornando sulla fidata Italia Uno, ma chi ha deciso di dare una chance al nuovo colorato cartone avrà notato comunque delle differenze.

Innanzitutto, i Pokèmon vivono nel mondo reale e ogni bambino può decidere di intraprendere la propria strada alla loro scoperta, diventare allenatore e sfidare gli altri. I Digimon, invece, vivono a Digiworld – un mondo digitale che nel periodo del boom della tecnologia ha sicuramente costituito un elemento di interesse e curiosità – e solo i Digiprescelti li possono incontrare. La seconda grande differenza è che mentre i Pokémon non parlano, ma si esprimono con versi che richiamano il loro nome – il pika pika di Pikachu, per esempio – i Digimon parlano il linguaggio degli umani e instaurano un vero e proprio rapporto di amicizia coi loro Digiprescelti, comunicando direttamente con loro, dando consigli, litigando e riconciliandosi. Inoltre, i la maggior parte dei Pokèmon viene catturata tramite sfera poké, mentre i Digimon sono liberi di seguire chi vogliono, anzi, sono proprio loro a raggiungere i propri Digiprescelti.

Il luogo d’azione di Pokémon e Digimon introduce anche una differenza di ambientazione, con il mondo che tutti conosciamo – anche se ovviamente rielaborato in maniera fantastica – da una parte e l’alternanza tra mondo reale e mondo digitale dall’altra. Se, dunque, i protagonisti di Pokémon, pensiamo ad Ash, si allontanano da casa e vivono un periodo di distacco pur restando comunque nella stessa dimensione di amici e genitori, nel caso dei Digimon la lontananza è totale. I bambini si ritrovano in un posto completamente sconosciuto senza la possibilità di entrare in contatto con altri umani. A livello narrativo, questa seconda soluzione permette massima libertà di invenzione di posti inesplorati, marchingegni tecnologici mai visti e tutta una serie di situazioni che arricchiscono il worldbuilding rendendolo assai complesso e interessante.

In questo particolare worldbuilding si sviluppa la narrazione di Digimon, per nulla semplice e scontata.

digimon

Trattandosi di un cartone animato rivolto a un pubblico di bambini, naturalmente la trama di Digimon è raccontata con un linguaggio semplice e con dei passaggi facilmente intuibili. Quello che però stupisce è l’utilizzo di una trama fortemente orizzontale. Non che Pokémon non abbia una trama orizzontale, ma spesso lo schema è ripetitivo e all’interno di ogni episodio c’è anche una storia che si sviluppa in verticale e permette di prendere un episodio a caso di Pokémon e poterlo guardare senza alcun problema. In Digimon, invece, se superati i primi episodi volti alla conoscenza di ogni singolo Digiprescelto e il suo rispettivo Digimon, la trama è ben concatenata, episodio dopo episodio, e risulta più difficile comprendere una puntata presa a caso nel mezzo.

In un certo senso, la narrazione è anche più oscura. I Digiprescelti hanno sempre nuovi nemici da sconfiggere, si tratta di Digimon che si comportano praticamente come degli umani, alcuni più scriteriati e ridicoli, come Etemon, altri ben più malvagi e calcolatori, è l’esempio di Devimon, Myotismon o i Padroni delle Tenebre, capitanati da Piedmon. Ogni nemico è diverso dall’altro e smuove la trama in maniera differente, obbligando i protagonisti ad affrontare sfide e (dis)avventure sempre nuove, oltre a spingerli in luoghi inesplorati dalle varie caratteristiche.

La complessità della trama – naturalmente a paragone con altri prodotti per l’infanzia – rende Digimon un cartone animato da scoprire e riscoprire crescendo, perché ci sono elementi che a quattro o cinque anni si notano con grande difficoltà. Questa potrebbe esser stata un’arma a doppio taglio che ha impedito la visione del cartone animato all’epoca, quando magari per qualche bambino è risultato complicato seguire le vicende di Tai e compagni e ha preferito guardare altro.

A rendere così ricca questa trama è senz’altro la presenza di una grande varietà di personaggi – tra umani e Digimon – con un ampio raggio di evoluzione e tutta una serie di dinamiche interpersonali che cambiano e si sviluppano a ogni episodio. Molto spesso nei cartoni per l’infanzia i personaggi sono stereotipati e piuttosto statici. Qui, invece, oltre ad avere un background ben delineato che emerge poco a poco – un esempio può essere tutta la storyline familiare di Matt e T.K., il divorzio dei loro genitori e il rapporto di fratellanza tra loro due, ma anche il difficile rapporto tra Sora e sua madre – i personaggi (in particolare quelli umani, in alcuni casi anche i Digimon stessi) seguono percorsi individuali e di confronto con gli altri molto specifici, che li portano a evolversi.

La presenza di così tanti personaggi permette di affrontare molteplici tematiche.

digimon

A partire dalla prima stagione di Digimon, è evidente che l’obiettivo del cartone animato è anche quello di portare l’attenzione del pubblico su tematiche specifiche. Le più chiare e immediate sono quelle che coincidono con le Digipietre dei Digiprescelti, ognuna basata su un aspetto particolare: coraggio, amore, amicizia, speranza, saggezza, purezza, sincerità, luce. I protagonisti riusciranno ad attivare le Digipietre proprio quando capiranno il significato di ognuna di queste cose: una efficace spiegazione concreta di elementi in realtà astratti.

Lo spirito di gruppo è un altro tema che viene trattato in tutte le stagioni di Digimon, forse il più importante, poiché è sempre con la collaborazione e il supporto degli altri che i Digiprescelti riescono ad affrontare le difficoltà e sconfiggere i nemici, anche se ci saranno momenti in cui i protagonisti sono costretti a separarsi e percorrere una strada personale.

Su un piano più alto, Digimon affronta anche tematiche legate alla vita in famiglia, il rapporto coi genitori e le difficoltà che possono nascere dai divorzi, il confronto con gli altri, la ricerca della propria identità, come combattere le proprie paure, la morte…e si potrebbe proseguire ancora per molto con l’elenco, a dimostrazione che non stiamo parlando di un cartone animato banale e scontato.

Insomma, Digimon possiede tutti gli elementi per essere considerato un ottimo cartone animato da apprezzare per la sua complessità di trama e intreccio, oltre che per la vasta gamma di tematiche affrontate. Forse, come ipotizzato nell’introduzione, parte della sua sfortuna è stata dettata dal canale su cui era trasmesso – se avesse fatto parte di quegli indimenticabili pomeriggi di Italia Uno non avrebbe ricevuto più attenzione? Forse, molti si sono davvero fermati alla somiglianza delle sue creature con quelle dei Pokémon, senza guardare oltre. Quale che sia la ragione, Digimon avrebbe meritato una scena tutta sua, un’attenzione maggiore e un’accoglienza meno carica di pregiudizi.

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