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La verità è che Heroes è stata creata nel momento sbagliato

Heroes. La sola parola evoca nella mia mente gioiosi YATTAA e reminescenze sparse di uomini pericolosissimi con occhiali bordati di tartaruga o scoperchiatori di cervelli. Adoravo quella serie: voi ricordate per quale motivo l’hanno cancellata?

Nel lontano 2006 sembrava che gli Heroes della NBC avrebbero goduto di un futuro lungo e luminoso. Il suo episodio pilota, Genesi, ha guadagnato diverse nomination agli Emmy attirando 14,3 milioni di spettatori. Il pubblico era affascinato dalla vicenda di persone comuni che inspiegabilmente si ritrovano con capacità sovrumane.

Sfortunatamente Heroes non è riuscita a mantenere ancorato il suo pubblico allo schermo. Durante la seconda stagione infatti gli spettatori sono diminuiti del 15% e da lì le cose sono addirittura peggiorate. La sua quarta stagione è stata presentata per la prima volta nel 2009 a un pubblico di 5,9 milioni – un calo quindi di 8,4 milioni dalla trasmissione nel 2006 del plot Genesis – e il maggio successivo viene annunciata la fine di Heroes.

Allora cos’è successo? Heroes era una serie che semplicemente non era destinata a sopravvivere dopo un paio di stagioni? Era un problema di recitazione, regia o scrittura?

Una caratteristica che mi colpì all’epoca fu la facilità con cui i personaggi potevano essere uccisi, e parlo di quelli dal ruolo chiave. Questa non è necessariamente una brutta cosa, ma ha finito per eliminare dallo show caratteri molto promettenti come Isaac Mendez. Ve lo ricordate? Era un pittore con la capacità di dipingere il futuro in uno stato di trance – sotto l’effetto di stupefacenti – ma venne fatto fuori senza troppi complimenti nella prima stagione. 

heroes

Mentre la prima stagione di Heroes era fin troppo generosa nel donare la morte, le stagioni successive sembrano tirarla per le lunghe con quei personaggi che invece avevano esaurito il loro potenziale. Il primo finale di stagione, Come fermare un uomo che esplode, si è concluso con il sacrificio dei fratelli Petrelli. Eppure la premiere della seconda stagione, Quattro mesi dopo, li resuscitò entrambi.

Ma ciò che è stato davvero stridente era la morte di Nikki Sanders e la sua strana resurrezione che non è stata davvero tale. L’attrice che interpreta Nikki, Ali Larter, è apparsa infatti come qualcuno di completamente diverso nella terza stagione. Il nuovo personaggio era Tracy Strauss e al posto della super forza di Nikki, Tracy ha il potere di creare e manipolare il ghiaccio. I fan hanno ipotizzato che Nikki fosse sopravvissuta e sia stata modificata in qualche modo, ma no. Alla fine è stato rivelato che Nikki e Tracy erano due di tre gemelle identiche e questa spiegazione così sciatta ha fatto calare non di poco la qualità della serie.

La vera mazzata è arrivata proprio da chi Heroes lo scriveva: gli sceneggiatori.

La seconda stagione di Heroes era lunga 11 episodi, meno della metà della sua prima stagione. La ragione non era misteriosa – era la stessa per cui altre serie divenute cult come Lost e The Office accorciavano le loro stagioni: lo sciopero degli sceneggiatori. Tim Kring, l’ideatore di Heroes, sentiva che il ritmo era troppo lento e che la minacciosa apocalisse della stagione richiedeva troppo tempo per emergere nella stagione. Lo sciopero però ha costretto Kring a presentare l’undicesimo episodio della seconda stagione come finale, quando in realtà si collocava esattamente a metà.

Heroes non si è mai ripresa completamente dopo la seconda stagione.

La terza e la quarta stagione di Heroes hanno poco in comune con la prima. Sylar – il cattivone per eccellenza – subisce continue crisi di identità e cambi di personalità. Altri personaggi hanno perso i propri poteri o ne hanno acquisiti di punto in bianco e nulla di tutto ciò si spiega. Timeline si creano e si disfano senza un vero senso o fine utile alla trama principale. Parte del motivo per cui Heroes non è riuscito a impressionare favorevolmente l’audience dopo la sua prima stagione è che lo show sembrava non avere idea di quale direzione seguire.

La verità è che Heroes è stata creata nel momento sbagliato. Se fosse stata pensata oggi – con le risorse umane, tecnologiche e di distribuzione di cui possono disporre le serie tv – sarebbe stata certamente diversa. Tuttavia è evidente che il mondo seriale, per come lo conosciamo oggi, è stato rivoluzionato anche grazie al contributo di Heroes.

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