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Come la sindrome di Fonzie ha salvato Happy Days

Happy Days
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Se hai meno di vent’anni probabilmente non avrai mai visto Happy Days nella tua vita, ma sicuramente almeno una volta avrai sentito nominare Fonzie. I più fortunati, quelli assistiti da questioni anagrafiche, sanno di cosa si parla. Happy Days, una delle sitcom più iconiche degli anni ’70, ha seguito le avventure della famiglia Cunningham e dei loro amici nella cittadina immaginaria di Milwaukee, Wisconsin, negli anni ’50 e ’60. Tuttavia, nonostante il successo iniziale, la serie ha affrontato alcune difficoltà e ha rischiato di cadere nel dimenticatoio. È stato un personaggio in particolare, Arthur “Fonzie” Fonzarelli, interpretato da Henry Winkler, a rivitalizzare la serie e ad aiutare a salvarla dalla cancellazione. Questa fenomenale rinascita è stata rinominata la “sindrome di Fonzie”, un termine coniato per descrivere il fenomeno in cui un personaggio secondario diventa il fulcro della narrazione. È proprio grazie a questo evento che la sitcom ha potuto concludere la sua corsa nel 1984 dopo ben 11 stagioni, diventando uno dei programmi più longevi nella storia della televisione. La sua influenza non si è fermata con la fine della messa in onda e il personaggio di Fonzie è rimasto nell’immaginario collettivo.

Prima di entrare nel dettaglio su come Fonzie sia stato fondamentale per la sitcom, è importante capire il contesto che ruota attorno a Happy Days. La serie è stata creata da Garry Marshall ed è andata in onda per la prima volta il 15 gennaio 1974. All’inizio, la trama principale verteva sulla famiglia Cunningham: Howard (Tom Bosley), Marion (Marion Ross), Richie (Ron Howard) e Joanie (Erin Moran). La vita familiare era il perno della storia, soprattutto le vicende adolescenziali di Richie, con tematiche che esploravano i problemi della classe media degli anni ’50 e ’60. Tutto questo ha funzionato per un po’, all’inizio Happy Days era una serie di successo, ma col passare del tempo ha iniziato a perdere un po’ di smalto. Gli spettatori si stavano stancando delle trame ordinarie e della staticità dei protagonisti. Richie Cunningham era il personaggio principale all’inizio, ma era necessario altro per dare nuova linfa al prodotto. La chiave del successo, ovviamente, è stata Fonzie: un personaggio ambiguo, apparentemente duro, ma con un cuore d’oro. Questo lo ha reso un modello di riferimento per i personaggi e per molti spettatori. Orfano dei genitori (del padre si ricorda la frase: “Quando piove non uscire mai con i calzini”), ha fatto dei Cunningham una sorta di famiglia adottiva. Un personaggio che si ispirava a James Dean, che incarnava la figura del latin lover (rimorchiava le ragazze con uno schiocco di dita), il simbolo di libertà e il rovesciamento dei valori borghesi. Quello che lo caratterizzava era anche il suo considerare i bagni dell'”Arnold’s” il suo ufficio e l’azionare il jukebox sferrando un pugno. Inoltre, il look del personaggio ha contribuito ad ampliare il suo fascino. La sua giacca di pelle marrone (diventa nera successivamente), i suoi blue jeans, il suoi capelli in ordine e la sua moto (una Triumph TR5 Trophy) lo hanno reso un’icona di stile. Molte persone cercavano di emulare il suo aspetto e il suo atteggiamento, rendendo Fonzie una figura culturale di riferimento. Erano molto in voga anche i suoi intercalari “Wow” o “Ehi” con pollice in su. Era la personificazione del “tipo duro” degli anni ’50, e il suo atteggiamento noncurante lo rese un personaggio affascinante per il pubblico e iconico per la serie.

E a proposito della sua giacca di pelle. Probabilmente immaginiamo di non averlo quasi mai visto senza in Happy Days, ma, nel corso della prima stagione, il personaggio indossava giacche di stoffa di colorazione chiara. Il motivo? Non si voleva accostare Fonzie alla figura di un gangster. 

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A mano a mano che Fonzie diventava sempre più centrale nella serie, il personaggio ha iniziato a evolversi. All’inizio era principalmente monodimensionale, noto per le sue abilità nel saperci fare con le motociclette e per la sua aria da duro. Tuttavia, nel corso della sitcom, soprattutto dopo la terza stagione, gli sceneggiatori hanno iniziato a esplorare la sua crescita e la sua evoluzione come individuo. Nel mentre che la storia progrediva, Fonzie ha acquisito una maggiore profondità. Gli spettatori hanno visto il suo lato più vulnerabile, le sue paure e le sue insicurezze: ad esempio si vergognava nell’indossare gli occhiali o, dopo un incidente in motocicletta, nel mostrarsi claudicante alle ragazze. Questa evoluzione ha reso il personaggio di Fonzie ancora più affascinante, perché gli spettatori potevano identificarsi maggiormente con lui in modi nuovi. In più, il suo legame con Richie Cunningham, interpretato da Ron Howard, è diventato uno dei pilastri della serie. La loro amicizia è stata una delle relazioni centrali di Happy Days. Anche se poteva sembrare monodirezionale, dato che Richie vedeva Fonzie come punto di riferimento, delle volte il figlio dei Cunningham aveva il coraggio di riprendere l’amico quando sbagliava. Oltre a questo legame amicale, se ne possono citare degli altri: quello con i “pivelli” Warren “Potsie” Weber e Ralph o con Joanie “Sottiletta”. In più, Fonzie non muta solo caratterialmente, ma sono anche diversi i lavori che cambia nel corso della sitcom. Inizialmente è un meccanico, ma nella settima stagione è co-proprietario di “Arnold’s”, nell’ottava è un insegnante di meccanica al liceo, mentre nell’undicesima è addirittura il preside della scuola “Pathos High” (non male per uno cresciuto per strada).

Tutto questo successo del personaggio portò a quella che noi oggi conosciamo come la “sindrome di Fonzie”, un fenomeno televisivo in cui un personaggio secondario assume un ruolo centrale nella trama, rubando spesso la scena al cast principale. Infatti, all’epoca il pubblico iniziò a mostrare un interesse crescente per Fonzie, al punto che il personaggio di Richie Cunningham fu gradualmente eclissato. Questo cambiamento inaspettato portò i produttori a riconsiderare la direzione della serie.

La gente accendeva la tv per capire cosa avrebbe combinato Fonzie, non Richie.

Ma come la sindrome di Fonzie ha salvato Happy Days? Indubbiamente il personaggio ha portato una ventata di aria fresca nella serie, anche perché è stato visto come un contraltare alla tipica vita suburbana di quegli anni, portando un tocco di ribellione. E poi è impossibile dimenticare l’interpretazione di Henry Winkler che è stata eccezionale. Il suo carisma e il suo talento hanno fatto breccia nel cuore del pubblico. In più, con Fonzie al centro delle trame, la serie ha potuto sviluppare storie più coinvolgenti e avventurose. Il bellimbusto si è trovato coinvolto in situazioni stravaganti, da duelli di moto a insegnare a Richie come conquistare le ragazze. Queste storie hanno reso la sitcom meno ordinaria e più interessante e divertente. Questo ha portato Fonzie a diventare un’icona culturale. I giovani spettatori hanno iniziato a emulare il suo stile e atteggiamento, facendolo diventare un punto di riferimento per la cultura giovanile dell’epoca. Ma, quando, la popolarità dello show era alle stelle e il pubblico diventava sempre più esigente, la rotta del successo si invertì. Fonzie ha segnato il punto di ripresa della sitcom dal fallimento, ma è anche stato il protagonista del declino di Happy Days. Nella quinta stagione salta uno squalo con degli sci nautici e questa scelta da parte degli sceneggiatori non venne apprezzata dai fan della serie. Tuttora, in USA, l’espressione “saltare lo squalo” (“jumping the shark) indica il capovolgimento di popolarità di un prodotto televisivo.

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Ma al di là di questo, indubbiamente la “sindrome di Fonzie” è stata fondamentale per salvare Happy Days dalla cancellazione e per mantenerla una delle sitcom più amate di tutti i tempi e ha rappresentato un fenomeno interessante nella storia della televisione. Arthur Fonzarelli ha catturato il cuore degli spettatori e ha trasformato una serie in declino in un fenomeno culturale duraturo che è diventato parte della cultura pop americana. Happy Days è un esempio eloquente di come un personaggio secondario se ben sviluppato e interpretato possa diventare un vero punto di riferimento. Fonzie ha dimostrato che, anche se inizialmente era pensato come personaggio-supporto, poteva brillare di luce propria e portare al successo lo show. Questo è il motivo per cui la “sindrome di Fonzie” è rimasta una lezione preziosa nell’industria televisiva e cinematografica, un esempio di come una serie può essere salvata e trasformata da un personaggio che diventa un’icona e il suo impatto è ancora evidente oggi, perché, almeno una volta nella vita, avete sentito nominare Arthur “Fonzie” Fonzarelli.