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Il brutto mondo di Glee

Glee Finn Hudson
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Come spesso mi è capitato di dire, Glee è una serie tv che ha segnato una generazione. Andata in onda dal 2009 al 2015 e diretta da Ryan Murphy, si faceva portatrice di messaggi importanti.

Dall’uguaglianza all’accettazione di sé, dal combattere per realizzare i propri sogni al rimboccarsi le maniche dopo una sconfitta. Insieme a Rachel Berry, Santana Lopez, Kurt Hummel, Finn Hudson e gli altri, noi spettatori ci siamo trovati a guardarci dentro, accendendo un barlume di speranza che ci ha permesso di andare avanti.

Con questi presupposti, è difficile pensare che una serie tv come Glee nasconda un lato oscuro. Purtroppo, però, è esattamente così, e noi oggi vogliamo analizzare proprio questa faccia della medaglia.

Ci concentreremo per lo più sulle problematiche del “dietro le quinte”, che, anche se non sembra, sono diverse e dalle molteplici sfaccettature. Molti fan conoscono già le vicende di cui parleremo, ma sembra giusto unirle in un unico articolo per avere un quadro generale.

Partiamo dal più leggero, forse, degli eventi critici: i litigi tra attori sul set. In ogni serie tv, lo sappiamo bene, si costruiscono rapporti, ma se alcuni attori sono rimasti amici fuori dal set (qui trovate un elenco dei più famosi), non si può dire altrettanto degli altri.

In molti si erano stupiti di sapere che tra Serena e Blair di Gossip Girl, rispettivamente Blake Lively e Leighton Meester, non corresse buon sangue, ma in molti ricorderanno che lo stesso valeva per Lea Michele e Naya Rivera, nel lontano 2014.

Ai tempi, gli articoli sulla loro presunta litigata erano molteplici, ma cos’era successo veramente? Il tutto si potrebbe riassumere con Lea che si comporta da diva, in pieno stile Rachel Berry, e Naya che non ci sta e va a parlare con i produttori.

Glee

C’è chi dice che Naya fosse stata licenziata, chi invece che Lea, vedendola, si fosse di nuovo allontanata dal set. La verità è che le circostanze sono tutte poco chiare, ma l’unica certezza è che le due non si sopportassero. Anche per questo motivo, sul set della sesta stagione, le loro interazioni sono state ridotte al minimo.

Entrambe le attrici hanno dimostrato in più occasioni di essere sopra le righe, quindi, a voler ben vedere, ci sarebbero prove sufficienti ad accusare entrambe. Nel corso della quarta stagione Kate Hudson aveva definito lavorare con Lea Michele “il suo peggiore incubo”.

Sempre nel 2014, inoltre, Naya aveva troncato la relazione con Big Sean, e, se lei l’accusava di aver rubato un Rolex, lui diceva che lei era possessiva, gelosa e che gli aveva sfasciato casa. Un comportamento irascibile che si è poi ripresentato anni dopo, quando Naya viene arrestata per violenza domestica nei confronti di Ryan Dorsay, suo marito.

Nella faida tra Lea e Naya, in fin dei conti, probabilmente non sapremo mai chi aveva ragione e chi torto, ma di una cosa siamo certi: la mancata sopportazione reciproca ha origini antiche, ovvero da quando Naya aveva smesso di seguire Lea su Twitter, probabilmente a causa dei commenti negativi di quest’ultima sulla collega Dianna Agron.

Anche in questo caso la faccenda si complica. Sappiamo per certo che Lea Michele e Dianna Agron sono state da sempre grandi amiche, abbastanza da essere addirittura coinquiline per un periodo. Un dubbio però ha sempre attraversato la mente dei fan: dov’era Dianna nell’episodio tributo a Cory?

La causa in questo caso sembra da imputarsi al regista, Ryan Murphy. Ad un certo punto lui e Dianna sarebbero arrivati ai ferri corti, e il motivo era l’evoluzione del personaggio di Quinn. Pensata come cattiva da Murphy, era stata troppo umanizzata dalla Agron.

Ecco quindi che l’attrice è stata allontanata dal set. Solo tempo dopo è stata reinserita nell’ultima stagione, ma dobbiamo ammettere che la sua presenza non è stata poi tanta. Se Murphy nutrisse ancora del risentimento, questo non ci è dato saperlo.

Tuttavia, dopo la fine della serie tv, lo stesso Ryan Murphy ha voluto dire la sua su ciò che accadeva dietro le quinte. Dichiarò infatti:

Ѐ stato il periodo più bello ma anche il peggiore della mia vita. C’erano un sacco di lotte interne. C’erano tante persone che dormivo insieme e poi si lasciavano. Ѐ stato un buon esercizio per diventare un genitore, te lo posso assicurare. Ma ho anche commesso uno sbaglio: abbiamo preso tutto troppo sul personale. Lo abbiamo amato cosi tanto che andavamo tutti fuori a cena e uscivamo insieme ed eravamo sempre insieme, così non c’era una linea di demarcazione tra chi era il capo e chi il dipendente. Eravamo tutti così uniti che quando accadeva qualcosa, diventava così personale per me che perdevo letteralmente le staffe.

L’aria famigliare, dunque, è sempre stato un tratto distintivo di Glee. Possiamo appurare che questo ha forse creato più scompensi che altro, specie in uno degli eventi più tragici che la crew ha dovuto affrontare: la morte di Cory Monteith.

Glee

Credo di parlare a nome di tutti i fan dicendo che il 13 luglio 2013 è probabilmente una delle date che non dimenticheremo mai. Svegliarsi la mattina e scoprire che il protagonista della serie tv che adori è morto all’improvviso, beh, non è mai una notizia semplice da digerire.

Non fossi stata così attaccata a Glee, ai tempi, direi che forse avrei preso il tutto molto più alla leggera. Ma non ce la feci. Per alcuni Cory era un idolo, forse addirittura un modello. Non spetta a me dire se questa scelta fosse giusta o sbagliata.

Facciamo un salto indietro. Sappiamo, ad oggi, che l’attore morì di overdose in una stanza d’albergo a Vancouver. Oggi è un dato assodato, ma all’epoca ci sembrò una cosa poco credibile. Perché? Perché Cory era entrato in riabilitazione non più di tre mesi prima. 

Supportato dalla famiglia, dagli amici, dai fan e, chiaramente, dalla stessa Lea, Cory sembrava essere forte e tutti, ma proprio tutti, erano convinti che sarebbe uscito dalla riabilitazione più in gamba di prima. Aveva già avuto problemi di droga in passato, dopotutto.

Glee

La faccenda non andò come sperato, da qui poi l’overdose. Questo gettò i fan, ma prima ancora il cast, nella disperazione più totale. Il più toccato dall’evento, secondo forse solo alla famiglia di Cory e a Lea Michele, fu un grande amico e compagno di Cory sul set di Glee: Mark Salling.

Il primo tweet di Mark, quella mattina, fu forse una delle dimostrazioni di disperazione più sincere e umane: “NO!”. Solo due sillabe, di incredulità, sbalordimento e dolore. Lea Michele si dimostrò coraggiosa quando, qualche tempo dopo, decise di far proseguire la storia della serie tv.

L’episodio dedicato a Cory è inciso nei nostri cuori, e ha sicuramente aiutato a dare alla storia tutta un’altra impronta. Anche dopo questo tragico evento Glee ha avuto i suoi alti e bassi, ma è riuscita a farsi ricordare come una serie tv dai grandi insegnamenti.

Prima di concludere però c’è ancora un tassello da trattare, e credetemi, non ne avrei voluto parlare. Si tratta della morte di un altro attore del cast, successiva alla fine della serie. I suoi problemi sono cominciati alla fine del 2015.

Stiamo parlando di Mark Salling, Noah Puckerman, o meglio, Puck. Conosciuto nella serie come uno stronzo, abbiamo imparato ad apprezzarlo per la sua crescita, per il suo buon cuore e per il suo essere più profondo di ciò che si vedeva in apparenza.

L’attore, però, non sembrava rispecchiare poi così tanto il personaggio sul piccolo schermo. A fine dicembre 2015 Salling venne arrestato con l’accusa di possesso di materiale pedopornografico. Le foto sul suo computer parlavano chiaro, talmente tanto da far dichiarare Mark colpevole, nell’ottobre 2017.

La notizia sconvolse tutti i suoi fan, ma ancor più sconvolgente fu il suo suicidio, a fine gennaio 2018. O almeno, sembrerebbe trattarsi di suicidio, non ci sono mai state delle effettive conferme a riguardo. Per ciò che riguarda le accuse di pedopornografia, invece, quelle sembrerebbero essere ben più che fondate.

Ammettiamolo: non è mai tutto oro quello che luccica. Le vite di Hollywood che tanto ammiriamo spesso non sono così brillanti come pensiamo siano. Ogni storia ha il suo lato oscuro, e Glee purtroppo non ne è esente.

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