Attenzione: il seguente articolo può contenere spoiler su From
Un albero spoglio che intralcia il cammino dei protagonisti. Un cielo scuro invaso da corvi impazziti. L’insegna di un Motel e uno stato di inquietudine che avvolge una cittadina ai margini del mondo. A Fromville si entra in questo modo ma non si sa come raggiungere l’uscita. O meglio, ancora non ci è stato detto. Tabitha è uscita per pochissimo tempo salvo poi ri-presentarsi davanti all’incertezza dei sui cari. Gli alberi magici non sono un “passaporto” sicuro per raggiungere la vecchia vita: uno dei personaggi di From è morto poco dopo averlo attraversato.
La domande che ci poniamo dall’inizio della storia continuano a tormentarci: cos’è Fromville? Un stato mentale? Un incubo? Un esperimento condotto da qualcuno? L’inferno? I personaggi in scena sembrano destinati a non trovare soluzioni immediate mentre l’angoscia divora piano piano la speranza. Ogni qual volta From fa un passo in avanti verso la risoluzione degli enigmi, i misteri si infittiscono e la carne al fuoco aumenta come aumenta il nostro desiderio di capire qualcosa in più.
Tabitha e Miranda: un destino comune?
Nelle ultime puntate della terza stagione (qui vi lasciamo la recensione dell’ultimo episodio trasmesso) di From abbiamo seguito con attenzione i passi di Tabitha: la moglie di Jim è riapparsa dopo aver incontrato il padre di Victor fuori da Fromville. L’uomo ha posto l’attenzione sul passato della moglie – la madre di Victor – e ha sussurrato al pubblico che la donna ha sognato la città ancor prima di entrarci. I disegni custoditi nello scantinato riflettevano ciò che abbiamo ammirato a Fromville: i bambini vestiti di bianco e l’albero magico con le bottiglie a fare da cornice.
Ma non è finita qui. Il finale dell’ultima puntata andata in onda ha stravolto ancora una volta il fil rouge della trama: Tabitha dice a Jade che anche lei, nel passato, ha sognato Fromville. L’ha vista attraverso gli occhi di una bambina terrorizzata da quelle sinistre visioni in cui c’erano strani amuleti e ambigui bambini. Non sappiamo come e quanto questo aspetto possa portare ulteriori stravolgimenti alla trama di From, ma intanto proviamo a chiedere aiuto alla nostra immaginazione:
E se la Serie Tv volesse giocare con lo spazio e il tempo inserendo loop temporali?
Dark ci aveva ammaliati puntando a raccontare una storia in cui dominava la teoria dell’Eterno Ritorno di Nietzsche: la fine è principio, il principio è la fine (qui per un approfondimento sulla filosofia di Dark) . Nel corso delle tre stagioni della serie tedesca abbiamo conosciuto versioni differenti dello stesso personaggio, e salti temporali da un epoca all’altra. Dark designava i viaggiatori del tempo con la locuzione latina Sic Mundus Creatus Est, un gruppo capace di stravolgere le linee temporali.
E se anche From puntasse a un racconto in cui abbiamo versioni differenti dello stesso personaggio? E se anche in From ci fossero quei paradossi per cui i loop temporali incidono in maniera incredibilmente profonda sul principio di causalità o, per meglio dire, sul rapporto causa-effetto? Il percorso di Tabitha, così simile a quello della madre di Victor, potrebbe aver posto l’attenzione su un paradosso temporale secondo il quale la donna avrebbe già visto – da bambina – Fromville perché ci è già stata. Come? Probabilmente attraverso un loop temporale. Tabitha avrebbe potuto vedere Fromville come se fosse stata inghiottita dall’eterno ritorno dell’uguale.
Nell’ultimo episodio della seconda stagione di From, Tabitha è riuscita a evadere attraverso l’albero magico, lo stesso che il padre di Victor dice di aver visto insieme alla moglie nella vita reale. La ragione ci porta a supporre che le due donne siano guidate sul sentiero da un destino in comune, quasi come se la serie le avesse nominate per muovere le pedine sul grosso scacchiere chiamato From. Come se fossero capaci di viaggiare nel tempo?!
Jade sembra il personaggio a cui la serie si affida per monitorare il percorso
From si affida a Jade per aiutarci a sbrogliare il campo dalle difficoltà. Il personaggio in questione è quello che ci appare maggiormente coinvolto nella risoluzione dei misteri, colui che dal primo episodio cerca di arrivare alla conclusione della matrioska chiamata From. Nella seconda stagione è proprio Jade a intrufolarsi nei rifugi sotterranei in cerca di risposte, ed è lo stesso Jade a scoprire una serie di disegni che potrebbero portarci fuori dal labirinto.
In merito poi alla questione relativa a un problema inserimento dei loop temporali è ancora Jade a porgerci una mano. Negli ultimi due episodi della terza stagione di From, Jade vuole “interrogare” le bottiglie di vetro poste al di sopra dei due alberi incontrati dai protagonisti, quasi come se queste avessero vita e risposte. Si scopre, infatti, che le bottiglie contengono numerosi numeri, e che questi numeri sono gli stessi contenuti nelle bottiglie di entrambi gli alberi. Jade sta iniziando a supporre che questi numeri possano indicare qualcosa, qualcosa come le date degli anni del passato, per esempio. Che questo sia un ulteriore indizio sul fatto che From stia per consegnarci un racconto imbottito di loop temporali? O soltanto un’ulteriore conferma che questa terra sia maledetta da sempre? E che da terra ci si ri-torna sempre come in un loop infinito?
Dove si vuole andare? Verso quale direzione narrativa?
Chiediamo a From una serie di risposte a tutti gli argomenti che la serie ha tirato in ballo, ma soprattutto una valida risposta alla più importante delle domande: quale percorso vuole intraprendere la narrazione? From ci ha tenuti incollati allo schermo attraverso una storia raccontata nei modi e nei tempi giusti, e grazie a uno straordinario equilibrio tra tinte horror e colori da mistery drama. Il sorprendente finale della seconda stagione aveva fatto credere agli spettatori che la serie stesse incominciando a dare più spiegazioni, ma la terza ha posto nuovamente tanti rompicapi senza risolvere i precedenti. In che direzione vuole andare la serie?
Intanto non sappiamo se From stia cercando di affidarsi ad anelli temporali in cui i personaggi sono costretti a ripetere esperienze, o a rivivere in continuazione vicende già avvenute in un ciclo continuo che si ripete all’infinito. Sappiamo che le risposte più importanti potranno uscire dalla bocca di Victor, Tabitha e Jade, tre personaggi che hanno il contatto più diretto con un passato inizia a invadere anche il presente. Se di presente e passato si può parlare.
Oggi vi lanciamo una supposizione: e se in Fromville entrasse solo chi soffre di un problema che non è riuscito a superare? E se quella stessa incapacità di superare il dolore relativo al problema portasse i protagonisti di From a essere intrappolati in un loop senza fine?
Nessuna cosa è più certa di questa: From (qui vi lasciamo il concetto di società nella serie) continuerà a giocare con i nostri pensieri fino alla fine della sua messa in onda, non importa se di mezzo ci sono o no loop temporali, mescolanze di generi e personaggi da cui aspettiamo sempre una risposta.