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From 3×08 – Una puntata degna di From, ma c’è ancora troppa confusione

Un'immagine di Fatima ed Elgin in una scena della terza stagione della serie 'From'

From ha avuto una delle settimane più importanti della sua storia. Non tanto per la puntata di cui andremo a parlare, ma per il rinnovo finalmente ufficializzato per una quarta stagione: ci hanno messo parecchio, ma alla fine da MGM+ si sono decisi. A un certo punto abbiamo anche vagamente temuto la cancellazione, e sarebbe stato un peccato colossale. Perchè al netto delle critiche legittime a questa terza stagione – che sono critiche costruttive, basate sulla fiducia che si ha in questa produzione – From è sicuramente una serie che ha ancora tanto da dare e da dire. E siamo lieti del fatto che avrà la possibilità di farlo per almeno un’altra stagione, dove presumiamo ci sarà una fortissima accelerata alla narrazione. L’abbiamo detto: per certi versi, questa season 3 è stata quasi una stagione-filler, anche se aspettiamo i prossimi due episodi per dare giudizi definitivi. Intanto, comunque, l’altra buona notizia è che con l’ottavo episodio From torna a fare passi avanti decisi, ritrova la sua identità e si lascia alle spalle la settima puntata, la peggiore non solo di quest’anno ma dell’intera serie. Anche se siamo comunque un po’ confusi.

Una cosa, arrivati all’ottavo episodio, è certa: fatta eccezione per la primissima parte di stagione, in questo nuovo capitolo From ha deciso di fare a meno il più possibile dell’horror più puro, lasciando maggiore spazio alle parti thriller e soprattutto a quelle più analitiche e introspettive. Una mossa coraggiosa che è arrivata anche a indispettire una parte di pubblico, abituata a ritmi molto più forsennati, a fasi horror della narrazione molto più imperiose, e che non sembra essersi ben abituata a questo cambio di strategia narrativa. In questo senso, però, ora che siamo quasi al capolinea – almeno per quest’anno – possiamo dire che From si sia presa il consapevole rischio di cambiare qualcosa per diventare più grande, e più profonda. Questo è un aspetto sicuramente apprezzabile, mentre sulla resa generale c’è ancora più di qualcosa da rivedere.

In questa 3×08 di From è successo tutto e non è successo niente. Come sempre, tanta carne al fuoco, anche se stavolta siamo riusciti a intravedere quantomeno qualche linea di sviluppo effettivo dell’infinità di sottotrame aperte. E quella più importante, senza dubbio, riguarda una cosa che ormai in tanti sospettavano da parecchio: sembra sempre più chiaro che in From gli autori stiano introducendo la tematica dei viaggi nel tempo. Con dei richiami a Dark che a tratti sembrano quasi delle citazioni, come nel caso di quella di Victor che rammenta le parole del bambino vestito di bianco: “The answers to the end are at the beginning”. Vi ricorda qualcosa?

Un'immagine di Victor e Tabitha in una scena della terza stagione di From
Credits: MGM+

A quanto pare tutto è iniziato con i bambini, come ripete Victor, che sono stati uccisi da coloro che amavano, anche se non è chiaro se ci si riferisca agli abitanti di Fromville o ai loro genitori: sempre i bambini hanno creato l’albero grazie al quale si può uscire dalla cittadina. Una porzione di trama che sembra smuoversi, quindi, anche se tutto rimane ancora fin troppo criptico e ci aspettiamo che questa cripticità venga quantomeno un po’ detonata nelle prossime due puntate.

Il tema dei viaggi nel tempo si fa più intenso ed evidente nella parte di storyline dedicata a Julie: la ragazza tramite un trip mentale finisce nel lato oscuro di Fromville e con l’aiuto di Martin lancia la corda a Boyd, collegando così questa puntata alla prima puntata della seconda stagione. Successivamente, Julie sente parlare Victor e Tabitha, durante la loro gita nelle misteriose grotte avvenute nella seconda parte di From 2. Anche qui, comunque, From tira il sasso e poi nasconde la mano, decidendo – per ora – di non andare oltre e non rivelare niente di definitivo. Sebbene questo passo ci sembri fin troppo deciso e importante per non avere un seguito, o per averlo chissà quando. Se solo Julie condividesse le esperienze vissute con uno qualsiasi tra Boyd, Tabitha e Victor, probabilmente gli abitanti di Fromville inizierebbero quantomeno a unire i fili realizzando definitivamente che si trovano dentro un loop a ciclo continuo.

La ripetibilità degli eventi ci viene suggerita in modo più sommesso anche nel discorso tra il padre di Victor e Jim: “Io ero come te“. Sembra una frase qualunque, un qualunque consiglio di un uomo più anziano che si è trovato nella medesima situazione dell’uomo più giovane, ma sappiamo benissimo che in From una apparente normale discussione davanti a un bicchiere di troppo non può mai essere solo una normale discussione davanti a un bicchiere di troppo. I collegamenti tra la famiglia di Victor e quella di Tabitha sono ormai sempre più prepotenti, e si prestano alle teorie più disparate.

La puntata si chiude col rapimento di Fatima da parte di Elgin: dietro suggerimento della monster-geisha (che sia la stessa Fatima ‘del futuro’?) e di una macchina fotografica prodromica, il ragazzo rapisce Fatima e la conduce nell’unico posto dove ‘il suo bambino sarà al sicuro’. La donna cerca di scappare, ma ogni volta che ci prova sente delle fitte sempre più forti, con Elgin che le sottolinea come il bambino le stia chiedendo di rimanere lì, che è la cosa giusta da fare. Così Elgin, spinto da queste forze sinistre, decide di caricare di forza Fatima che tenta disperatamente di fuggire e di posizionarla nel rifugio sotterraneo, dove potrebbe avvenire il parto dell’aberrante creatura che porta in grembo.

Quest’ottava puntata di From ha fatto riprendere decisamente quota alla narrazione, concedendosi anche parti interessanti sul piano dei dialoghi: da quello già citato tra Jim e il padre di Victor a quello tra lo stesso Jim e Jade, che mette a tacere il sempre fastidiosissimo marito di Tabitha in preda a un attacco di gelosia riportandolo alle cose prioritarie, ovvero provare a uscire da questa folle situazione. Donna e Boyd diventano quasi personaggi marginali in questa fase, ma si concedono da vecchi leader uno scambio interessante in cui la padrona della casa coloniale ricorda allo sceriffo come ormai nessuno creda più in lui.

L’impressione netta, comunque, è che le ultime due puntate che andranno in onda nelle prossime due settimane su Paramount+ non saranno minimamente sufficienti per andare a fondo a tutti i misteri e gli intrighi che abbiamo attualmente sul piatto: la speranza, però, è che si possa arrivare almeno ad andare veramente a fondo ad almeno alcuni di questi, così da non lasciare alla quarta stagione tutti gli onori, gli oneri e le pesantissime responsabilità con cui si presenterebbe dinnanzi a noi, nel 2026.

Vincenzo Galdieri