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Tutto quello che ho imparato da Fleabag

Se c’è stata una serie tv che nell’ultimo periodo è stata capace di smuovermi qualcosa dentro, questa è stata sicuramente Fleabag (trovate qui dieci motivi per amare la serie). Ricordo ancora come, dopo aver terminato la sua visione, mi sia fermata per qualche minuto a fissare il soffitto in silenzio, cercando di far fluire dentro di me il groviglio di emozioni che la storia aveva saputo comunicarmi in meno di 6 ore.

Serie britannica distribuita da Amazon Prime Video e composta da 12 episodi, scritti e interpretati dalla talentuosissima Phoebe Waller-Bridge, Fleabag, letteralmente “sacco di pulci”, ci catapulta nel microcosmo di una trentenne londinese che prova a destreggiarsi nella vita di tutti i giorni, mentre cerca in tutti i modi di lasciarsi alle spalle la collezione di errori che ha racimolato nel corso di anni e facendo quasi fatica a restare a galla nel mare di drammi e problemi che cercano quotidianamente di trascinarla verso il fondo.

Quando Fleabag rompe la quarta parete e ci fissa direttamente negli occhi, parlandoci onestamente dei propri pensieri e riflessioni, ci proietta infatti nel suo mondo, ci rende partecipi dei suoi casini, delle sue opinioni scomode e delle più profonde paure che la affliggono.

Con questi monologhi diretti allo spettatore, che di fatto sono quasi flussi di coscienza, la protagonista riesce a intessere con il proprio pubblico un rapporto privilegiato capace di mettere in luce in maniera ancora più devastante le emozioni di una persona che ha completamente perso la sua bussola interiore e non sa davvero che fare con la propria vita.

Voglio qualcuno che mi dica cosa mangiare, cosa amare, cosa odiare, per cosa arrabbiarmi, cosa ascoltare, quale band seguire, che biglietti comprare, su cosa scherzare, su cosa non scherzare. Voglio qualcuno che mi dica in cosa credere. Per chi votare, chi amare e come dirglielo. Io voglio che qualcuno mi dica come devo vivere la mia vita, perché finora ho sbagliato tutto.

Fleabag non è una serie tv che mira a fornire una morale. Duro, crudo e a tratti cinico, lo show non cerca di indorare la pillola: la vita non è altro che un susseguirsi di situazioni caotiche, di relazioni destinate a non durare, di rapporti che sembrano solo poter deludere… almeno così pare.

Fleabag infatti, quasi inconsapevolmente e senza palesare direttamente lezioni di vita, è in grado di fornire una serie di preziosi insegnamenti utili a chiunque, ma soprattutto a giovani donne che oggi si sentono perse e senza meta.

Ecco tutto quello che ho imparato da Fleabag:

1) La perfetta imperfezione di Fleabag

Le donne non sono perfette, eppure l’idea che esse siano esseri puri e idealizzati ha da sempre dominato il panorama letterario, filmico e seriale.

Che si trattassero di presenze angelicate da salvare, madri irreprensibili o toste eroine, determinate, indipendenti e capaci, con la sola propria forza interiore di ottenere qualsiasi cosa meglio degli uomini, le donne sono quasi sempre state viste come rappresentanti di un intrinseco modello di perfezione. Questa canonizzazione ha consequenzialmente e inevitabilmente portato alla creazione di una serie di stereotipi cristallizzati in se stessi che non fanno altro che distanziare questi personaggi dalla nostra realtà. Si badi bene, questo genere di ideale non è in sé sbagliato e, anzi, veicola un modello di persona a cui le giovani donne di oggi dovrebbero aspirare per cercare di migliorare se stesse, eppure, allo stesso tempo, esso rischia di rimanere solo un cliché di difficile applicazione, uno stereotipo vuoto e non credibile.

Da questo punto di vista Fleabag ci offre una protagonista totalmente lontana da qualsiasi canone di perfezione, presentandoci un personaggio femminile inedito, pieno di difetti, ansie e disturbi sociali. Egoista, incompresa, insicura, malinconica, ironica…

Fleabag è davvero un “sacco di pulci”: un buco nero di traumi irrisolti, ansie e paure in cui lo spettatore può rispecchiarsi e insieme al quale provare a riemergere.

La nostra Fleabag è una donna perfetta nella sua imperfezione e proprio per questo motivo realmente vera e credibile. Fleabag ci insegna dunque a non pretendere da noi stessi di essere qualcosa che non siamo, a non limitarci solo per raggiungere i livelli di un canone artificioso imposto dalla società.

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