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8 film horror che in fondo sono abbastanza sopravvalutati

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Spesso i film horror vengono considerati prodotti di serie b. Non si sa bene perché, soprattutto considerando che il genere dell’orrore in questione ha sempre riscosso una grande popolarità tra il pubblico. Ce n’è per tutti i gusti: film horror che fanno ridere, film che ti fanno saltare in aria dalla paura e, purtroppo, prodotti davvero poco riusciti. All’interno di questo calderone ci sono anche quei film che, sebbene possano considerarsi dei buoni prodotti, godono di una considerazione maggiore rispetto alla loro qualità effettiva. Se è pur vero che tutto è soggettivo, oggi proviamo a portarvi 8 film horror che in fondo sono abbastanza sopravvalutati. Cosa ne pensate?

1) The Purge

Film horror

The Purge, la fortunatissima pellicola del 2013 che ha dato il via a una saga cinematografica, parte da un’idea di base a dir poco geniale: in un futuro distopico che appare tremendamente vicino ai giorni nostri il governo americano ha istituito una finestra di dodici ore annuali, “lo sfogo”, durante la quale ogni attività criminale (compreso l’omicidio) diventa legale. Quella che viene presentata come una forma di catarsi per i cittadini è in realtà un abile pretesto per liberarsi della popolazione meno abbiente: quella che non può permettersi un luogo sicuro dove nascondersi, in pratica. Detto in altre parole: chi non ha i soldi muore. Nella seconda metà della visione, purtroppo, il film inizia a perdere colpi, e quello che doveva essere un abile film di denuncia e una intrigante metafora politica e sociale si trasforma in un survival movie come mille altri. The Purge è un film horror abbastanza riuscita ma che purtroppo si perde per strada. Un rimpianto enorme.

2) Oculus

Film horror

Oculus è uno di quei film horror che sa bene come prendere in giro lo spettatore. Diretto da Mike Flanagan (lo stesso regista di Hush, prodotto decisamente più riuscito del 2016), il film si svolge su due linee temporali diverse e racconta la storia di due fratelli, Kaylie e Tim, intenzionati a risolvere il mistero che ruota attorno alla morte dei genitori e che sembra essere legato ad un misterioso specchio antico. Attenzione: Oculus, come film horror, fa paura. Il film utilizza bene l’effetto sorpresa e tiene alta la tensione quasi fino alla fine, giocando sulla percezione più o meno veritiera dello spettatore. Il problema, ancora una volta, è che finisce per perdersi: la caratterizzazione dei personaggi non viene approfondita come si deve e la trama non risulta comprensibile al massimo, forse anche a causa della struttura narrativa. Nonostante una buona suspence si termina la visione frastornati, chiedendosi cosa si è appena visto.

3) It

Film horror

Quando si parla del romanzo di Stephen King, In molti ricordano con gioia l’omonimo adattamento televisivo del 1990 con Tim Curry nel ruolo di Pennywise. Come c’era da aspettarsi, all’uscita del film horror nel 2017 l’hype era alle stelle. A ragion veduta? Non proprio. Il film horror diretto da Andy Muschietti ci prova e ci riprova a raccontare il capolavoro del re dell’orrore e, alla fine, non ci riesce: tralasciando la straordinaria performance di Bill Skarsgård il film non riesce a portare sullo schermo la sinistra saga corale che è It, puntando piuttosto sul semplice jumpscare e finendo per penalizzare la trama. Il tutto condito con una sana dose di trash.

4) Hostel

Diversi utenti, all’interno dei forum su internet, sembrano concordare nel descrivere Hostel come uno dei film horror più sopravvalutati di sempre. Prodotto e diretto da Eli Roth, il film del 2005 ruota attorno ad una misteriosa confraternita che tortura ignari turisti dietro lauto compenso all’interno degli ostelli (da cui il titolo del film). E’ sempre difficile parlare di prodotti davvero conosciuti, in positivo o in negativo, eppure si fatica a vedere il senso di un film che teoricamente ha fatto la storia del genere splatter: 90 minuti di violenza estrema non lasciano quasi nulla allo spettatore, al di là della nausea all’uscita dal cinema. Assolutamente sconsigliato a tutti quelli privi di uno stomaco forte.

5) Old

Ormai si sa: il nome M. Night Shyamalan non è più garanzia di qualità (gli spettatori ancora si ricordano quell’insuccesso che è stato L’ultimo dominatore dell’aria). Eppure Old, ultima pellicola del regista indiano, aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori horror degli ultimi anni. Il film infatti, come solo Shyamalan sa fare, gioca con il tema del tempo in maniera innovativa: un gruppo di turisti in vacanza in un resort tropicale si ritrovano intrappolati su una spiaggia dove il tempo scorre molto più velocemente della norma, causando un processo di invecchiamento anomalo. Old poteva essere un film horror angosciante e disturbante, di quelli che non si dimenticano tanto facilmente. E se per certi versi è un prodotto riuscito (l’ansia si sente), il film appare troppo lungo, abbastanza prevedibile e decisamente sopravvalutato. Soprattutto se paragonato agli storici capolavori del regista.

6) Paranormal Activity

Paranormal Activity è uno dei quei film che conoscono tutti. E’ il film che ricorda le scuole medie, le serate con gli amici sotto le coperte con le luci spente, in attesa che l’ennesimo demone sbuchi a terrorizzare chi sta guardando. Se da una parte è innegabile che la saga cinematografica ha accompagnato nell’adolescenza milioni di spettatori, dall’altra tutto questo non è sinonimo di qualità. Uno dei punti forti del primo film horror della saga è l’espediente narrativo che la caratterizza, quello del falso documentario: osservare qualcuno attraverso una telecamera dà effettivamente i brividi. Eppure, se guardiamo bene, Paranormal Activity ha poco altro di straordinario: la trama fa acqua da tutte le parti e i cliché si sprecano. Se Dario Argento l’ha definita una “scemenza pazzesca” un motivo ci sarà.

7) Fresh

Parliamo di un film horror tra i più recenti, che ha avuto un’enorme risonanza sul web. Accolto positivamente dal pubblico, Fresh è un thriller horror del 2022 diretto da Mimi Cave, al suo debutto alla regia, con protagonisti Sebastian Stan e Daisy Edgar Jones (la protagonista di quella perla che è Normal People). Senza fare spoiler possiamo dire che Fresh è a tutti gli effetti un prodotto molto ben riuscito, che riesce a colpire allo stomaco (in tutti i sensi) lo spettatore e lo trascina all’interno di una narrazione lenta e al tempo stesso tremendamente incisiva. Il problema (se possiamo chiamarlo così) di Fresh è la straordinaria popolarità acquisita appena sbarcato su Disney+: come tutti quei prodotti che vengono esasperati dalla fama che li precede, il film rischia di deludere le aspettative. Fresh è un bel film horror ma non è un capolavoro, e deve essere affrontato con cognizione di causa.

8) Annabelle

Chiudiamo con un “filmone”, uno di quei prodotti del genere horror talmente conosciuti da essere riuscito a liberarsi del titolo di spin-off per acquisire un’importanza tutta sua. Annabelle, infatti, è il secondo capitolo cinematografico dell’universo di The Conjuring, film horror molto ben riuscito di James Wan. Uscito nel 2014 e accolto negativamente dalla critica, si concentra sulla figura di Annabelle, la bambola posseduta più famosa degli ultimi anni. Il film, è proprio il caso di dirlo, di horror ha molto poco: è difficile che faccia davvero paura e il più delle volte risulta comicamente insignificante, proprio perché non lascia assolutamente nulla allo spettatore. Nonostante abbia incassato quasi 260 milioni in tutto il mondo e sia un must nelle maratone horror casalinghe, Annabelle risulta poco incisivo come prodotto in sé e per sé. E forse va benissimo così: resta uno dei quei film senza troppe pretese che si può rivedere infinite volte. E poi bisogna ammetterlo: la bambola è davvero sinistra.

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