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La classifica dei 10 film che hanno fatto flop al botteghino negli ultimi 10 anni

E’ fin troppo facile dimenticarsi tutto quello che sta dietro alla produzione di un film o una serie tv. Nascosto nell’ombra si trova un mondo di proporzioni bibliche fatto di produttori, agenzie stampa, cameraman, addetti al suono e alla fotografia, registi, attori e chi più ne ha più ne metta. Soprattutto tanti, ma davvero tanti, soldi. Milioni e milioni spesi per realizzare qualcosa che, fermandoci a riflettere, ci rendiamo conto avere una durata insignificante se paragonata ai mesi, e a volte addirittura anni, necessari a metterla in piedi. Eppure lo sappiamo bene: il cinema è meraviglioso proprio perché i suoi effetti hanno durata secolare, e quella magia racchiusa in una o due misere ore aleggia nell’aria forse per sempre. Cosa succede, però, se qualcosa che doveva arrivare a toccare la luna si rivela un fiasco? Se tutto l’impegno, l’attenzione e la voglia di raccontare storie sembrano realizzarsi in un nulla di fatto? Se è vero che i soldi non fanno la felicità (e spesso il denaro ha poco significato se paragonato al mondo del cinema), è vero che gli incassi in sala possono dire molto di una pellicola. E, a volte, determinarne il futuro. Da Babylon a King Arthur, vediamo la classifica dei 10 film che hanno fatto flop al botteghino negli ultimi dieci anni. Mani al portafogli…

10) Babylon

Babylon
Babylon (640×360)

E’ inutile negarlo: raramente ci è capitato di vedere qualcosa simile a Babylon. E’ ancor più inutile negare, però, che l’ultima pellicola di Damien Chazelle (tornato sotto i riflettori dopo il successo stratosferico di La La Land e quello più moderato di First Man, ispirato alla storia di Neil Armstrong) non ha ricevuto l’apprezzamento che ci si aspettava (e che per una grossa fetta di pubblico meritava senza alcun dubbio). Il racconto di quella spregiudicata, assordante e colorata babilonia che era la Los Angeles agli albori del cinema sonoro può piacere o meno, ma è indubbio che si tratti ancora una volta di un monumentale tentativo di fare cinema in modo diverso. Già prendendo singolarmente il piano sequenza iniziale di Babylon ci si accorge che ogni ripresa e movimento di macchina sono conditi di quell’amore incontaminato per il proprio lavoro che caratterizza i grandi registi. Eppure, per mille possibili motivi che spaziano da un’aspettativa troppo alta al semplice desiderio di approcciarsi ad altri generi, il film è stato un mezzo fiasco al botteghino. Su 80 milioni spesi, il film è riuscito ad incassarne “solo” 63 ed è tornato a casa dalla notte degli Oscar senza statuette, compresa quella alla miglior colonna sonora (ahia). Babylon, Babylon, Babylon… ma che è successo?

9) Il magico mondo di Oz

Babylon
Il magico mondo di Oz (640×360)

Non preoccupatevi: se davanti al nome Summertime Entertainment non sentite suonare nessun campanello, non è colpa vostra. Questa casa di produzione indipendente (e sparita dalla circolazione dopo l’uscita del film in questione) si cimentò nel 2013 con Il magico mondo di Oz, film d’animazione che, sulla scia di un titolo ambiguo, racconta una storia che con il romanzo capolavoro di Frank Baum centra molto poco e soprattutto non contiene un briciolo della sua magia. Dorothy, appena tornata nella sua casa in Kansas, si ritrova catapultata ancora una volta nel mondo del mago Oz per aiutare gli amici a sconfiggere un nuovo pericoloso nemico: un maligno giullare. Che dire, se le premesse non erano delle migliori il seguito si è rivelato un vero e proprio disastro: 80 milioni di dollari racimolati attraverso investitori privati hanno portato il film a raccoglierne appena uno in Italia e solo 8 negli Stati Uniti. La casa di produzione ha chiuso i battenti e pressoché chiunque si è dimenticato in fretta della pellicola; tutti tranne i doppiatori, personaggi del calibro di Dan Aykroyd e Jim Belushi, che forse avrebbero preferito starsene a casa in malattia.

8) Wonder Woman 1984

Babylon
Wonder Woman 1984 (640×360)

Spezziamo una lancia a favore di un film che forse, e osiamo dire forse, sarebbe decisamente andato meglio se avesse avuto la possibilità di uscire in sala come avrebbe dovuto. Il 2020 è stato l’anno sì del Covid-19, ma anche di tutte quelle pellicole spesso finite nel dimenticatoio o comunque pesantemente penalizzate dalle sale cinematografiche sbarrate e da un pubblico assente e barricato in casa. Wonder Woman 1984, seguito di Justin League (decisamente più apprezzato) e quarto film ad avere come protagonista l’omonima eroina dei fumetti della DC Comics, non è un prodotto assolutamente da buttare; per questo finiscono quasi per stupire i 100 milioni persi a fronte di un budget da far venire il mal di testa (come spesso accade per le grosse produzioni a tema supereroi). Piangeva Gal Gadot abbracciata a Chris Pine e piangiamo noi davanti al silenzio che esce dalle tasche bucate della DC Entertainment e della Warnes Bros. Soprattutto di quest’ultima, che come vedremo ci ha preso gusto a vedere i propri soldi spesi smaterializzarsi nel nulla.

7) Ben Hur

Babylon
Ben Hur (2016)

Quando si parla di remake si sente spesso la stessa frase riformulata in mille modi diversi: “non si toccano i capolavori”, “bisogna stare attenti al materiale di riferimento”, “è necessario trattare con rispetto una storia già raccontata”, e via così fino alla nausea. Opinione decisamente condivisibile, anche se è altrettanto stimolante poter assistere a riscritture di storie che sembrano tanto vecchie da essere cristallizzate nel proprio tempo. Ecco, Ben Hur, remake dell’omonimo cult del 1959 con protagonista Charlton Heston, di tutti questi accorgimenti se n’è educatamente lavato le mani e ha dato vita ad una storia che vorrebbe essere nostalgica e al contrario risulta solo una brutta copia dell’originale indubbiamente riuscito meglio. Con un voto medio di 4,5 su Rotten Tomatoes e più di 100 milioni persi che controbilanciano quasi perfettamente i 100 spesi dalla produzione, il quinto adattamento del romanzo di Lew Wallace è un fiasco che già non fa più male. Passato totalmente in sordina, sarà ricordato allo stesso modo.

6) Terminator: destino oscuro

Terminator: destino oscuro (640×360)

Terminator: destino oscuro è il sesto capitolo della saga omonima con protagonista Arnold Schwarzenegger e sequel del film del 1991 Terminator 2 che ignora candidamente non solo i capitoli successivi ma anche il totale disinteresse che il pubblico mondiale ormai ha nei confronti di una saga che, sebbene possa essere definita la spina dorsale del genere action degli anni passati, ormai dovrebbe forse essere considerata chiusa. E invece no, perché torna a fare capolino il franchise, tornano Schwarzenegger e Linda Hamilton nei panni dei protagonisti (entrambi così poco entusiasti di recitare da riuscire a farlo percepire anche al di là dello schermo), tornano i cyborg assassini e l’unica novità presente nel film è data dalla quantità assurda di soldi andati persi. Uno dei flop cinematografici del 2019 con ben 122 milioni finiti non si sa bene dove e una sensazione di amaro nella bocca di tutti quei fan che speravano in una chiusura degna ad una saga che ha fatto l’adolescenza di milioni di noi. Che tristezza.

5) Mulan

Mulan (640×360)

Che si parli di remake, live action o entrambe le cose, le polemiche (sterili o meno che siano) sono sempre dietro l’angolo. E forse il grosso problema di Mulan, remake dell’omonimo film d’animazione uscito in piena pandemia solo sulla piattaforma di Disney+, è sempre stato uno solo, fin dall’inizio: il terreno dissestato sul quale camminava ancora prima di essere distribuito al pubblico. Prendi un capolavoro dell’universo Disney, un cartone che ha fatto la storia ed è tutt’ora nel cuore di miliardi di adulti e piccini; aggiungici aspettative per certi versi impossibili da realizzare, la volontà di modificare una storia che rimaneva meravigliosa per un motivo e otterrai il disastro. Il film che rivisita la leggenda cinese di Hua Mulan non si è solo rivelato un fiasco per quanto riguarda gli incassi, ma è rimasto per mesi al centro di infinite controversie che ancora riecheggiano: dalla presenza di sei agenzie governative cinesi nella produzione del film ad una scarsa attinenza alla trama di partenza, per arrivare ad un’eroina femminile dipinta in modo ben diverso dall’originale, Mulan è inciampato alla grande. 130 milioni persi insieme al rispetto dei fan, che tanto sognavano un ritorno di fiamma degno di questo nome. Al pari di Babylon, visivamente è una meraviglia. Bisogna ammetterlo.

4) King Arthur

King Arthur (640×360)

Ci avviciniamo al primo gradino del podio con una pellicola di Guy Ritchie del 2017, fiera di portare addosso l’etichetta del film che doveva dare vita ad una straordinaria saga cinematografica e che, a causa del suo totale insuccesso, è finita invece nel dimenticatoio. Un cast colossale che comprende Charlie Hunnam e Jude Law dà vita ad una rivisitazione (se così si può definire) del ciclo arturiano in versione medievale e vagamente trash dove di storia effettiva se ne vede molto poca e, al contrario, viene dato spazio a qualcosa di mai visto prima. Sì, stiamo parlando delle onde energetiche (che, ci crediate o meno, non è il dettaglio che cozza maggiormente nel film). Aggiungiamoci un cameo di David Beckham come guardia sovrintendente e la totale disattenzione nel seguire le gesta del leggendario condottiero britannico ed ecco a voi una pellicola che, a fronte di un budget di circa 300 milioni, ne ha guadagnati a malapena 150. Con la metà delle spese, forse, altri cinque film non si riesce a farli. Per fortuna.

3) Macchine mortali

Macchine mortali (640×360)

In un futuro distopico postapocalittico, enormi veicoli predatori si fanno guerra tra di loro distruggendo intere città e allo stesso tempo le aspettative di centinaia di fan che speravano di vedere un adattamento cinematografico finalmente ben riuscito. Macchine mortali, diretto da Christian Rivers al suo debutto alla regia, non è nient’altro che un susseguirsi di scene d’azione mal legate tra di loro intervallate da lunghissimi dialoghi poco interessanti e ancor meno coinvolgenti: se questi due aspetti risultano poco stimolanti potete aggiungerci un cattivo killer cyborg in una CGI fatta proprio male, e ancora più spaventosa se paragonata agli altri effetti speciali obiettivamente di altissimo livello. Fa quasi ridere pensare a come sia proprio il lato tecnico al tempo stesso l’aspetto più riuscito e la causa della disfatta epocale del film: 180 milioni spesi in effetti speciali e mai più recuperati. Una delle più gravi perdite al box office nella storia del cinema; così, per magia.

2) Pan: viaggio sull’isola che non c’è

Pan (640×360)

Perde per un soffio (più o meno) la medaglia d’oro Pan: viaggio sull’isola che non c’è, film del 2015 diretto da Joe Wright (autore di meraviglie come Orgoglio e Pregiudizio e Espiazione) e rivisitazione dell’eterno classico Peter Pan. Ancora una volta è la Warner Bros a rimetterci, con quello che è uno dei flop commerciali peggiori per la casa di produzione e l’ennesimo tentativo davvero mal riuscito di riportare alla luce la fiabesca gioia dell’infanzia. Da sottolineare le pesanti accuse di white washing rivolte al film (ovvero la decisione di assumere solo attori bianchi da parte della produzione) che, in concomitanza con una serie di altri fattori tra cui un bassissimo indice di gradimento da parte di critica e pubblico, ha fatto “guadagnare” al film due candidature alla peggiore attrice non protagonista ai Razzie Awards (rispettivamente per Rooney Mara e Amanda Seyfriend) e una perdita di quasi 190 milioni di dollari (altro che Babylon). Un grande punto interrogativo anche per la carriera di Joe Wright, che aveva dimostrato molto prima di altri di saperci fare decisamente quando si parla di cinema. Chissà cos’è successo.

1) The Lone Ranger (altro che Babylon)

The Lone Ranger (640×360)

Chiudiamo in bellezza (ma mica tanto) con The Lone Ranger, forse uno dei pochi film in grado di coniugare due elementi che difficilmente riescono a convivere tra loro: un fiasco totale al botteghino e ben due candidature agli Oscar dello stesso anno(nello specifico per i migliori effetti speciali e il miglior trucco). Più volte posticipato a causa del budget esorbitante, il film sbarca finalmente in sala nel 2013 basato sul personaggio già apparso in numerosi film e una serie televisiva, tradotto in Italia con il titolo “Il cavaliere solitario“. Stiamo comunque parlando degli anni in cui la carriera di Johnny Depp stava subendo una brusca battuta d’arresto e, tra fior di candidature agli ormai familiari Razzie Awards e infiniti problemi organizzativi durante la produzione, ci siamo ritrovati davanti ad un disastro colossale per il botteghino statunitense. A monte di circa 250 milioni spesi in budget, il film ne ha perduti quasi 200. Una brutta, bruttissima parentesi.

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