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Fate: The Winx Saga: un’analisi delle differenze (inevitabili) col cartoon

Se non ci sono Flora e Tecna non lo guardo! Ci sono poche certezze nell’universo, ma una cosa è sicura: se avete curiosato tra i post dedicati a Fate: The Winx Saga di qualsiasi sito web, vi siete imbattuti in questo commento. O forse lo avete scritto voi stessi, con l’indignazione dei vostri nove, dieci anni che torna a galla. Di sicuro la parola Winx del titolo ha accalappiato tutti gli affezionati fan degli anni passati, che hanno sentito i ricordi d’infanzia riaffacciarsi prepotentemente nei loro cuori, salvo poi ricevere una secchiata d’acqua fredda prima con il trailer e poi con la serie. Se c’è chi ha comunque apprezzato il nuovo originale Netflix (qui la nostra recensione) al di là dei grandi cambiamenti apportati a trama e personaggi del cartone, la polemica sulle differenze tra i due prodotti non si è comunque mai placata. Niente Flora e Tecna, non c’è Kiko (dai, un coniglio lo si poteva inserire da qualche parte, no?), Brandon è scomparso e chi più ne ha più ne metta.

Critiche comprensibili nei confronti di Fate: The Winx Saga, ma abbiamo provato a riflettere sul motivo di tali deviazioni dal progetto originale? Se si trattasse di modifiche inevitabili?

Fate: The Winx Saga

Per sbrogliare la matassa, occorre analizzare l’entità di queste differenze tra cartone animato e serie tv, per poi valutarne il senso e l’efficacia. Ci sono due aree principali su cui i creatori della serie sono intervenuti: i personaggi e la mitologia. Nel primo caso rientrano tutti i tagli apportati al sistema dei personaggi, le modifiche sulle figure mantenute, l’aggiunta di nuovi protagonisti e un nuovo schema di dinamiche interpersonali e relazioni. Nel secondo caso, invece, rientrano tutte le divergenze tra cartone animato e serie tv che riguardano l’organizzazione del mondo magico, Aflea, la magia delle fate e le creature fantastiche.

La scelta più discussa è stata proprio quella di eliminare alcuni personaggi del cartone per non farli comparire in Fate: The Winx Saga. A saltare subito all’occhio è l’assenza di ben due protagoniste, Flora e Tecna. Nel primo caso, la Winx col potere della natura è stata sostituita con un personaggio dai poteri analoghi, Terra, ma dall’aspetto e dal carattere completamente diversi. Una perdita? Non necessariamente: Terra è un personaggio interessante e grazie a lei sono state portate sullo schermo tematiche importanti come bodyshaming e bullismo, anche se non sempre trattate nel modo più efficace. Nel caso di Tecna, invece, non ci sono personaggi corrispondenti nella serie tv e la sua scomparsa ha probabilmente determinato anche quella di Timmy, il timido Specialista che nel cartone si innamora di lei. E restando nel mondo degli Specialisti spicca in particolar modo l’assenza di Brandon, braccio destro di Sky nel prodotto di animazione, nonché fidanzato di Stella.

Questo si lega inevitabilmente alla questione delle modifiche nelle relazioni tra i personaggi. Infatti, nella serie, Stella ha avuto una storia con Sky in passato e per questo prova gelosia nei confronti di Bloom che – come nel cartone – comincia a provare interesse per il ragazzo biondo. E se può dispiacere l’assenza di Brandon, di sicuro questo nuovo escamotage crea delle situazioni più dinamiche: se nel cartone animato ogni Winx ha il suo innamorato e sono tutti felici (forse non Musa, protagonista di una relazione piuttosto tossica con Riven), in Fate: The Winx Saga gli intrecci più complicati rendono più corposa la storia e forse anche più credibile: la gelosia è un sentimento con cui bene o male tutti si trovano a fare i conti prima o poi.

Fate: The Winx Saga

Tralasciando altre assenze meno importanti come quelle riguardanti gli insegnanti di Alfea che sono stati sostituiti con nuove figure fondamentali per lo sviluppo della nuova trama, l’ultimo taglio che ha suscitato non poche critiche è quello delle Trix: niente Icy, Darcy e Stormy. Nella serie scompaiono le streghe di Torrenuvola e la loro preside Griffin. A ostacolare i pieni delle Winx nell’originale Netflix è una fata di nome Beatrix (che nel nome ha appunto un richiamo alle Trix), un personaggio del tutto nuovo che delle tre streghe conserva soltanto il potere di Stormy.

A cosa si deve questa scelta? Disattenzione, menefreghismo nei confronti del cartone originale o altro?

La ragione dell’assenza delle Trix, così come quella degli altri personaggi mancanti, è da ricercare probabilmente nelle necessità date dal cambio di format. Da una parte abbiamo un cartone animato che nella sua prima stagione si compone di 24 episodi della durata di 20 minuti circa, dove è possibile presentare i protagonisti in modo graduale, lasciarli da parte per un paio di episodi e poi ripresentarli sullo schermo come se nulla fosse. Dall’altra parte abbiamo invece una prima stagione composta da 6 episodi di circa un’ora, dove sarebbe decisamente arduo gestire un numero troppo elevato di personaggi dando a ognuno il proprio spazio, la propria caratterizzazione psicologica e un margine di evoluzione.

Inoltre, si vocifera che Flora avrà spazio nella seconda stagione e questo crea delle speranze anche per l’arrivo di altri personaggi che abbiamo amato nel cartone animato: ogni cosa a suo tempo dunque, in Fate: The Winx Saga. Anche se, allora, la domanda può sorgere spontanea: se è stato necessario tagliare dei personaggi, perché se ne sono aggiunti di nuovi, come ad esempio Sam – fratello di Terra – e Dane?

Le new entry permettono di sviluppare nuove sottotrame che nel cartone non erano presenti, come la relazione tra Musa e il fratello di Terra – che allontana Musa dal personaggio con cui aveva una relazione nel cartone, Riven, che a sua volta si trova a stare con Beatrix, un cambiamento utile ai fini della storia. E Dane inserisce nella narrazione un personaggio forse lontano da quelli che avremmo potuto trovare nel cartone, ma non per questo meno interessante.

Fate: The Winx Saga

E a questa lontananza dal cartone sono legate anche le modifiche ai personaggi mantenuti, sia a livello caratteriale che relazionale. Stella è forse l’esempio più eclatante, la principessa di Solaria ci mette davvero molto ad andare d’accordo con le altre Winx e ha alle spalle una storia molto più tortuosa rispetto a quella del suo personaggio d’animazione. Eppure, questa nuova svolta dà uno spessore diverso al personaggio, che diventa meno fiabesco. Qualcosa di analogamente interessante accade con Musa, che non è più la fata della musica, ma della mente e dell’empatia.

Queste divergenze tra originale e serie tv, in ogni caso, non sono dovute solamente al format ma anche al target.

Il cartone animato era rivolto a un pubblico infantile, la serie tv, invece, si indirizza a un pubblico young adult con esigenze diverse – logicamente – rispetto al primo caso. E oltre a causare modifiche nel sistema dei personaggi, format e target hanno di certo influito sui cambiamenti della mitologia del mondo delle Winx.

Addio abiti sgargianti e trasformazioni, tanto per cominciare. Nella serie tv le fate restano in abiti casual per compiere magie, anche se nel finale sono comparse delle ali di fuoco a Bloom. Un dispiacere, da un lato, non vedere colori e brillantini, però la loro presenza avrebbe in un certo senso rischiato di ridicolizzare i personaggi e renderli infantili.

Differenze anche per quanto riguarda l’ambiente scolastico. Non solo Alfea sembra meno fiabesca e più vicina a un college americano, ma la scuola è frequentata sia da fate che da Specialisti, mentre nel cartone animato questi ultimi studiavano a Fonterossa. L’unione delle due scuole è utile a livello di trame e sottotrame perché tutto ciò che accade ad Alfea riguarda entrambi i gruppi e le interazioni tra fate e Specialisti sono molte di più.

Tutte queste trasformazioni in personaggi e mitologia sono concatenate a una modifica della trama, a sua volta inevitabile per le ragioni di format e target citate prima, che ha di fatto creato un prodotto quasi nuovo rispetto al cartone.

Ed è in questo spirito che bisogna guardare Fate: The Winx Saga, perché se ci si intestardisce troppo sulla fedeltà al cartone animato si rischia di non cogliere gli aspetti positivi di una serie tv che di certo non è perfetta (queste 5 cose non ci hanno affatto convinto) ma che può essere in ogni caso godibile.

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