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Dexter Morgan che cede ai suoi impulsi e litiga con la sua coscienza, ma è una serie di Zerocalcare

*Attenzione, l’articolo contiene SPOILER su Dexter, Dexter: New Blood e Strappare Lungo i Bordi. Quanto segue non è mai accaduto. È solo il frutto delirante dell’immaginazione di Hall of Series. Evitate la lettura se non tollerate il romanesco perché i sottotitoli non verranno forniti.*

Rieccoci qua, ma sarebbe più opportuno dire “ariecchece”, con un nuovissimo appuntamento non richiesto. Il torpore esistenziale non scompare mai del tutto, è risaputo. A nulla è servito tradurre una puntata di Squid Game nel dialetto tanto caro a Zerocalcare. Abbiamo ingannato la noia per quanto è stato possibile, poi il torpore è tornato più acuto di prima. Questa volta, potenziato dal dispiacere che il malcapitato Dexter Morgan ci ha arrecato con la sua dipartita. Prima Harry, dopo Debra: di coscienze il caro Macellaio di Bay Harbor ne ha avute a bizzeffe. Eppure nessuna che l’abbia dissuaso dall’andare incontro a quel finale frettoloso che sì, è peggio di quello di 8 anni fa. Quindi, siamo di nuovo qui riuniti a scomodare Calcare e il romanesco per toglierci un sassolino dalla scarpa: cosa accadrebbe se Dexter Morgan avesse una guida diversa? Se a un certo punto, ad esempio nel secondo episodio di Dexter: New Blood, a rimettere a posto i suoi cocci interiori intervenisse l’Armadillo? Senza dubbio darebbe al passeggero oscuro un bel po’ di filo da torcere.

Armadillo Zerocalcare

Dexter è sconvolto. Harrison è arrivato da poche ore e ha già compromesso l’equilibrio psichico del padre, sebbene molto precario.

Suo figlio adolescente è piombato da chissà dove nella sua seconda vita, quella che ora appartiene a Jim Lindsay. Il Macellaio di Bay Harbor ha conosciuto un nuovo inizio, dunque, ma ha anche dato un bel grattacapo alla sua nuova coscienza, che ora veste i panni di Debra. Da quando è passata a miglior vita, le tocca pure badare al fratellone. Roba da pazzi. Così, dopo aver dato un nome alla capra – Capro Espiatorio II – Dexter, come solo lui sa fare, liquida Harrison con una scusa poco plausibile. Poi sale a bordo del suo fuoristrada, dove lo attende un confronto lucido e puntuale con la proiezione del suo subconscio. Che ora è più giovane, ha i capelli lunghi e dice una carrettata di parolacce dietro l’altra.

Debra: «lui non è un serial killer in erba e impacciato come eri tu. Lui non dovrebbe stare vicino a te. Inizia a ricordarmi il vecchio Dexter»

Dexter: «ti sbagli»

Debra: «no, tu ti sbagli. Adori farla franca con gli omicidi. Non vedi l’ora di uccidere di nuovo. Tu sei un serial killer. Deluderai questo ragazzo in migliaia di modi diversi» urla incalzante lei, in un crescendo di rabbia e paura.

Dexter

Con un “no” impetuoso, Dexter mette a tacere il flusso nevrotico della sua coscienza. Un urlo secco, doloroso, nascosto nel fondo del suo stomaco da ormai troppo tempo. Colpisce con violenza il volante della sua auto, poi il Macellaio si gira di scatto e, in preda a un crollo psicotico, stringe le sue mani gelate intorno al collo della sorella. Debra resiste, finché può. Poi sfuma via, mentre continua a guardare gli occhi assenti di suo fratello. In quel preciso istante, calmo e silenzioso, un tonfo secco, come una pila di giornali scaraventata a terra, riporta Dexter alla realtà.

Sbam!

Una voce maschile, profonda e avvolgente, irrompe nel silenzio ovattato dal fondo del fuoristrada: «ammapete quanto strilli. Almeno er pischello che assistevo prima era moscio come un faciolo senza acqua. Ma che hai combinato? Hai ucciso la tua coscienza?»

Zerocalcare Armadillo

Dexter: «tu, tu, tu chi sei?» balbetta il Macellaio, pallido come uno dei suoi cadaveri, davanti a una gigantesca sagoma arancione.

Armadillo: «tu chi te credi che so’? Hai ucciso la coscienza de ruolo, mo’ t’arangi co’ una de ufficio. Me pare evidente chi so io. Caso mai, chi te credi de esse’ tu! Non te pensa’, eh. Io so parecchio in vista ner Sindacato de’ Coscienze Anonime. Ma er pischello mio s’è preso n’anno sabatico. Ha fatto i sordi, grazie a Netflix. E quindi me so’ offerto volontario pe’ tappa’ quarche buco a Showtime. Famme capi’ la situazione ché sto ancora sotto jet-lag: hai sbroccato de’ brutto, ve’?»

Dexter: «io, io, io non capisco…» balbetta il killer.

Armadillo: «io-io-io-non-capisco» rifà il verso l’armadillo «ma cosa vuoi capi’! La dinamica è cristallina. Uccidendo la tua coscienza de ruolo sei finito in un’impasse metanarrativa subdurale provocando delle instabili conseguenze subatomiche che ci hanno intrappolato in un reticolato a metà tra Interstellar e il logo de Netflix. Non c’hai capito gnente ve’?»

Netflix

Dexter scuote la testa incredulo.

Armadillo: «significa che se non t’aripiji non potemo arivà a quer finale frettoloso che t’hanno riservato pe’ ‘sto revival, che devo ammette’, è meglio de quanto sperassi»

Dexter continua a fissare sconvolto l’armadillo gigante e fumettoso che siede sul sedile posteriore del suo fuoristrada. Inarca il sopracciglio, poi sospira rassegnato. Si sforza di dire qualcosa di senso compiuto, ma dalla sua bocca, nemmeno una parola.

Armadillo: «che c’hai, n’episodio de mutismo selettivo? Deontologicamente parlando, me preparo sempre prima de incontra’ un nuovo assistito. Ma come puoi capire, l’hai fatta grossa. Non c’ho proprio avuto er tempo. Non te conosco come conoscevo quell’altro pischello mio. Me dovrai ragguaglia’ n’attimo tu. Dar fascicolo leggo che ammazzi, c’hai un passeggero oscuro e che t’è appena capitato tra capo e collo un fijo brufoloso colle turbe de’ ‘a crescita. No, vabbè. Dovrò chiedere un aumento ar sindacato. Co’ Zero, male male che m’andava, era quantomeno ‘na crisi esistenziale de entità 4,1 de ‘a scala Mercalli. Qua ce stanno complicate risonanze shakespeariane che sfuggono financo alla mia comprensione»

Dexter: «come posso chiamarti?»

Armadillo: «t’ho appena detto che stiamo bloccati nel tuo subconscio, e te preoccupi de come me chiamo io!? Che poi saresti tu. Se coce mo’ ‘sto riso»

Dexter: «Cosa hai detto?»

Armadillo: «se coce mo’ ‘sto riso! Ovvero, ci vorrà del tempo affinché si verifichi una certa cosa, come ad esempio la cottura del riso, notoriamente un processo lungo. Madonna, almeno quell’altro me capiva al volo»

Dexter: «quindi sono in coma? Chi baderà a Harrison» biascia preoccupatissimo.

Dexter New Blood

Armadillo: «no, tranquillo. Sei solo svenuto sul volante. E c’hai pure un rivolo de’ bavetta bianca che te cola dal labbro. Da fuori non sei un bello spettacolo, sappilo. Se non t’aripiji subito ce rimani secco a sto’ giro. Sbrigamose su, iniziamo ‘sta sessione che c’ho da recupera’ tre notti insonni. Cominciamo ad affrontare la questione “figliol prodigo”, ovvero, cominciamo dalle basi de ‘a psicanalisi 1.0. O forse dovremmo inizia’ da tu’ madre? Non me ricordo, è passato un botto de tempo. De solito ce li danno che so’ regazzini senza traumi pregressi, a quelli ce pensamo dopo. Zero, ad esempio, l’ho preso quando ancora se pisciava sotto e piagneva sempre. Che poi fa lo stesso anche a trent’anni sonati».

Dexter: «mia madre è morta. L’hanno uccisa davanti ai miei occhi quando avevo quattro anni. Sono nato dal sangue»

L’armadillo scoppia in una risata incontrollata e fragorosa. Non è abituato a queste affermazioni solenni dal retrogusto gotico. “Nato dal sangue”, bah. Armadillo è una coscienza semplice. Lui reagisce agli stimoli interni, processa i dati e restituisce perle di saggezza prêt-à-porter. Qua ci troviamo nell’alta moda dei disagi mentali.

Strappare lungo i bordi coscienza

Armadillo: «e comunque, dar fascicolo leggo che sei de’ Miami. Ma a giudica’ da tutta ‘sta neve, qua non me pare certo la soleggiata city of Florida. E leggo pure che te fai chiama’ Jim. Oh, Dexter però, quanti c***i! M’avevano detto che se trattava de un lavoretto semplice ar caldo de du’ palmette. ‘Nvece me sembra ‘na carneficina peggio de ‘o Sbarco in Normandia. Saltiamo er passaggio materno. Parlame de’ tu’ fijo»

Dexter: «ho abbandonato Harrison dopo la morte di Debra. L’ho lasciato in buone mani. Pensavo che se fosse cresciuto lontano da me, forse, non avrebbe sviluppato le stesse tendenze di suo padre»

Armadillo: «per tendenze intendiamo quer vizietto de’ fa’ a pezzi la gente, metterla nei sacchi neri de’ ‘a monnezza e buttalli ar mare, giusto? Ne prendo nota. Certo, potevi pensa’ a un hobby più pratico. Fa’ i “scobidu” portachiavi pareva troppo anni 2000, ve’? Se te piace porta’ fori a monnezza, dalle parti mie ne trovi quanta ne voi»

Dexter: «sono nato dal sangue, proprio come Harrison. Non possiamo sfuggire da ciò che siamo»

L’armadillo digrigna i denti, sfoggiando tutto il suo disappunto.

Zerocalcare Armadillo

Armadillo: «Ancora co’ sta fissa de “nato dar sangue”! Basta. Dimentica. Vola verso nuovi orizzonti emotivi. Le cose brutte accadono. Le madri fatte a pezzi nei container un po’ meno, ma so’ piccolezze. Ne prendiamo nota e passiamo alla prossima cosa brutta. E ripetiamo, di nuovo finché ce regge. Come dite voi americani? S**t happens. Hai visto: ero attento quando Zero faceva le ripetizioni a quei mocciolosi. Caro il mio Dexter, la situazione è semplice. Dobbiamo ammazza, o quanto meno distrarre, ‘sto passeggero oscuro abusivo che te trascini appresso. Come ‘no sgombero dei celerini a Primavalle. ‘Na guera lampo. Ma pe’ davero ‘sta volta. Stanamo ‘st’anfame nelle zone d’ombra della psiche e lo mannamo n’pensione anticipata senza TFR»

Dexter fa notare alla sua nuova coscienza d’ufficio che la situazione non è affatto semplice. Lui convive con il passeggero oscuro da quando ne ha memoria.

Armadillo: «e noi a ‘sta memoria glie menamo. Tutta ‘sta cortesia pe’ processa’ i traumi con delicatezza, de’ elaboralli con calma pe’ non disturballi troppo. “Mi scusi, Signor Trauma, le dispiacerebbe?”» dice la coscienza in falsetto. «È tutto un trucco der capitalismo pe’ vendece gli antidepressivi… o un set nuovo de coltelli, nel caso tuo. Mo’ che ce penso? Ma tutta quella plastica pe’ incarta’ i cadaveri, te la passa la mutua? Sappi che dal 2022 puoi usa’ solo eco-plastica»

Dexter: «ho una carta fedeltà al Best Buy con diversi alias. A 1000 punti prendo un seghetto alternativo. Quindi, pensi davvero che potrei estirpare il mio passeggero oscuro una volta per tutte? Questa manovra mi aiuterà a uscire dall’impasse, cioè a risvegliarmi e a sistemare la situazione con Harrison?»

Armadillo: «a risvejatte, te sveji sicuro. Estirparlo del tutto me pare ‘n impresa ‘mpossibile perfino per un maestro Jedi come me. Harrison alla fine te sparerà dritto n’petto. Stacce» afferma risoluto l’armadillo, mentre tiene premuto l’indice sul cuore di Dexter.

Armadillo Stacce

Il serial killer è affascinato dalle doti di preveggenza della sua nuova coscienza.

Armadillo: «Ah, perdonami se t’ho lasciato intende’ che leggo er futuro. Non lo leggo, è che me so’ visto le puntate nuove su Sky. Er Sindacato delle Coscienze Anonime ce le passa prima del rilascio settimanale. Te posso di’ solo: non t’aspetta niente de bono» la coscienza si sfrega le mani e prosegue: «ma andiamo avanti. Come lo stanamo ‘sto passeggero oscuro? Io lo distraggo, tu lo infilzi con la ketamina? Te faccio annusa’ un po’ de sangue, come se fa co’ gli squali? Oppure te sventolo un drappo rosso, come pe’ i tori? Tu non me pari né squalo né toro. Caso mai potresti aspirare a esse’ un bel panteganone gigante» ipotizza l’armadillo mentre sorseggia rilassato un Daiquiri.

Dexter: «potrebbe funzionare, servirebbe una vittima da usare come esca» dichiara speranzoso.

Armadillo: «uhm, non te vie’ in mente nessuno che vorresti scanna’ simbolicamente come un vitello sul tuo tavolo sacrificale? Stamo nei pascoli erbosi della tua coscienza, Dexter. Puoi prende’ chiunque: un generale nazista, Stalin, Maria Antonietta, quello che ha fatto scioglie’ i Backstreet Boys, CHIUNQUE!»

Dexter

Dexter: «Harry!» afferma risoluto il serial killer.

Armadillo: «come tu’ padre, De’? Ma te pare una tragedia greca questa? C’ho forse la faccia de l’oracolo di Delfi? Ahó, è arivato Edipo da Miami. Non va bene. Pe’ fa effetto ce vole qualcosa de drastico, qualcosa che fa ringalluzzì pure i vecchi de ‘o ospizio. Non dico che ‘sto passeggero oscuro lo mannamo via pe’ sempre, ma almeno quanto basta. Qua non stamo a estirpa’ un germoglio de soia; quei cosi maledetti che me se infilano tra i denti ogni vorta che vado dar cinese. Qua stamo sul fronte desolato dei tuoi traumi infantili. Devi infila’ un pugnale n’petto all’origine del tuo malessere. Scava, Dexter. Scava e tira fori!»

Dexter: «Chris, della terza C. Quello che m’ha rubato Alfred Vitalis del Monaco della collezione Panini Football ’79» afferma il serial killer con uno sguardo carico di risentimento.

L’armadillo, compiaciuto, socchiude gli occhi e scuote la testa in segno di assenso.

L’allievo è pronto.

Strappare lungo i bordi

Armadillo: «al giovane Padawan de Rebbibbia gli’ho acchittato una via della purificazione dal dolore fatta de espettorati spumosi e autocommiserazione. Per te, c’ho tanto er sospetto che qualche scappellotto sulla nuca non basti. Daje De’, acchittamo ‘sto tavolo operatorio e cacciamo lo straniero»

Dexter prepara il tavolo. Improvvisamente il suo trauma, dalle sembianze del sudaticcio Chris della terza C, appare impacchettato come un salume dell’Eurospin. Davanti alla sua vittima campeggia ieratica la figurina di Alfred Vitalis, l’emblema del suo dolore interiore.

Dexter: «ho dovuto scambia’ Andy King e David Jones per quella figurina che mi hai rubato» dichiara il serial killer mentre affonda soddisfatto la lama nel petto di Chris della terza C.

Dexter Morgan, alias Jim Lindsay, si risveglia di colpo.

Armadillo: «il mio lavoro è terminato» proclama solenne la coscienza d’ufficio.

Dexter New Blood

Dexter è tornato in sé. Avverte un piacevole solletichio lungo il corpo, ma si sente più leggero, più rilassato. Il passeggero oscuro gli ha concesso una tregua, seppur lieve, e gli ha permesso di riemergere dall’impasse. Ora sa cosa deve fare. L’impulso non è svanito del tutto, ma adesso il Macellaio vede le cose con chiarezza. Fuori dal finestrino del fuoristrada c’è Harrison, spaventato, che bussa con insistenza. Deve averlo visto in quello stato di incoscienza catatonica, sbrodolante di bava sul volante. Anche Debra è tornata, ma sembra serena: è pronta a prendere a calci il fratellone, come sempre.

Dexter, rasserenato, sorride al figlio ritrovato. In lontananza, intravede la sua coscienza d’ufficio mentre si allontana tra gli alberi innevati. L’armadillo e il killer si guardano per un ultimo intenso confronto. Dexter è grato, vorrebbe tanto ringraziare il sostituto di Deb per quello spiraglio di quiete improvvisa, ma l’armadillo lo precede.

Armadillo: «non serve De’. È il mio lavoro. Oddio, se proprio te voi sdebbita’ ce starebbe un tipo sulla Nomentana che me sgara sempre ‘a Fiesta Turbo Diesel… vabbè me vado a fa’ n’giro. Ma occhio che ritorno, se t’aripija a male».

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