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Dark for Dummies

Dark
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Dark magia, Dark fascino, Dark meraviglia, dedizione, impegno. Quante cose è diventata la nostra meravigliosa Dark. Fin dalla prima stagione, la serie si è imposta come una delle più affascinanti e interessanti dell’intero catalogo, e non ha mai sbagliato un colpo. La sua narrazione si è fermata al momento opportuno senza mai tirarsi troppo per le lunghe. Tre stagioni di cui due introduttive in cui spiegare le basi, e una conclusiva in cui restituire tutte le risposte. Amore, storia, razionalità, scienza e istinto sono stati gli elementi portanti dell’intera serie, gli ingredienti che hanno permesso il suo successo indistruttibile. Nonostante infatti siano passati già due anni dalla sua fine, Dark continua a essere una Serie Tv più viva che mai. Molti dei fan decidono spesso di riguardarla da capo per riuscire a unire i diversi pezzi del puzzle che la compongono. Dark è infatti una Serie Tv estremamente complessa che non si accontenta di lasciar dei dubbi al telespettatore, ma gli impone intricati ragionamenti, assurde ma logiche teorie, e risposte che lo faranno uscir fuori di testa.

Comprendere Dark non è un’operazione semplice, ma con la nostra rubrica For Dummies proveremo a compiere questa impresa restituendovi un ritratto che vi spiegherà gli elementi fondamentali della serie per riuscire a capirla fino in fondo.

Schema personaggi Dark (640×360)

Per prima cosa, è bene cominciare questa spiegazione con uno schema capace di chiarire i rapporti che legano i diversi personaggi. Tutto in Dark è infatti collegato e seguire questa linea base può aiutarvi nel proseguire la lettura della nostra spiegazione della serie. Partendo dalla base, è bene ricordare che Dark è una Serie Tv di genere thriller fantascientifico che comincia la propria narrazione con la scomparsa di due ragazzini. Inizialmente, dunque, il nostro primo obiettivo è scoprire dove siano finiti e cosa si celi dietro queste scomparse. Con il passare dei primi episodi però scopriamo dove Dark voglia andare a parare: il suo è infatti un racconto che si pone come obiettivo narrativo il viaggio nel tempo. Apparentemente tutto risulta confuso e poco chiaro, per questo motivo proseguiamo la spiegazione per gradi.

I segreti che emergono durante la serie riguardano quattro famiglie protagoniste dietro cui si celano cospirazioni e segreti che riguardano i viaggi nel tempo. Durante l’inizio di Dark scopriamo che il wormhole è un passaggio che permette di far andare avanti e indietro i personaggi tra un’epoca e un’altra. Questo portale sfrutta il tempo che è suddiviso in cicli da 33 anni, dunque il passaggio è consentito a 33 anni alla volta. Ogni personaggio possiede quindi un alter ego nelle varie linee temporali parallele, elemento che fa dedurre che il loro sia un destino già scritto. Il finale della seconda stagione fornisce però un’ulteriore complicazione alla trama perché dopo la morte di Martha, scopriamo – attraverso una sua versione parallela – l’esistenza dei diversi mondi. La domanda che Jonas deve porsi di fronte alla sua ricomparsa non è infatti da quale tempo provenga, ma da quale mondo.

Questo secondo universo vede Martha come protagonista, e non più Jonas. Un dettaglio risulta fin da subito chiaro grazie anche all’utilizzo dell’impermeabile giallo, usato nell’altro mondo dal protagonista Jonas. I due universi condividono però gli accadimenti di molti eventi come i tradimenti di Ulrich, l’Apocalisse e la relazione tra Magnus e Franziska. Ricordiamo che i viaggi nel tempo compiuti da Jonas hanno come obiettivo salvare la sua Martha – che in realtà è sua zia perché il padre di Jonas è suo fratello – e Mikkel, il padre. Tutto quello che accade durante questo viaggio lo porta a trasformarsi in Adam, un uomo anziano che ha intenzione di distruggere i due mondi con l’intento di salvare quel che ama. Eva, che è la Martha del futuro, ha come unico obiettivo salvare Lo Sconosciuto, ovvero il figlio concepito da Jonas che altro non è che il legame tra i due mondi.

Eva in una scena della terza stagione di Dark (640×360)

Sia Adam che Eva possiedono delle convinzioni errate sulla risoluzione dei due mondi. Adam crede infatti che per riuscire a risolvere la cosa basti uccidere il figlio avuto con Martha, mentre quest’ultima pensa che questo sia impossibile e dunque destinato a essere perpetuato nel tempo. Ma sarà proprio Claudia – la protagonista che in Dark ha sempre conosciuto la risposta e ha viaggiato negli anni per fare da mentore ai diversi personaggi senza mai svelare le sue intenzioni finali – a spiegare che in realtà l’origine del nodo non ha a che fare con questi eventi ma con un altro generato nel 1971 nel mondo originale. Questo sistema temporale è infatti stato avviato da H.G. Tannhaus, un orologiaio che – a seguito della morte del figlio e della nipote – decide di lavorare a una macchina del tempo capace di resuscitare, prima che perdano la vita, le persone. Il suo lavoro di produzione termina ufficialmente nel 1986, data in cui per la prima volta viene creato l’universo di Jonas e Adam e Martha dell’altro mondo ed Eva.

La causa di tutto quello che è accaduto è dunque l’orologiaio. Per questo motivo bisogna intervenire annullando totalmente quanto accaduto durante il suo lavoro. Per far sì che tutto questo non sussista più, Jonas e Martha devono tornare indietro nel passato ed evitare che il figlio e la nipote perdano la vita, così da impedire all’orologiaio la costruzione della macchina del tempo. In questo modo i due mondi alternativi saranno come non mai esistiti perché – come spiega Claudia – l’unica cosa che esiste realmente fa parte del mondo originale ed è al di fuori del nodo. L’ultima scena finale di Dark spiega infatti questa teoria dimostrandone la correttezza. Durante una cena vediamo infatti riuniti Peter Doppler, i fratelli Benni e Torben, Katharina Albers, Regina e Hannah. Come scoperto attraverso l’albero genealogico della terza stagione, nessuno di loro discende da Lo Sconosciuto – e dunque da Adam ed Eva – ragion per quale possono esistere.

Hannah, durante la cena, racconta di aver fatto un sogno in cui il mondo finiva e lei si sentiva finalmente libera. Questa frase, metafora stessa della serie, ha spiegato che Martha e Jonas non sono altro che una distorsione del mondo originale e che dunque non esistono ma ha anche lasciato intendere che queste realtà alternative si presentano nel mondo originale attraverso déjà-vu o coincidenze. In attesa di un bambino, Hannah risponde che le piacerebbe chiamarlo Jonas. Il finale di Dark viene così servito lasciandoci la poeticità di un concetto: in qualche modo, tutto torna sempre. La serie, giunta a conclusione in questo modo, spiega infatti che tutte le mosse dei personaggi hanno a che vedere con l’amore e la protezione. Molto spesso i mezzi per arrivare a tal obiettivo si mostrano duri, ma nessuno ha mai agito per altri motivi. In Dark non esiste la banalizzazione del potere, i personaggi non sono così scontati. Vogliono altro. Pretendono altro. Il tempo, da sempre considerato non galantuomo, si impone come il protagonista per cui tutti agiscono, ma anche il temuto nemico da cui tutti cercano di difendersi.

Tra paradossi e contraddittori, Dark arriva così alla sua fine scrivendo una pagina seriale di cui avevamo e abbiamo estremamente bisogno.

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