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Cos’è Breaking Bad, oltre il mito “Breaking Bad”?

Breaking Bad è una di quelle Serie Tv che segnano un’epoca, tanto da non conoscere invecchiamento. Interi episodi possono entrare di diritto nella storia del medium televisivo. É uno di quei prodotti che attira migliaia di fan in tutto il mondo, grazie a iconici personaggi come Walter White, Jessie Pinkman, ma anche alla grandiosità della scrittura e della narrazione. Breaking Bad è tantissime cose, un culto, un modo di vivere, un circolo di emozioni (qui un interessante approfondimento).

Ma che cos’è Breaking Bad oltre al mito “Breaking Bad”?

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Breaking Bad

Prima di tutto ricordiamoci sempre che è una Serie Tv. Sì, perchè tante volte pensiamo ai personaggi, alle loro famose citazioni, ai loro rapporti, a scene indimenticabili accompagnate da una regia e una fotografia mozzafiato, ma tendiamo a dimenticare cosa realmente Breaking Bad sia. Un prodotto che ha contribuito a cambiare l’attuale panorama delle Serie Tv in tanti modi. Uno di questi è sicuramente quello riguardante la questione del villain nella serialità moderna. Mentre prima bisognava ben distinguere il buono dal cattivo, oggi i contorni sono nettamente più sfumati. É l’era degli antieroi, capeggiati dal leggendario Tony Soprano. Ma cosa ci fa amare così tanto questi personaggi anche quando commettono crimini atroci? La loro psicologia. Vengono caratterizzati minuziosamente, fornendo loro sfaccettature psicologiche che da subito conquistano lo spettatore.

Il nuovo modus operandi nella serialità moderna è proprio questo, la caratterizzazione dei personaggi prevale notevolmente sulla storia in sé. In Narcos ad esempio, sappiamo benissimo chi è Pablo Escobar, ce lo dice la storia stessa, eppure non riusciamo a non provare empatia per lui, compassione, quasi patteggiamo anche se in fondo ce ne vergogniamo.

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Questo discorso ci porta a un punto ancora più profondo: Breaking Bad è la battaglia della nostra mente di spettatore, combattuta sulla soglia di due mondi: quella della realtà e quella della finzione. Una dicotomia che si può leggere attraverso la coppia Walter-Skyler. Il primo rappresenta la Finzione, la ribellione a tutto ciò che è giusto, la voglia di evasione dalle oppressioni del mondo là fuori. La seconda, invece, è il Mondo Reale, rappresenta tutto ciò che noi vogliamo evitare quando accendiamo la Tv. Pensiamoci bene, Walter White è uno “spacciatore” che mette a repentaglio non solo la sua vita, ma anche quella della sua famiglia. Nonostante ciò noi tutti (sì, davvero tutti) facciamo il tifo per lui.

Odiamo Skyler perchè lei è la metafora del mondo da cui scappiamo quando ci rifugiamo nelle Serie Tv. É la società che ci dice cosa fare, ma cosa ancora più grave, lei è la Normalità. Tutto ciò che è troppo Normale ormai tendiamo a evitarlo. Quando accendiamo la Tv non vogliamo vedere la nonna preparare le lasagne nella “monotonia” della quotidianità, noi vogliamo vedere una sfida di cucina piena di piatti mirabolanti, colpi di scena e musiche esaltanti.

Walter White è la chiave d’accesso per aprire la porta della finzione, colui che ci permette di dimenticare chi siamo. Non ci interessa cosa fa, ci interessa il suo modo di essere, la sua tuta gialla, vogliamo trasformarci in lui. Walter White diventa così il medium stesso della serialità moderna, grazie a lui abbiamo il controllo del nostro Mondo Personale.

Breaking Bad

Ma Breaking Bad ovviamente non è solo questo. Quanto durerà ancora la sua influenza sulle Serie Tv a venire? Quali e quante chiavi di lettura possiamo ancora dare a questa serie?  Chissà quante cose ci sfuggono ancora, come una maledetta mosca che ci toglie il sonno e la ragione.

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