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Come ti convinco a guardare Narcos?

Ci sono vari motivi per iniziare a guardare Narcos, uno dei più grandi prodotti che Netflix abbia realizzato: oggi vi convinceremo a farlo!

Narcos è un capolavoro, non v’è dubbio, però non è roba per tutti.

Le vicende della caccia ai terribili trafficanti di droga sudamericani, a nostro giudizio, vanno assolutamente visionate però è altrettanto chiaro che una fetta di pubblico, per diverse ragioni, ancora non si è cimentato nell’impresa.

Oggi Hall of Series tenterà umilmente di persuadere questi appassionati a dare una chance alla creatura di Chris Brancato, non certo per un esercizio autoreferenziale volto ad affermare concetti effimeri del tipo “noi lo guardiamo, voi no: marameo, sfigati!”, bensì nella sincera convinzione di fare gli interessi di coloro ai quali oggi ci rivolgiamo.

Come riusciremo a convincervi a guardare Narcos? State a guardare.

Pablo Escobar

Tutto questo (al netto di qualche licenza poetica che va comunque concessa agli autori) è successo veramente.

È sempre bello gustarsi storie inventate e lavorare con la fantasia, ma volete mettere col fascino di confrontarsi con le emozionanti narrazioni di fatti, uomini e fenomeni realmente accaduti?

Narcos ti fa accedere a un contesto storico di difficile interpretazione: per chi l’ha vissuto è stato eccitante, per chi l’ha subito invece si tratta di un incubo che tuttora tormenta le anime di milioni di colombiani e di coloro che sono stati feriti direttamente o meno dalla droga.

Non è la stantia voce di un professore o un libro impolverato a farti entrare in questa vicenda, bensì le immagini in alta definizione di uno degli Stati più fatali del pianeta, una trama avvincente e le voci narranti di Murphy prima e Peña poi.

Vi stiamo mettendo davanti a un privilegio, quello di imparare divertendovi, di accogliere la conoscenza a braccia aperte, di godere dell’ampliamento della vostra cultura!

Insomma, questa Serie Tv mette a disposizione un patrimonio di personaggi, musiche, paesaggi e odori (SI, avete letto bene perché sappiate che a un certo punto vi sembrerà di sentire lo smog di Medellín) che aspetta solo di essere colto, gettatevi!

Pena, uno dei protagonisti di Narcos

Un altro aspetto fondamentale per cui DOVETE iniziare a guardarlo è sicuramente quello del cast. Madre de Dios, che nomi!

Pedro Pascal l’avete sicuramente già visto in GOT nei panni del meraviglioso Oberyn Martell, perciò non occorrerà dilungarsi troppo nel descrivere le straordinarie capacità recitative dell’attore cileno, semplicemente perfetto nel comunicare quello che pensa, sente e soprattutto vuole Javier Peña, il suo iconico ruolo.

La sorpresa Boyd Holbrook (uno che prima di Narcos dipingeva e posava come modello) funge da voce narrante e da “occhi dello spettatore” in quanto il suo personaggio, Steve Murphy, è semplicemente uno Yankee catapultato in un angolo del mondo sconosciuto e pericolosissimo al quale è chiamato ad adattarsi, esattamente come al posto suo farebbe la stragrande maggioranza del pubblico di questa Serie Tv.

Vari caratteristi ispanici tra i quali svetta l’ottimo Luiz Guzmán aggiungono colore, accenti e carisma alle atmosfere calienti della Colombia e del Sud America in generale.

Infine, il pezzo da novanta: Wagner Moura, alias Pablo Emilio Escobar Gaviria. La performance del nativo di Rodelas è veramente prossima alla perfezione tale è stato lo sforzo fatto per sembrare, impersonare e in un certo senso essere Pablo Escobar; è ingrassato diversi kg, ha violentato la sua cadenza per trasformarla in uno spagnolo ruspante, ha studiato per mesi leggendo libri, guardando fotografie e ricercandosi qualsiasi documentario che avesse parlato anche solo 5 minuti del narcotrafficante più famoso della storia e poi ci ha consegnato qualcosa di inarrivabile: un cattivo con il sogno di diventare buono, che ha fatto del bianco della cocaina e del rosso del sangue i colori di una bandiera che per molto tempo ha rivaleggiato con le maggiori potenze mondiali.

DOVETE godere nel guardare questi grandi artisti. Lo diciamo per il vostro bene.

Il cartello di Calì

Ultima, ma non meno importante, la grande varietà di genere.

Senz’altro l’ossatura centrale è quella del poliziesco, con gli uomini di legge “buoni” intenti a rincorrere i criminali “cattivi” per assicurarli alla giustizia o morire nel tentativo, però non si può guardare solo un lato della medaglia.

I contributi documentaristici, le immagini di repertorio e l’uso preponderante della lingua originale (siano benedetti i sottotitoli!) danno un sapore biografico agli episodi, ancorando i fruitori di questo spettacolo al divano grazie al già citato meccanismo “apprendimento/godimento”.

Clamoroso è l’uso dell’introspezione psicologica, che offre ai curiosi succulente informazioni sul mondo interiore dei mille volti che popolano l’universo di Narcos.

Non manca nemmeno l’azione, con sparatorie e scene da gangster movie in grado di allietare i palati più coriacei e aggiungere ritmo allo scorrere dei minuti che però, implacabili, a un certo punto finiranno e vi faranno implorare di incominciare un’altra puntata.

Che ci dite? Ve l’abbiamo almeno messa la pulce nell’orecchio?

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