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Breaking Bad – I 5 motivi per cui il finale di ‘Granite State’ è un capolavoro assoluto

Quando una storia finisce, quando una serie televisiva finisce, l’attenzione tende ad andare sempre verso l’ultimo episodio. Perchè l’ultimo episodio, il Series Finale, è l’episodio conclusivo della storia. Quello dove tutti i nodi vengono al pettine, dove tutto trova una risoluzione oppure no: in ogni caso sarà l’ultima cosa, l’ultima immagine che ci ricorderemo di quella serie. E spesso è indelebile, perchè è l’ultimo momento che abbiamo vissuto assieme a quella serie da spettatori. Poi cominciano i rewatch, i commenti infiniti, eccetera eccetera. Ma a quel punto lo spettatore è nella Fase 2, quella della nostalgia, della beatificazione di una serie. O della presa di coscienza di quanto quella serie che prima gli piaceva tanto – se è arrivato alla fine un motivo ci sarà – sia scaduta col tempo. Rimane però il discorso di base: l’ultimo episodio, in un modo o nell’altro, per molti rimane il più importante. Ed il più bello. Alcuni avranno altre preferenze, una puntata in particolare disseminata chissà dove nella storia. Ma quasi nessuno racconterà agli amici più e più volte di quanto sia stata bella la penultima puntata.

Anche perchè, diciamoci la verità, molti pre-finali sono scadenti. Molti pre-finali non sono altro che un ponte quasi insignificante col Gran Finale. Non è cosi ovviamente per quanto riguarda Breaking Bad, al cui pre-finale voglio dedicare oggi queste righe. Il pubblico di Breaking Bad è generalmente combattuto su quale sia la puntata più importante e bella dell’intera serie. La maggior parte dei fans propende per Ozymandias, la terzultima della quinta stagione. Ci sono poi chiaramente i fans di Felina, l’ultimissima. Ed una minoranza che predilige altre puntate, magari di altre stagioni. Quasi nessuno parla però di Granite State come un capolavoro. Granite State, la penultima puntata della storia di Walter White, invece è un capolavoro eccome. O almeno, lo sono sicuramente i suoi ultimissimi 4-5 minuti. In 4-5 minuti sono concentrate una serie di situazioni di eccezionale profondità, in un contesto di calma apparente. Difficilissimo creare un pre-finale da urlo senza botti clamorosi. Difficilissimo creare un pre-finale da urlo a prescindere, in realtà. Ma Breaking Bad è Breaking Bad. E c’è riuscito. Per almeno 5 motivi:

1 – L’INDIVIDUAZIONE DEFINITIVA DEL NEMICO – Walter White è distrutto. In quello sperduto bar del New Hampshire, ha perso ogni speranza. Sta morendo ed ha appena sentito il figlio dire al telefono: “Why you don’t just die already?”. Sembra ormai arrivata la resa definitiva per WW, che si gode l’ultimo bicchiere mentre ripensa alla sua vita ormai al capolinea. Il barista fa uno zapping nervoso, e tra una partita di hockey ed una televendita, alla tv appaiono proprio loro, Gretchen ed Elliot, ospiti di un grosso show. Si parla della Grey Matter Technologies e della sua nascita, del suo sviluppo, del coinvolgimento dello stesso Walter, ormai noto a tutti come il latitante Heisenberg. Gretchen ed Elliot hanno donato 28 milioni di dollari da destinare ai centri di recupero per tossicodipendenti del sud-ovest. Il presentatore allude ad un tentativo di ripulirsi l’immagine, vista la presenza iniziale di White nella società. E per ripulirsi l’immagine, i due affermano che WW non c’entra niente con la società: ha contribuito soltanto alla scelta del nome. In quel momento, sentitosi tradito per l’ennesima volta, Walter capisce definitivamente tutto. Capisce che sono loro i due veri grandi nemici della sua vita. Molto più di quanto non pensasse già prima. Altrochè Gus Fring, altrochè il cancro. E’ colpa di Gretchen ed Elliot se si è ridotto in quelle condizioni. Ed ora gli è chiaro più che mai.

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