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Come cambierà Boris con il passaggio a Disney?

Boris sta per tornare! Negli ultimi 11 anni ce lo hanno fatto credere talmente tante volte che quando è successo per davvero non sapevamo come reagire. Molti di coloro che la seguono dal suo primo vagito hanno sperato che si trattasse dell’ennesima voce di corridoio infondata. Sotto tanti punti di vista non sembra una grande idea quella di far tornare la quarta stagione di Boris, la serie italiana meno italiana di sempre. I tempi sono cambiati, è scomparsa la sua colonna portante, Mattia Torre, e anche Itala non potrà più essere al fianco di René.

Tra un clamoroso first reaction shock e un’esplosione di euforia, l’annuncio ufficiale avvenuto con un video postato da Francesco Pannofino ha lasciato molti di noi F4. A creare ulteriore curiosità è stato inoltre il suo passaggio a Disney+. La serie che vede protagonista una banda di disagiati del mondo dello spettacolo sarà infatti una delle produzioni originali italiane di Star, la sesta area tematica della giovanissima piattaforma streaming.

Boris 4 sarà uno dei cavalli di battaglia di Disney Italia! Ripetetelo più volte a voce alta e diteci se anche a voi non fa un effetto particolare.

Flounder Disney

La Disney è inarrestabile. Non le bastava aver preso Pixar, Marvel e National Geographic. Non era sufficiente accaparrarsi anche Star Wars. Topolino, si sa, è avido e vuole anche il nostro pesciolino Boris! Cosa ne farà di lui? Lo trasformerà in una versione animata che nuoterà al fianco di René parlando come Flounder de La Sirenetta? Le sfuriate del regista de Fiano Romano verranno sostituite da siparietti musicali di indubbia comicità in cui Stanis fa le giravolte? Biascica diventerà un tenero peluche, forse a Sergio crescerà il naso e Duccio andrà in riabilitazione come Britney Spears. Scherzi a parte, dopo l’acquisizione di Star Wars e Marvel la Disney si è dimostrata molto rispettosa nei confronti delle loro identità.

Non solo, ma tra i contenuti presenti nella nuova area della piattaforma figurano opere importanti e dalle tematiche controverse, come Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek, il thriller poliziesco Big Sky e tante serie tv del passato come I Griffin, Prison Break o X-Files. Quindi (forse) possiamo stare tranquilli che la natura di una delle poche serie tv fuoriclasse che l’Italia abbia mai creato non non verrà stravolta.

Boris Mattia Torre Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo
Gli sceneggiatori di Boris (quelli veri).

A proteggere l’essenza della serie ideata da Luca Manzi e Carlo Mazzotta – e a impedire di annacquare quell’autentico italum acetum che ci ha fatto innamorare – è il fatto che i nuovi 6 episodi saranno scritti dai due componenti del trio degli sceneggiatori delle stagioni precedenti, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo. Non sappiamo ancora molto, ma pare che il quarto capitolo racconterà le disavventure della troupe di Ferretti (con il cast storico quasi al completo) tra le insidie dei social network, degli influencer e della serialità streaming. Inoltre il produttore è Lorenzo Mieli, celebre per un gioiello di nicchia come Buttafuori (trasmesso nel 2006 da Rai Tre), ma anche di numerosi film come Boris – Il film e La mafia uccide solo d’estate.

Forse Disney+ non avanzerà troppe pretese sulla trama e sui dialoghi.

Tutte le manovre compiute a partire dal suo debutto, avvenuto in piena pandemia, lasciano presagire le sue intenzioni: vuole diventare il Sergio Castellitto dello streaming, La Piattaforma per antonomasia, sottraendo a Netflix qualsiasi primato. Nel giro di un anno Disney+ ha collezionato un titolo grandioso dopo l’altro. Sta puntando sulle produzioni originali e su quelle in esclusiva, ma anche sui film inediti, sulle serie tv cult e sui contenuti di qualità riservati agli adulti.

La scelta di aggiudicarsi in esclusiva Boris è una mossa ponderata a seguito del successo che Netflix ha riscontrato dopo averla riproposta nel suo catalogo. Topolino è furbo e sta costruendo un Paese dei balocchi dove grandi e piccini potranno trovare tutto l’intrattenimento che vogliono a soli 8,99 euro al mese. Ha bisogno di titoli ammalianti che possano sottrarre abbonati ai suoi avversari, quindi forse non baderà a qualche parolaccia o regionalismo di troppo.

Perché a noi il politically correct ci ha rotto il c***o!

René Ferretti Boris 4 anteprima

Sembra già di sentire René alle prese con lo slalom gigante per evitare ogni potenziale offesa e pregiudizio. La sensibilità linguistica e culturale di oggi è cambiata radicalmente dalla prima meravigliosa puntata che iniziava con il v********o di Sergio ad Alessandro. Quello che ci preoccupa (Disney+ a parte) è che il mondo ora è diverso e sebbene vengano prodotte serie di giorno in giorno migliori, non c’è più posto per le care e scorrette dinamiche che hanno reso Boris un capolavoro. Anche Ricky Gervais ha affermato che oggi The Office non esisterebbe, così come non esisterebbe Scrubs. In un’era dominata dalla cancel culture e dal politicamente corretto che destino può mai avere una serie che ha fatto dell’irriverenza la sua bandiera?

Il segreto del successo di Boris sta tutto nell’essere partita con ‘na scarpa e ‘na ciavatta.

Quando la nascente Sky Italia mandava in onda la sua prima puntata, gli unici ad attenderla febbrilmente erano i fan di Pietro Sermonti e dei fratelli Guzzanti. La serie è stata accolta con un notevole entusiasmo, ma nessuno si aspettava che un progetto di nicchia potesse diventare un culto nazionale capace di sopravvivere alla dura prova del tempo. Tutto è partito con un budget irrisorio e con poche aspettative.

Boris Corrado Guzzanti

Le tre stagioni sono rivoluzionarie. Senza volerlo hanno dimostrato che in Italia una serialità diversa è possibile e che c’è posto anche per la qualità. Dal 2007 a oggi le serie tv italiane hanno fatto molta strada e abbiamo visto nascere capolavori come Gomorra e Romanzo Criminale. Dopo un decennio possiamo affermare che la denuncia aspra e senza filtri di Boris ha funzionato. È nata selvaggia, libera da ogni vincolo creativo e ha detto quello che voleva dire esattamente come voleva dirlo. La piattaforma di Topolino forse non sarà così permissiva con la sua voglia di denuncia, il turpiloquio, le battute sui toscani, sui crucchi de m***a e sui peruviani drogati che vincono la corsa della vita. Per non parlare delle offese a Corinna, gli abusi perpetrati ai danni degli schiavi e tantomeno le blasfemie di Mariano.

Ammesso che Disney+ permetta tutto questo, siamo sicuri che la formula vincente di Boris oggi funzioni ancora?

Boris nasce da un’esigenza profonda di denunciare qualcosa che non funzionava mentre la quarta stagione sembra rinascere più che altro per ottenere un’impennata di abbonamenti. Permetteranno agli sceneggiatori di raccontare tutta la verità sul nostro Paese con uno stile innovativo per i nostri giorni, ma comunque amaro e disilluso? Temiamo che la piattaforma possa imporre alla produzione di applicare la formula della Locura, quella che “salvò” Gli occhi del cuore trasformandola in una versione più moderna, capace di piacere a tutti, ma allo stesso tempo priva del carattere mordace di Medical Dimension e lontana dai temi più compromettenti.

René, ma non sarà una trappola?

Speriamo che la quarta stagione non sia solo uno specchietto per le allodole e non si trasformi in un’anti Boris, una versione blanda e amica di tutti che si tiene in piedi solo per l’effetto nostalgia e il bene che le vogliamo. Non ci resta che aspettare con ansia, si vocifera che l’uscita della nuova stagione dedicata a Mattia Torre sia prevista per il 2022.

Incrociamo le dita, dai, dai, dai e che Topolino sia con noi!

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