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Alias Grace – Un racconto simbolico sulla complessità delle donne

É un autunno certamente fortunato per l’autrice canadese Margaret Atwood, dopo il successo ottenuto agli Emmy 2017 dove The Handmaid’s Tale ha fatto incetta di premi, tra cui “best drama”, ecco che un’altra Serie Tv trasposta dalle sue opere sorprende ed esalta critica e pubblico. Presentata, per la prima volta, al Toronto Film Festival questo settembre la miniserie “Alias Grace” (“L’altra Grace”) si è conclusa dopo sei episodi, disponibili adesso su Netflix.

Alias Grace, ispirato a una storia vera, racconta della giovane Grace Marks, immigrata con la sua famiglia dall’Irlanda in Canada, che nel 1843 fu arrestata con l’accusa di aver ucciso il datore di lavoro Thomas Kinnear e la governante Nancy Montgomery. Mentre la ragazza riuscì a salvarsi venendo “solo” imprigionata per 15 anni, lo stalliere James McDermott venne impiccato, affermando per tutto il tempo che era stata Grace a farglielo fare.
Nelle sei parti della miniserie vediamo la vita di Grace dai quindici ai quarant’anni, attraverso flashback e strane sequenze oniriche che accompagnano il nostro viaggio e quello del dottor Jordan, chiamato a far luce sulla vicenda di Grace Marks.

Alias Grace

La storia è interamente raccontata dal punto di vista di Grace ed è proprio questo che affascina e turba lo spettatore, inchiodato fino alla fine allo schermo in cerca di risposte, nel tentativo di capire se Grace sia una vittima o un carnefice. La verità non sta nell’una né nell’altra cosa.

Bisogna sempre tenere in considerazione mentre si guardano gli episodi la giovane età di Grace, che al tempo in cui gli eventi accadono ha solo quindici anni. È una ragazzina che non sa nulla della vita o di come funzioni il mondo, che cerca negli altri una guida e la ritrova nella selvaggia ed estroversa Mary Whitney, la quale assurge per Grace a ruolo non solo di confidente e sorella ma quasi anche di madre.
Un altro elemento che caratterizzerà tutta la vita della ragazza è l’assenza di una vera figura maschile: nè infatti suo padre, ubriacone che quasi quasi cerca di stuprarla, nè dei fratelli maggiori, nè tantomeno un amico o un padrone gentile.

Grace è sola e questa solitudine aumenta quando la persona che rappresenta il cardine della sua stessa vita muore. A quel punto inizia la tragedia.

Alias Grace

L’ALTRA GRACE

Alias Grace è una storia reale e allo stesso tempo metaforica di un unico argomento: le moltleplici facce dell’anima femminile.

La recensione che voi state leggendo adesso è la conclusione di un’opinione nata DOPO la visione completa della miniserie. Se qualcuno mi avesse chiesto in corso d’opera cosa ne pensassi di Alias Grace, avrei risposto: «non riesco ancora a capire se c’è o ci fa». Mi spiego meglio. Nei primi episodi, quando il passato è un ricordo lontano rispetto ai giorni presenti in cui Grace parla con il dottor Jordan, lo spettatore rimane interdetto da quanto Grace appaia diversa caratterialmente parlando. Da ingenua ragazza irlandese, Grace sembra essersi trasformata in donna di mondo. Sì, è vero che abbiamo un arco di tempo non indifferente, durante il quale il carattere di chiunque può, e anzi dovrebbe, cambiare, ma questo mutamento appare così repentino che il dubbio sull’innocenza di Grace sorge spontaneo.

E se Grace stesse raccontando solo bugie? Se l’innocenza non ci fosse mai stata? E se il suo sedurre il dottor Jordan non fosse così inconsapevole? Domande che nei primi tre se non quattro episodi affollano la mente di chi come me ha guardato a occhi sgranati Alias Grace.

Ma alla fine del racconto la storia assume risvolti inattesi che ribaltano il nostro pensiero su Alias Grace. Grace non è una vittima ingenua e non è nemmeno un’assassina senza scrupoli, la ragazza è mentalmente malata e in seguito alla perdita dell’amata Mary ha sviluppato un disturbo della personalità. Quella forza irruenta che tanto Grace invidiava all’amica si è trasformata dentro di lei in rabbia, in una personalità aggressiva nata per vendicare la giovane Mary. Una personalità in netta contrapposizione con la natura più schiva, innocente e naive di Grace abituata a non protestare e chinare il capo.

Ma nel racconto la dualità di Grace rappresenta a un livello più profondo quella dualità che in fondo esiste dentro ogni donna: l’aspetto domestico e materno e quello ferino e passionale.

Nella Serie Tv tutto questo è reso perfettamente dall’attrice Sarah Gordon che dà vita e anima non solo a Grace ma appunto anche a quella versione distorta di Mary che ormai abita dentro la protagonista.

Alias Grace

SCIENZA E SUPERSTIZIONE

Uno degli aspetti più interessanti di Alias Grace è la contrapposizione tra scienza e superstizione che inevitabilmente si escludono a vicenda. Per una giovane ragazza come Grace è facile credere negli spiriti, come quello di Mary Whitney intrappolato nella stanza dopo la sua morte, o nelle premonizioni,come quella che l’amica fa con la buccia della mela. Quello che sorprende piuttosto è come un uomo di scienze come il Dottor Jordan non si lasci convincere da risultati scientifici mentre un apparente e presumibile imbroglione come Jeremiah sia l’unico a diagnosticarle correttamente un disturbo della personalità.

Nel grande arazzo che è Alias Grace, niente è come sembra e la scena finale con la donna ormai più che quarantenne intenta a spiegare la coperta della sua vita, riassume perfettamente il senso del racconto.

Alias Grace

LE QUATTRO J

Gli uomini di Margaret Atwood sono personaggi complessi, a volte persino più di quelli femminili. Pensiamo a Fred, a Nick ma soprattutto alle quattro J di questa Serie Tv, ai tre uomini che entrano nella vita di Grace. Ovviamente anche il padre e Thomas Kinnear sono figure importanti da tenere in considerazione ma sono piuttosto quelle quattro J a determinare il futuro di Grace e le molteplici sfaccetature della ragazza.

James, Jordan e Jamie si innamorano della Grace che vogliono vedere e non di quella che è relamente è. Da un lato abbiamo James e in fondo anche il dottor Jordan, l’uno convinto del carattere peccaminoso della ragazza si spinge fino all’omicidio, l’altro rimane colpito dalla natura di femme fatale che scorge nella giovane Grace dietro maschere di innocenza e castità. L’infatuazione si trasforma per il dottor Jordan in tormento e ossessione, tanto che per esorcizzare la presenza di Grace il medico finisce per violentare la propria domestica. Di Grace questi due uomini riescono a toccare solo l’aspetto più carnale, non li distanzia l’avere ricevuto un’educazione diversa.

Di fronte alla bellezza di Grace, entrambi vedono un angelo peccatore. Dall’altro c’è, invece, Jamie innamorato di un’idea diametralmente opposta. In Grace il giovane trova solo le qualità più belle, quelle che caratterizzano una brava ragazza di Chiesa, futura moglie e madre. La donna-angelo, insomma, priva di peccati.

Ma nessuno di loro riesce a vedere Grace per quella che è, solo Jeremiah la coglie nella sua interezza. Non la disegna come vuole lui ma come realmente è, né vittima né carnefice, ma solo una donna malata che ha bisogno di cure. Il destino li ha uniti per separarli perché alla fine dei conti Grace rimane sempre una donna d’altri tempi, una donna che non riesce a capire se stessa nè i tanti uomini della sua vita.

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